Nei giorni scorsi guardavo con preoccupazione non solo l’andamento delle tariffe alberghiere ma anche quello dei costi di intermediazione che graveranno sulle imprese alberghiere. Ormai la grande competizione a livello tariffario e la sempre maggiore affidabilità dei metamotori e dei comparatori, a vantaggio dei consumatori, sta schiacciando la redditività delle imprese.
Ho analizzato i dati offerti da Trivago relativi alle tariffe alberghiere tramite l’indice tHPI 2010, 2011 e 2012 relativamente alle 50 destinazioni più prenotate. E come potrete vedere non ci sono buone notizie. Se si tiene conto che queste sono tariffe calcolate al lordo delle commissioni e del crescente aumento dei costi del lavoro e dell’inflazione.
Guardo con preoccupazione a uno scenario che non promette niente di buono. Dalla parte di chi lavora in albergo si sente dire: “Abbiamo rilevato la gestione, non c’è margine, dovrete fare a meno dei giorni di riposo, e ridurre al minimo il personale di reparto” – questo in aziende che vedono già ridotte del 50% le forze lavoro rispetto a dieci anni fa e che, ve lo posso garantire, poco hanno potuto fare per migliorare i processi di produzione. Oppure chiamare dei titolari d’azienda il giorno di Natale e sentirsi dire: “Sono di turno da solo, ho dato riposo a tutto il personale, quest’anno proprio non potevo permettermi di pagare giornata doppia”
Ma torniamo alle tariffe per città: a Roma le tariffe sono praticamente invariate negli ultimi tre anni e in alcuni periodi dell’anno si sono toccati i minimi del triennio.
Diamo un’occhiata in Europa. Parigi un po’ meglio ma stessa figura a reggiseno (scusate il paragone) un po’ più piatta rispetto agli altri a causa della minore differenza tra minimi e massimi (solo Torino mi pare più piatta ma su tariffe che sono sotto sempre sotto i minimi di quelle di Parigi anche se il confronto appare poco significativo). Stesso crollo anche a Parigi in agosto e a dicembre. Qui però i minimi 2012 non sono mai andati sotto al 2011 e le tariffe non si sono mai avvicinate a quelle del 2010 (Anche a Venezia, per la verità, è accaduta la stessa cosa).
Veniamo a Londra che sfugge alle medie europee per il semplice fatto di aver ospitato le Olimpiadi, un effetto che è durato fino a metà agosto, per poi ripiegare immediatamente con le tariffe degli ultimi tre anni che, a dicembre, sono praticamente immobili.