I blog tour non producono risultati se non sono inseriti in campagne cross mediali più articolate. Riprende il discorso Rocco Rossitto sul blog di Roberta Milano. Io stesso mi interrogai sul tema, o meglio interrogai Lidia Marongiu, Maurizio Goetz e Michele Aggiato, provai a capire meglio lanciando TuttoblogTour ma non fu ben accolto dai blogger (leggi i commenti a questo post) e sto cercando di approfondire ancora meglio il settore continuando a fare domande.
Partendo da #elbauva2010 (del quale condivisi i risultati per comprendere insieme a tutti gli amici i numeri), passando da #PisaBlogTour con una serie di travel blogger ho studiato gli effetti che tali operazioni creavano in rete anche confrontandomi con coloro, che per primi, si cimentavano in questa nuova disciplina della comunicazione turistica (leggi Alessio Carciofi in Umbria e Trentino, Simon Falvo che organizzò una pedalata in Toscana).
Si comprese da subito che i blogtour, scoordinati da tutte le altre attività di promozione e senza una condivisione da parte dei locali, avrebbero avuto difficoltà ad affermarsi con successo in rete, infatti le metriche esprimevano risultati sempre più deboli.
Subito mi resi conto che prima di ogni cosa c’è da creare, in una destinazione turistica un terreno fertile alla condivisione, un contesto dove ogni cittadino diventi promoter del territorio conoscendo i nuovi media, la rete e prima di tutto la sua realtà.
Passato per le Domeniche del Granito, percorsi alla scoperta dell’Elba dedicati agli elbani, apprezzandone i bei risultati offline, cercai insieme al Comune di Capoliveri di rendere condivisibile una destinazione (Capoliveri è diventato il Comune più twittero della Toscana).
Un’esperienza che ha trovato il suo risultato più bello con l’esperimento dei Maremmans che ho raccontato spesso in rete, progetto che tra quelli a cui ho partecipato mi ha regalato le maggiori soddisfazioni (Grazie alla provincia di Grosseto e a tutti i Maremmans).
E’ proprio per la consapevolezza che alcune attività di promozione devono essere accompagnate dalla conoscenza dello strumento, della destinazione e dei locals che grazie allo Studio Giaccardi & Associati abbiamo ideato Destinazione 2.0 che ha avuto il suo numero zero a Levanto e che stiamo strutturando per una serie di destinazioni italiane che vogliono imparare a utilizzare al meglio la comunicazione online (compresi i blogtour).
Tengo a precisare che anche tutte le altre azioni effettuate in modo scoordinato e senza una visione più ampia rappresentano attività di scarsa utilità.
Credo che il blogtour, così com’era non esista più, non perché non funzionasse, ma perché si è naturalmente evoluto, così come lo ha fatto tutta la comunicazione del turismo in generale, il blogtour lo ha fatto più velocemente perché agisce in rete.
Quindi ben vengano gli appunti di Rocco, uno dei pochi italiani che a calzini se la cava, e l’invito a segnalare lo stato dell’arte del settore che mi sono permesso di cogliere al volo.
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