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Sì, ha ragione Alessandro Nucara quando dice che non è vero che non è cambiato nulla. Ha ragione perché in effetti sono cambiate molte cose, ecco il riepilogo raccontato dall’antitrust francese.
cambiamenti_booking
A grandi linee è quello che Booking.com ha comunicato per prima agli hotel iscritti alla piattaforma e che ho riportato nella prima parte di questo post. Per la verità Booking.com aveva omesso un passaggio fondamentale e che forse non era proprio una dimenticanza:

Booking si astiene dall’imporre obblighi che vincolino le strutture ricettive ad offrire sulla piattaforma Booking un numero di stanze eguali o superiore – a prescindere dalla tipologia – rispetto a quelle offerte su qualsiasi OTA, o a quelle riservate alle stesse strutture ricettive (“Parità di Disponibilità”)

Proviamo a fare due ipotesi tenendo conto di questo passaggio che è più importante di quel che sembra:

Ipotesi 1 – Se metto disponibile una camera standard sul sito dell’hotel a 100 euro e una deluxe su Booking.com a 115 va tutto bene?

Ipotesi 2 – Se metto a zero camere la disponibilità su Booking.com e lascio una camera aperta sul sito dell’hotel va tutto bene?

Credo quindi che in effetti sia cambiato tutto, che la questione sia definitivamente risolta. Ovviamente entrambe le ipotesi hanno delle controindicazioni.

Controindicazione all’ipotesi 1: tutti gli alberghi tra 100 e 114 euro su Booking.com acquisiranno la prenotazione che io inesorabilmente perderò?

Controindicazione all’ipotesi 2: quanto costa perdere la visibilità su Booking.com e il relativo beneficio cosiddetto del billboard effect?

nucara_twitter

Sì, dire che non è cambiato niente non è vero, in particolare ritengo preziosa la riconquista del cliente abituale sul quale da sempre Booking.com ha voluto mettere le mani.  Il problema infatti consiste nel fatto che Booking.com con Tripadvisor, le altre OTA e Google tutti insieme non stanno aiutando il mercato ma stanno innalzando una barriera sempre più alta che costringe gli albergatori a sopportare extracosti di iperintermediazione per difendersi da aziende che, all’inizio della storia, pagava per farsi aiutare (sono ormai tre anni che parlo insieme a pochi altri di questo problema che garantisce molti interessi alle web agency e non solo ai big player, spese di difesa che per giunta, se intermediate da operatori italiani, saranno sostenute dall’Art Bonus).

ipermediazione

La sostanza è che sono cambiate diverse cose, in particolare è importante che Booking.com sia dovuta scendere a patti. Ma la battaglia è ancora dura e lunga, c’è da cambiare la strategia (ho provato a ipotizzarla nella prima parte di questo post). E’ il contratto di Booking.com combinato al sostanziale dominio sulla visibilità online a essere mortifero.

Ma c’è un grande problema da affrontare e risolvere prima di sperare che l’azione di Booking.com possa affievolirsi ed essere meno pesante per l’hotellerie italiana. C’è uno scoglio enorme da superare prima che le azioni delle associazioni di categoria possano avere effetti salutari sui bilanci degli hotel. Anche se fossero svolte copernicane, al momento, non servirebbero a nulla, è per questo che ritengo che, alla prova dei fatti, è come se nulla fosse cambiato. Ma non sono coloro che dicono che poco è cambiato a fare il gioco di chi adesso tiene il banco. La dimostrazione è la tabella verde con il quale terminava la prima puntata. Ma ne ho un’altra…

Ecco la dimostrazione, con la seconda tabella verde della serie. Il 30 sarò ad Arezzo a parlare di disintermediazione agli operatori della zona. Come sempre ho fatto finta di dover prenotare una notte nella bella città toscana – ormai gli albergatori di tutta Italia mi odiano – ma non ci posso fare niente, è più forte di me. Stamani ho chiamato i primi 10 hotel che erano disponibili e prenotabili con tre clic su Booking.com e lo sapete cosa è successo?
(N.B. senza usare l’opzione Genius che mi avrebbe fatto ottenere tariffe anche migliori su Booking)

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Tutti e 10 sono disponibili su Booking.com, 7 non dispongono di sistema di prenotazione sul sito proprietario (in compenso due hanno una simpatica musichetta di sottofondo), uno dei tre prenotabili online sul sito – l’unico che è in parity – ha sul sito il sistema di prenotazione di Booking.com (parity per modo di dire quindi). Gli altri due prenotabili sul sito proprietario hanno la tariffa più alta di Booking.com.
Ma sui canali diversi da internet cosa accade? Al telefono tre su dieci sono in parity, uno prova a tirarmi lo stesso prezzo di internet, mi sente indeciso, prova a chiedermi se sono un abituale, poi si fa coraggio e mi fa un prezzo più basso. Cinque mi rispondono con tariffe più alte rispetto a Booking.com, in alcuni casi di oltre il 10%. Uno l’ho chiamato tre volte e dopo una decina di squilli mi ha risposto così. La più simpatica è la signora che alla mia richiesta se aveva una camera prenotabile ha risposto:

” Ma lo sa che un lo so? C’ho un sacco di richieste di persone che vogliono arriva’ un giorno prima, le sistemo e la richiamo”

Peccato che non mi abbia chiesto il numero di telefono e quindi non ci siamo più sentiti.

Non so da che parte stanno quelli che sostengono che non è cambiato un bel niente, ma so benissimo chi è che garantisce vagonate di euro a Booking.com, ho ben chiaro il terreno sul quale intervenire e, siccome vorrei che le cose cambiassero davvero, resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Per la cronaca hanno espresso parere negativo alla risoluzione di Agcom:
Federalberghi
Hotrect
Assohotel
Confindustria Alberghi

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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