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Turismo? Avvertenze per l’uso: questo non è un post ma una richiesta d’aiuto.

Proseguo nell’analisi dei numeri per riuscire a comprendere un po’ quale sia la vera situazione del turismo italiano. Continuo a non essere allineato alle varie notizie che indicano stati prossimi alla guarigione, o crisi in frenata o rosee situazioni all’orizzonte. Lo ammetto sono un pessimista.

Sono pessimista perché conosco il settore dell’ospitalità, forse non ho sott’occhio una situazione nazionale e qualche particolare potrebbe sfuggirmi, ma tutt’intorno e nel turismo non si respira una bella aria. Lo sapete, questo blog guarda il settore dell’ospitalità dal punto di vista di un alberghiero che svolge mansioni che lo portano a capire anche il punto di vista dell’albergatore.

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Questa volta ho provato a analizzare il settore ricettivo europeo facendo un rapporto a me caro e cioè quello tra i posti letto effettivamente occupati dagli ospiti e il numero degli occupati nel settore ricettivo. I dati che vi mostro sono relativi all’anno 2011 Fonte Eurostat e li ho rintracciati su Datatour 2013 di Federalberghi:

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Questa indagine l’ho svolta dopo aver letto una recensione di una struttura italiana dove un ospite italiano lamentava il fatto che solo pochissimi dipendenti capissero la nostra lingua. In pratica ho recuperato il numero dei letti e, grazie al tasso di occupazione, ho calcolato i letti effettivamente utilizzati e poi li ho suddivisi per il numero degli occupati. In Germania (la cosiddetta locomotiva dell’Europa) il rapporto è di quasi un letto e mezzo occupato per ogni addetto. In Italia, dove si da per scontato lo scarso rendimento dei dipendenti, il rapporto è di poco superiore a 3 letti per addetto. In Romania invece, colpo di scena, ci sono poco più di un decimo di esercizi rispetto all’Italia e un’occupazione media di letti nettamente inferiore. Il numero di letti per dipendete in Romania è di 0,191. In sostanza 5 dipendenti per ogni letto effettivamente occupato. Mentre la media UE si posiziona tra Germania e Italia.

Un settore economico e produttivo non si misura solo con il numero di presenze e con il revenue. Un settore produttivo lo si misura anche dai posti di lavoro che genera e dalla dignità che garantisce. Alla luce dei fatti è bene precisare che chi dichiara che le aziende del turismo non delocalizzano non ha capito come funziona, da sempre, il turismo. I miei genitori, per esempio, lavoravano in albergo in Svizzera negli anni 60 e come loro molti italiani l’hanno fatto per decenni e adesso stanno riprendendo a farlo.

In questa fase sta accadendo quello che ha detto Antonio Pezzano qualche giorno fa intervenendo su questo blog:

Per adesso sappiamo che in termini aggregati il settore risponde alla bassa marginalità abbassando i salari, ma nel medio termine questa risposta non basta. Questa lezione la conoscono bene alcuni imprenditori che stanno rivedendo il business cercando di dotarsi di sistemi di gestione più industriale.

Aggiungo, esternalizzando o addirittura creando agenzie per risorse umane – in Romania per esempio – per convogliare verso l’Italia manodopera contrattualizzata, forse, nelle terre di origine. Solo così mi spiego il dato che ho ottenuto per la Romania.

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Un altro indizio che mi porta a pensare che non tutto proceda nel migliore dei modi è questa immagine che riepiloga gli ultimi sentiment degli albergatori associati a Federalberghi.

Ma la cosa che più mi sorprende è che pur riducendosi la marginalità, pur riducendosi il numero degli occupati, e con solo un terzo degli operatori italiani che, secondo l’ultimo Tripbarometer di Tripadvisor, “ha dichiarato di essere più o meno ottimista relativamente alla profittabilità della propria struttura nel 2014“, nonostante che sulle riviere liguri e romagnole centinaia di strutture alberghiere sono state messe in vendita… mi sorprende che ci sia qualcuno che sente frenare la crisi.

Forse mi sfugge qualcosa e per questo i vostri commenti e i vostri pareri mi saranno d’aiuto e, lo spero, di conforto.

Photo by Mara Conan Design on Unsplash

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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