Cara prof. ganziale,
negli ultimi giorni ho avuto modo di riflettere su alcune questioni del turismo in particolare individuando due fronti: quello a te molto caro del brand e della percezione della destinazione (non era proprio questo il massimo sistema del turismo al quale facevo riferimento) e quello della distribuzione.
Mi sono reso conto che in entrambe i casi il problema sta nella frammentazione della nostra offerta turistica: quella politico amministrativa nel primo caso, e dell’offerta vera e propria nel secondo.
Mi sfugge il motivo per il quale non si tenda ad immaginare – per quanto riguarda la parte amministrativa – una compatta azione di pressione delle associazioni di categoria a livello politico per ottenere un adeguato spazio nelle scelte strategiche economiche per un settore che, tra PIL prodotto e un indotto inimmaginabile, è altamente strategico per l’Italia.
Per quanto riguarda la fase distributiva, il vendere le camere per capirsi, immagino un grande consorzio di albergatori comunale/provinciale o meglio ancora regionale che possa attivarsi nelle fasi contrattuali con i grandi distributori (leggi OTA) affinché una parte della commissione non solo venga retrocessa a favore delle strutture ma anche in servizi per i clienti. Lo sai invece cosa sta succedendo?
Se la piccola proprietà garantisce un servizio e un’esperienza unica ai turisti, rappresentando un vantaggio tutto italiano, quando si agisce a livelli contrattuali questa forma imprenditoriale diventa un forte svantaggio.
Per ottenere visibilità, in particolare on-line, gli operatori dovranno pagare un sub intermediario per disintermediare, ma in particolare pagare un secondo servizio per difendersi dalle OLTA alle quali si sono alleati per farsi distribuire. Sorrido quando si parla di accorciamento della filiera turistica. Mi domando che rapporto c’è ormai tra albergatore/servizio offerto/viaggiatore, e questa lunga filiera che riflessi avrà sulla reputazione e sulla rilevanza?
So che in BTO si parlerà della “strada che prendono i soldi” intermediati dall’e-commerce turistico degli italiani e non sarà una bella notizia!
Con stima
Robi