Collaborare con i blogger? Ci sono soluzioni diverse.
Blog tour o un blogger alla volta in tour?
Nei due post precedenti abbiamo visto quali sono le basi imprescindibili per una collaborazione proficua con i blogger e come misurare e selezionare questi trovatori contemporanei al fine di ottimizzare la nostra campagna promozionale e il relativo investimento.
Oggi veniamo al dunque parlando della collaborazione vera e propria con i blogger che in vero offre svariate opzioni e il cui unico limite può essere dato da creatività e budget di chi organizza.
Dal mio primo micro blog nell’estate del 2007, destinato a vivere solo per qualche settimana e solo per raccontare un tour operistico al Festival di Saitokinen ad amici e colleghi rimasti in teatro a Valencia, i blog sono diventati veri e propri canali informativi di nicchia a flusso costante e il primo metodo per sfruttare il loro potenziale è stato il blog tour.
Blog tour
Il blog tour non è che un viaggio stampa che riunisce blogger al posto di giornalisti e si sviluppa quindi in chiave più immediata e social: i blogger ne parlano prima di partire, condividono la loro esperienze in tempo reale e la raccontano a posteriori con uno o più post.
I pro, oltre ai costi relativamente contenuti di tale organizzazione, sono ovviamente un’alta esposizione della destinazione o del brand per un dato periodo di tempo, l’elevata quantità di materiale multimediale prodotto in pochi giorni e, se il tour è strutturato bene, il rapido aumento di fan/follower sui propri account social.
Col senno di poi, i contro sono rappresentati dai contenuti multimediali troppo simili tra loro e concentrati in un lasso di tempo forse troppo breve e che quindi portano a una selezione quasi naturale degli stessi. Inoltre, i contenuti social sono troppo spesso autoreferenziali e non leggibili dai non addetti ai lavori.
Per essere più chiara: i blogger sono colleghi che condividono stile di vita, interessi e obbiettivi e oltretutto quelli che partecipano ai blog tour sono più o meno sempre gli stessi ed è quindi abbastanza normale che esperienza dopo esperienza si ritrovino a vivere il tour come una vacanza tra amici e a comunicarla come tale. Prima, durante e dopo i blog tour monitorare l’hashtag di riferimento equivale in genere a scorrere tra un’infinità di post che altro non sono se non catene di menzioni tra blogger e foto di gruppo ed è tutto materiale non utilizzabile dall’organizzatore perché non leggibile da un non blogger.
Si può facilmente ovviare a ciò precisando le norme di utilizzo dell’hashtag ufficiale nell’accordo scritto di cui ho parlato nel primo post.
Un altro punto a sfavore della maggioranza dei blog tour è dato proprio dal loro essere viaggi organizzati. La forza originaria del blogging sta nella loro spontaneità, ciò che ispira fiducia nei lettori è il loro derivare da esperienze personali e in particolare nel settore travel il blog è utile e influente perché concentra informazioni, spunti e consigli diretti. Se però modalità di trasporto, attività, pause, tappe enogastronomiche e tempi sono stabiliti a monte da chi sponsorizza il tutto è naturale che quell’incredibile forza originaria vada scemando poco a poco…
Blogger in tour
Applicando la regola dello “sperimentando si impara”, sia per la mia struttura ricettiva che per il consorzio turistico del quale faccio parte, nell’ultimo anno ho iniziato a diversificare la strategia optando per collaborazioni puntuali con singoli blogger lasciati liberi di organizzarsi durante il soggiorno ed è una soluzione che mi sento di consigliare.
La qualità dei contenuti è migliorata, la gestione logistica è ovviamente estremamente più semplice, l’esposizione è puntuale e anche la considerazione degli operatori turistici nei confronti del mondo del blogging è nettamente migliorata.
Nel dettaglio: le spese relative al soggiorno sono ovviamente a carico dell’organizzatore che si limita però ad assistere il blogger nella gestione del tutto. Sta infatti a quest’ultimo organizzare il trasporto più idoneo e le attività in loco che preferisce e che corrispondono al suo target. In base alle stesse valutazioni verrà inoltre alloggiato da una determinata struttura ricettiva e ospitato per i pasti da determinati locali.
Questi accorgimenti facilitano il lavoro del blogger migliorandone la resa e anche il lavoro degli operatori con i quali entrerà in contatto ne viene facilitato per una sorta di affinità di intenti.
Se però è vero che la qualità e professionalità del blogger fanno sempre la differenza, questo diventa assolutamente lampante in queste collaborazioni individuali. Selezionare i blog per portare avanti un progetto di questo tipo richiede più tempo e competenza.
Il tipo di collaborazione va però valutato progetto per progetto: se devo promuovere una serie di eventi sarà più opportuno organizzare un blog tour intorno alla prima data per dare risalto alle seguenti, così come se devo promuovere un’attività ripetitiva come potrebbe essere un walking tour o una gita in barca. Se si tratta invece di un territorio o di un brand può essere più interessante e valorizzante se questo viene vissuto e provato individualmente.
Qualche tempo fa Lidia Marongiu rispose a un’intervista su Officina Turistica dicendo che “non esiste una regola né una ricetta per il blog tour perfetto come non credo che basti un blog tour ben fatto per salvarci dalle forti perdite che il nostro paese sta subendo nel settore turismo. Se però posso esprimere un desiderio mi piacerebbe che i blog tour continuassero a riscoprire sé stessi, ad essere territorio di sperimentazione del racconto di un territorio, a coinvolgere nuove voci narranti, a crescere come racconto cross mediale imparando ad essere una voce autorevole e coinvolgente per i turisti internazionali…” e il ragionamento è tuttora valido e impeccabile.
Le collaborazioni con il mondo del blogging non si esauriscono però con tour organizzati e soggiorni individuali. Nel prossimo post vedremo nel dettaglio i pro e i contro di post sponsorizzati, giveaway e guest post.
Immagine di copertina MaxPixel (1)