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People no longer simply view or consume cultural content; 
they make it, reuse it, and annote it, 
adding meaning and creating new media form

La tecnologia ha portato degli enormi cambiamenti culturali, l’utilizzo di internet e dei social media sta completamente cambiando gli stili di vita delle persone né discutiamo ogni giorno su questo blog. Anche i luoghi della cultura dovrebbero in parte adattarsi a questi cambiamenti, evolversi per rispondere alle aspettative di un pubblico in continua evoluzione. Mi piace molto la citazione di Hintow e Whitelaw che racchiude tutto quello che sta succedendo anche nella fruizione del patrimonio culturale.

L’esperienza museale oggi con le nuove tecnologie assume una visione completamente diversa, non più conservatrice ma partecipativa, i visitatori diventano partecipanti attivi contribuendo loro stessi alla creazione di valore culturale ed inoltre con la costante diffusione degli smartphone i visitatori sono sempre di più dei media da coinvolgere nella creazione di processi di promozione e valorizzazione delle proprie risorse. Tutto questo è stato capito benissimo da tante grandi realtà museali internazionali (British Museum, Tate Modern, Brooklyn Museum) , mentre qui in Italia le istituzioni, tranne in alcune piccole eccezioni (Palazzo Madama Torino, MAXXI di Roma, Il Mart di Trento) sono ancora ferme ad un vecchio concetto di consumo culturale, e la mancata innovazione sta penalizzando tante piccole realtà destinate secondo questa logica a scomparire.

Sono poche insomma le organizzazioni che stanno intraprendendo la strada dell’innovazione, la maggior parte delle istituzioni invece non ha messo su in questi ultimi anni delle strategie moderne, efficaci, innovative e questo lo si può notare semplicemente navigando online, la maggior parte dei siti web ufficiali dedicati a musei o attrazioni culturali sono vecchi, statici, presentano una grafica discutibile, non sono aggiornati ed in molti casi presentano delle informazioni sbagliate. In molti luoghi non solo non si incentiva il visitatore a partecipare a condividere la propria esperienza sui social media ma siamo molto più indietro visto che continua addirittura ad essere vietato l’utilizzo di fotocamere.

Per queste ragioni abbiamo pensato in collaborazione con la rete di travel blogger italiani, instagramers italia e l’associazione nazionale piccoli musei di dare vita alle #Invasionidigitali.

Chiederemo a tutti di invadere musei e luoghi d’arte con smartphone, video e fotocamere e condividere la propria esperienza sui social media. Abbiamo stilato un manifesto che vuole essere una sorta di appello per le istituzioni e proveremo a contribuire con questa nostra semplice iniziativa, che parte dal basso senza alcun finanziamento ma semplicemente con tante persone entusiaste che hanno già sposato e stanno contribuendo alla causa, alla promozione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico.

Ti chiediamo quindi di aderire al manifesto, partecipare ad uno degli eventi in programma oppure organizzare un’invasione e sostenere le #INVASIONIDIGITALI. 

Immagine: Invasioni Digitali

Fabrizio Todisco

Digital strategist, event planner e consulente marketing, si occupa di innovazione sociale e comunicazione per il settore turistico e culturale. Founder di Invasioni digitali e project manager per TTG Italia.

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Fabrizio Todisco

Digital strategist, event planner e consulente marketing, si occupa di innovazione sociale e comunicazione per il settore turistico e culturale. Founder di Invasioni digitali e project manager per TTG Italia.

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