Expedia e l’espansione del suo ecosistema B2B: cosa significa per il settore alberghiero?
In un momento in cui la domanda interna e incoming verso gli Stati Uniti rallenta, Expedia Group scommette tutto sulla sua anima B2B. E lo fa con una serie di annunci che dovrebbero far drizzare le antenne anche a chi opera dall’altra parte dell’Atlantico, Italia compresa.
Durante l’evento di primavera, il gruppo ha svelato nuove API, funzionalità pubblicitarie potenziate e un’intera batteria di strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa per partner e viaggiatori. L’obiettivo? Espandere l’ecosistema B2B, migliorare l’esperienza utente e accompagnare i partner verso una distribuzione più scalabile, più integrata, più intelligente.
API e soluzioni white label: Expedia al servizio degli altri brand
Con oltre 60.000 partner distribuiti nel mondo – da Walmart a Delta, da SoFi a Chase Travel – Expedia Group ha visto la sua divisione B2B superare in performance quella B2C, con ricavi per 4,1 miliardi di dollari nel 2023 (+21% YoY).
Tra le novità:
- API per noleggio auto con accesso a oltre 110 marchi in 190 paesi.
- API per esperienze e attività (oltre 170.000 tour prenotabili).
- API assicurativa, per integrare protezioni di viaggio anche in fase di prenotazione.
- API aeree, che aprono la strada al concetto tanto discusso di “connected trip”.
- API di gestione prenotazioni con 15 nuove funzioni, pensate anche per hotel e property manager.
E per chi lavora in hotel?
Il nuovo pacchetto include strumenti per semplificare la gestione delle prenotazioni, dei pagamenti, del recupero dati. Ma è chiaro che la vera sfida, per noi operatori, sta nel comprendere come Expedia stia costruendo un vero e proprio ecosistema a cui sempre più aziende vogliono (o devono?) aderire.
In pratica, ogni partner può trasformarsi in una sorta di OTA, sfruttando tecnologia ed inventory Expedia ma mantenendo il proprio brand. Tradotto: è la distribuzione invisibile che diventa protagonista, e chi resta fuori rischia l’irrilevanza.
AI: l’altra faccia della medaglia
Parallelamente, Expedia ha spinto sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale generativa, con:
- un nuovo AI agent su Hotels.com, capace di rispondere, consigliare, gestire prenotazioni e risolvere problemi, tutto da un’unica interfaccia;
- integrazioni con Copilot e OpenAI per trasformare le conversazioni ispirazionali in prenotazioni reali;
- Expedia Trip Matching, in beta su Instagram, che promette un algoritmo della personalizzazione più dinamico e immediatamente attivabile;
- ACI (Artificial Creative Intelligence) per moderare e generare contenuti, partendo da oltre 400 video al giorno.
Il dato più impressionante? Il servizio clienti AI ora gestisce oltre 143 milioni di conversazioni l’anno, risolvendo più della metà delle richieste senza intervento umano. La soddisfazione cliente, in questi casi, è doppia rispetto a chi telefona. Un segnale? Un avvertimento? O semplicemente un nuovo standard?
Advertising e loyalty: la distribuzione è anche ispirazione
Expedia Group Advertising (ex Media Solutions) rilancia con:
- formati sponsorizzati per aumentare la visibilità sui suoi portali;
- co-creazione di contenuti con Beautiful Destinations per raggiungere oltre 50 milioni di follower;
- targeting offsite tramite The Trade Desk usando dati first-party;
- OneKeyCash sponsorizzato per DMOs, pensato per incentivare visite e fedeltà.
Perché tutto questo riguarda anche noi?
Perché Expedia non è (più) solo una piattaforma di prenotazioni: è una centrale operativa che crea contenuti, distribuisce inventory, gestisce conversazioni e guida ispirazione. E chi lavora nel turismo – specialmente nell’hospitality – non può permettersi di ignorare l’impatto di queste trasformazioni.
Takeaway per hotel e consulenti italiani:
- Valutare le opportunità delle soluzioni white label (sì, anche per destinazioni o strutture con progetti di distribuzione proprietaria).
- Considerare l’evoluzione dell’AI generativa non solo come servizio clienti, ma come leva per ispirare e convertire.
- Tenere d’occhio il tema dell’automazione pubblicitaria, soprattutto in ottica di visibilità e targeting preciso.
- Riconoscere che il futuro della distribuzione non è solo online, ma omnicanale, data-driven e AI-powered.
Come sempre, l’albergatore italiano si troverà a mediare tra innovazione e realtà. Ma il tempo del “aspettiamo e vediamo” è ormai scaduto. La domanda è: vogliamo far parte del gioco… o aspettare che qualcun altro giochi per noi? Le nuove previsioni di Marriott, di cui ho parlato in una scorsa edizione della mia newsletter Viaggi Digitali, rappresentano un avviso prudente per tutto il settore hospitality, ma al contempo offrono spunti concreti per adottare strategie resilienti e mirate. Il mercato italiano può sfruttare al meglio queste indicazioni, continuando a puntare su qualità, flessibilità e innovazione.