Luca De Biase a Ravenna Future Lessons 2011 con il famoso cappello rosa salmone |
Sull’inserto odierno dedicato da Il Sole 24 Ore al turismo un bel pezzo di Luca De Biase fa il punto sullo stato dell’arte del settore per ciò che riguarda l’approccio a internet. Il titolo Il turismo 2.0 è già realtà è chiaro ma ben più netto il sottotitolo I blog e le recensioni online decidono il successo delle destinazioni fotografa benissimo la situazione.
Tre punti dell’articolo mi hanno particolarmente colpito:
Tripadvisor continua a fare la sua parte, seppur duramente criticato e soggetto a indagini giudiziarie varie, influenza un pubblico che non sempre è in grado di distinguere tra consigli avvertiti e quelli superficiali. [Vi ricordate I mercati sono confusioni?]
Il Marketing turistico è chiamato a fare un ulteriore salto di qualità abbandonando il calderone dell’information overload: per questo la nuova fase di sviluppo delle relazioni tra rete e turismo verso la qualità e la profondità. [E qui mi viene in mente la content curation di Mafe]
Per chiudere si ritorna su Tripadvisor e piattaforme analoghe ma più che altro la definirei una nuova filosofia del turismo ospitale. De Biase scrive che le possibilità che la rete offre vanno accettate con spirito costruttivo. Decidendo in quale tipo di partita si vuole giocare: se l’offerta è fondamentalmente orientata a sviluppare grandi volumi e basso valore aggiunto, oppure se cerca volumi limitati e alto valore aggiunto. Nel primo caso, l’efficienza del contatto e della gestione del cliente è direttamente proporzionale alla qualità della piattaforma di ecommerce utilizzata e alla relazione tra il servizio promesso e quello mantenuto. Per chi cerca invece il valore aggiunto, la rete consente l’accesso ai motivi di differenziazione.
Concedetemi due battute su blog e blogger: ne parla De Biase all’inizio dell’articolo ritenendoli molto influenti. Ma c’è chi sostiene che i blogger e i blog non esistano come spiega Gianluca Diegoli in questo post che ha sollevato non poche polemiche ma che va letto, serve per capire che conteranno sempre di più le passioni, ché le marchette sono come le bugie, prima o poi si scoprono.
Per finire l’invidia per De Biase che in un ottavo di pagina ha detto più di quanto contenga questo blog e con più chiarezza ovviamente. Vorrà dire che, per imparare inizierò a leggermi, Cambiare Pagina, un libro di Luca che un noto creativo mi donò la primavera scorsa. Mi si perdoni il ritardo.