Dal 2 al 5 novembre scorso si è tenuto il WTM 2015, il World Travel Market di Londra, il mercato mondiale del turismo che ogni anno apre le porte a oltre 50.000 professionisti del settore riunendo le principali agenzie e aziende internazionali e offrendo un giro del mondo tra dati, tendenze, peculiarità e offerte.
Per la maggior parte di agenzie e operatori sono i giorni nei quali chiudere accordi proficui per l’anno a venire, nei quali stringere collaborazioni a lungo termine e promuovere destinazioni ed esperienze specifiche. Gli stand raccontano i Paesi evocando peculiarità e punti forti di ognuno: prodotti enogastronomici, musiche, danze e arti tradizionali. Un’occasione unica soprattutto per i Paesi emergenti o dalle scarse possibilità economiche e di fatto sono proprio questi a regalare le emozioni più grandi ai visitatori.
L’occasione è però ovviamente sapientemente sfruttata anche da destinazioni consolidate come ad esempio Stati Uniti, Spagna e Brasile.
Tra tutti solo Enit pare non aver colto il potenziale della presenza al WTM 2015 e soprattutto l’evolversi di turismo e tendenze… lo stand italiano era infatti l’unico del tutto anonimo e pensato per enti regionali e promozione standard. Siamo però nell’era del b2c e delle esperienze… una grande delusione e disillusione.
Anyway… anche quest’anno il WTM è stato inaugurato con la presentazione di due rapporti:
- il primo è l’Industry Report 2015 stilato coinvolgendo 2050 tra buyers, sellers e visitatori e 1036 turisti britannici partiti per minimo una settimana consecutiva nel corso dell’estate
- il secondo è il Global Trends Report stilato da Euromonitor International
L’Industry Report si apre confermando un calo del 9% nelle vacanze dei britannici riportando al 61% del 2011 il numero dei vacanzieri rispetto al 70% del 2014. Nonostante il dato però la previsione per gli anni a venire è al positivo.
Tra le destinazioni emergenti Cina, India, Messico e in fondo alla lista entra anche l’Iran, seppur con solo il 16% di turisti che la sognano come meta. Quanto alle prime tre della lista, va detto che gli accordi commerciali e diplomatici con il governo britannico sono sempre più importanti e questo dato è quindi influente anche sulle scelte turistiche…
Un settore in grande crescita è poi il turismo responsabile: secondo il rapporto l’ecosostenibilità è un fattore essenziale nella scelta di una vacanza per il 61% dei turisti britannici e il 30% dichiara di essere disposto a pagare un sovrapprezzo pur di ridurre l’impatto ambientale della propria vacanza.
In merito al sovraffollamento di alcune destinazioni quali Venezia e Barcellona il 65% trova l’idea di imporre il numero chiuso come un qualcosa di normale e giusto, mentre solo il 36% degli operatori interessati condivide questo parere.
Come negli ultimi anni il giudizio dei professionisti circa il turismo sportivo resta entusiastico, con un buon 84% che auspica questo tipo di eventi per la propria destinazione.
Auspicate, anzi oramai previste, anche le rotte aeree low cost. Ma sarà sostenibile sul lungo termine? La tendenza per quanto riguarda il settore aeronautico indica anche una standardizzazione della copertura wifi in volo per tutte le compagnie e personalmente spero non prevederà il via libera alle conversazioni telefoniche…
Per turisti e operatori britannici restano incredibilmente basse con un misero 3% le prenotazioni legate a sharing economy, peer-to-peer e mondo del blogging. Dato il numero importante di panel in questo senso nel corso del WTM 2015 c’è però da credere che nei prossimi mesi assisteremo a un boom in questo settore!
Il report chiude con i fattori presi in considerazione al momento della prenotazione di una vacanza e da questo punto di vista nulla di sorprendente direi:
La paura di minacce terroristiche qualche giorno fa era al 61% e forse questo dato andrebbe rivisto e corretto a seguito degli attentati parigini del 13 novembre.
Il Global Trends Report si apre sottolineando che la crescita economica a livello mondiale è ancora in fase altalenante, anche se il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita del 3,2% per il 2015, in particolare grazie ai paesi emergenti.
In questa realtà, il settore del travel registra invece ottime prestazioni con 1.1 miliardi di arrivi nel 2014 (+ 4,3%) e un incremento previsto del 3,7% nel 2015, soprattutto grazie alla crescita del travel online e delle vendite da mobile che nel 2014 hanno raggiunto i 96 miliardi di dollari (12.5% dell’intero mercato delle vendite) mentre le previsioni fino al 2019 stimano una crescita del 22%.
Il rapporto di quest’anno affronta le tendenze regione per regione, partendo dagli Stati Uniti il cui potenziale è in fase di crescita grazie a un cambio di rotta di alcune grosse multinazionali quali Netflix, Evernote e Virgin che stanno poco alla volta influenzando le altre nell’aumentare o addirittura rendere illimitate le ferie pagate annuali. Gli USA sono infatti conosciuti per le pochissime ferie concesse ai lavoratori che nella maggior parte dei casi neppure le sfruttano per coprire spese correnti, ma il nuovo trend calcola che più ferie equivalgono a una maggior produttività durante il lavoro e ovviamente maggiori benefici nel settore delle prenotazioni last minute e dei pacchetti all inclusive ancora in vetta alla classifica del travel americano…
Nonostante i problemi di sicurezza, i flussi in Medio Oriente non hanno registrato grosse flessioni dal +5,4% del 2014 al +3,4% del 2015. In particolare è prevista un’importante crescita per l’Iran che si sta aprendo sempre di più nel campo del turismo, con la prospettiva di nuovi scenari di investimento.
L’Africa sembra porsi come l’area più dinamica: nel 2015 Euromonitor prevede un +6% di arrivi globali, grazie anche al boom nel settore delle innovazioni tecnologiche nel mondo del travel.
L’Asia prosegue nella sua incredibile crescita economica e quest’anno gli arrivi sono stimati a +5,7%. La Cina guida il mercato con l’affermazione di destinazioni quali Hong Kong e Macao trainate principalmente dallo shopping. La crescita degli arrivi in India è stata del +10.6% nel 2014 mentre nel 2015 è stimata al 7.3%. Qui lo sviluppo punta soprattutto sulla crescita dei servizi che consentono pagamenti in contanti illimitati, condizione essenziale in questo paese.
Stando a quest’analisi il turismo hipster vedrà una crescita esponenziale portando allo sviluppo di circuiti non convenzionali. Questi nuovi viaggiatori cercano infatti luoghi alternativi da visitare in seno e nella periferia delle grandi città europee e rappresentano insieme ai Millennials il 25% degli arrivi internazionali.
I prossimi quattro anni vedranno anche il boom del Travel 3.0, ma queste nuove forme di Smart Travel meritano un approfondimento a parte insieme al fenomeno del crowdsourcing nel settore alberghiero e per questo non mi sono persa le conferenze specialmente dedicate.