Skip to main content
Reading Time: 3 min

Le start-up sono diventate cosi popolari che oggi molte persone conoscono il significato  dell’aggettivo “scalabile”. Ai miei tempi, si usava il concetto di  economie di scala, ma pare faccia pensare alle fabbriche, al lavoro ripetitivo, insomma tutte quelle cose che non fanno new economy.

Avete 5 secondi per pensare ad attività economiche nel travel che sono difficilmente scalabili o, per i più tradizionalisti come me, dove è difficile fare economie di scala. Sono sicuro che in molti avranno pensato alle guide turistiche o ai piccoli agenti di viaggio incoming che organizzano tour e pacchetti speciali. Vincoli legislativi e la natura del lavoro sono un freno all’incremento dimensionale di questo tipo di attività, tanto è che  molte di esse sono solo attività professionali e che, quando gestite da imprese, in poche hanno fatturati che superano i $ 100.000,00. Sono certo che molti operatori del settore concorderanno con questa valutazione. Ora, dato questo contesto, che impatto può avere experiences di Airbnb sui singoli operatori considerato che le linee guida del prodotto mettono ulteriori paletti alla “scalabilità”? Il più interessante di questi paletti, quello sul quale si fonda la natura del turismo cosiddetto esperienziale,  lo riporto in inglese perché rende più chiaro il concetto: our guests should be able to fully take part in your experience by participating in two or more activities—not just observe them. Chi ha letto la versione in italiano e ha l’occhio di lince avrà notato che il not just observe them è stato omesso nella traduzione. Il mio interesse su questo punto deriva dal fatto che decine di anni di osservazioni del comportamento dei turisti hanno resto chiaro che per molti di essi essere in vacanza (anche se per esplorare città) vuol dire essere attivi il meno possibile (a parte mangiare, andare in giro e fare shopping). Anche le visite guidate (che non sono experiences secondo gli standard di qualità di airbnb) sono considerate “troppo impegnative”. La prova indiretta di quanto sostengo è che Brian Chesky (CEO di Airbnb) il 15 marzo scorso ha twittato che il 60% delle esperienze di San Francisco sono acquistate dai residenti e non dai turisti. Questo dovrebbe essere un monito a tutti coloro che si iscrivono al movimento “esperienzialista”: ammesso e non concesso che ci sia una domanda interessante, non vedo grandi margini di sviluppo per chi decide di investirci solo in chiave turistica.

Experiences (di Airbnb) per avere successo (rappresentare almeno il 50% del fatturato nei 3-5 anni, come auspica Chesky) deve sperare che decine di migliaia (forse centinaia di migliaia) di persone nel mondo con professioni interessanti, con qualcosa da raccontare (e far fare) e tanta passione decidano di mettersi in gioco per un piccolo reddito integrativo. Un Everest,  rispetto ai piccoli numeri di adesso: circa 1000 esperienze in circa 50 città nel mondo, con una transazione media di circa $ 90. L’Everest è stato scalato e quindi non è detto che Airbnb fallisca nel suo intento.

Mi sono chiesto  se ci possano essere altre ragioni per il lancio di experiences e mi sono dato una risposta. Al momento Trips (il progetto più ampio in cui si colloca experiences) fa parte di un tentativo di re-branding (partito con il cambio del logo e dello slogan) di associare Airbnb ad un concetto diverso da cheap. Alla fine della fiera la forza di un brand è la sua capacità di essere evocato in situazioni di acquisto e se Airbnb viene non solo utilizzato da chi vuole risparmiare, ma anche da chi vuole esperienziare tanto meglio. Anche se l’ambizioso tentativo di fare delle experience il 50% di fatturato dovesse fallire, Airbnb avrà comunque  aggiunto un ambito di mercato interessante al quale farsi associare. Allo stesso tempo avrà fatto parlare di altro e non delle difficoltà che incontra a svilupparsi in un momento in cui governi nazionali e locali stanno mettendo regole più certe e chiare per distinguere chi lì sta per integrare il reddito da chi per fare reddito (gli operatori professionali); non è una cosa da poco, se da questi ultimi arriva una buona parte delle transazioni. Insomma, Experiences, un’arma di distrazione di massa.

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

Leggi gli altri post di Antonio Pezzano

 
TwitterLinkedIn

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.