Il turismo sportivo in Italia: Quali sono i trend e gli scenari di sviluppo?
Il turismo sportivo in Italia negli ultimi anni ha segnato numeri in costante crescita per cui da opportunità ipotetica e futura per la “fatidica” destagionalizzazione sta diventando una certezza attuale per tanti territori. Si tratta di un segmento di domanda turistica che ogni anno sta incrementando i propri numeri e presenta un’interessante capacità di spesa.
L’incrocio tra domanda di questo segmento e offerta passa naturalmente attraverso la costruzione di un “prodotto” non casuale ma articolato e ben gestito dal punto di vista manageriale, in quanto ottenuto attraverso non una semplice serie di servizi ma con la proposta di un modello integrato con sequenze di processo ben definite e con contenuti relazionali non banali. Il turismo sempre più da mondo delle destinazioni e dei territorio sta diventando “luogo” di esplorazione personale e di gruppo di passioni ed esperienze condivise sullo scenario di un territorio integrato da servizi specifici.
Su questa linea di tendenza la pratica attiva outdoor spinta fino ai cosiddetti sport estremi si presenta come un importante driver di collegamento in grado di attrarre domanda sulle destinazioni e di proporre modelli fidelizzanti solidi e duraturi. Il turista che trova su una destinazione una serie di servizi creati ad hoc tende a ripetere l’esperienza e soprattutto ad offrire un’ottima “brand reputation” sia territoriale che di struttura e servizi. Espresso in maniera così sintetica il risultato sembra un mix tra un’alchimia e una formula algebrica, in realtà contiene elementi complessi che opportunamente integrati stanno dando risultati fino a qualche anno fa non ipotizzabili. Il punto di forza di questa tipologia di prodotto è forse in primo luogo il sistema integrato che territori e strutture devono predisporre con un’attenzione sicuramente superiore ad esempio al turismo balneare classico.
Procediamo per gradi. Il segmento di potenziali ed attuali clienti di un ipotetico sistema di turismo sportivo può contare in Italia su circa 20 milioni di persone che praticano uno o più sport pari al 34,3 % della popolazione con più di 3 anni. Di questi il 24,4% svolge attività sportiva in maniera continuativa mentre il restante 10% circa lo fa in maniera saltuaria (fonte Istat). A questa platea di potenziali clienti del turismo sportivo vanno aggiunti circa 15,5 milioni di italiani che si raggruppano sotto una generica etichetta di coloro che svolgono “una qualche attività fisica”.
Tra gli sportivi “abituali” il 15,2 % svolge attività ciclistica.
Altri dati a livello mondiale indicano che il Turismo sportivo genera dai 12 ai 15 milioni di arrivi internazionali ogni anno e rappresenta il 10% dell’industria turistica mondiale con un fatturato di 800 miliardi di dollari (Fonte European Travel Commision).
Infine il Cicloturismo, in Europa, genera un indotto economico di 44 miliardi con oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. In Italia il valore potenziale del cicloturismo si attesta a circa 3,2 miliardi di euro annui (Fonte ENIT – 2015).
La fascia di età naturalmente è abbastanza matura e lo si può facilmente dedurre dalla conformazione della curva della distribuzione della pratica sportiva, nella quale si nota una leggera ma decisa inversione di tendenza nel calo generalizzato che parte già dai 15 anni in corrispondenza della fascia di età che va dai 55 ai 65 anni. Si tratta di un segmento più maschile che femminile ma è senza dubbio un target ampio ed interessante per i potenziali di spesa.
Questo tipo di analisi si colloca in quella più ampia del turismo esperienziale di cui spesso si parla. In questo caso in maniera molto concreta il turista ha una passione che svolge più o meno regolarmente nella propria città di origine e che ambisce a praticare in uno scenario paesaggisticamente più accattivante, nuovo ed inesplorato accompagnato da chi è esperto dei luoghi e con nuovi compagni di viaggio: fa un’esperienza.
Chi risponde in maniera ottimale a questa domanda e offre un pattern di offerta turistica è l’imprenditore che ha intuito le potenzialità di un segmento e le traduce in progetto di marketing turistico con risultati reddituali positivi. Se decliniamo il discorso del turismo sportivo al Bike-Tourism i numeri di cui disponiamo sono ancora più chiari.
In Italia esistono un numero considerevole di gran fondo di ciclismo/cicloturismo attive da anni tra le più importanti che contano numerosi iscritti sia a livello locale che nazionale ed internazionale: la Maratona dles Dolomites, La Grand Fondo Campagnolo di Roma, l’Eroica, la Nove Colli, la Chianti Classic, solo per citare le più importanti e le più datate.
Si tratta di Gran Fondo distribuite sull’intero arco nazionale anche se Trentino, Toscana e Romagna sembrano avere un ruolo di primo piano sia per i numeri che per la capacità di creare un sistema territoriale che possa dirsi distrettuale. Da un approfondimento compiuto nei confronti della Nove Colli sono emersi questi dati: 12.000 partenti alla gara. Il 33,6% del campione intervistato ha dormito 2 notti presso la struttura ricettiva e il 30,48% 3 notti. Oltre il 94% degli intervistati ha pernottato presso Hotel in perfetta linea con altre ricerca compiute su altre destinazioni. Il 67% dei rispondenti ha viaggiato, per partecipare alla gara, con amici o famiglia aumentando in tal modo in maniera considerevole la platea dei clienti turisti. La sintesi finale della ricerca svolta nel 2016 presso il Campus di Rimini dell’Università di Bologna (Professoressa Laura Vici – Dottor Lorenzo Mazzotti) ha indicato una ricaduta economica sul territorio di oltre 21 mln di Euro.
Conclusioni
- Il turismo sportivo può essere un’ottima fonte di reddito per le destinazioni turistiche collegando una serie di variabili in un modello sistemico: l’evento/gara cicloturistica, i consorzi di hotel, i servizi infrastrutturali sul territorio;
- Oltre all’evento/gara è possibile creare un sistema integrato fatto di più eventi contigui sul territorio ed in questo la Romagna potrebbe essere considerato un modello pilota. Infatti oltre alla ‘Nove Colli’ ci sono altre gare particolarmente attraenti: Gran Fondo degli Squali (Cattolica), Gran Fondo del Sale (Cervia), Gran Fondo Riccione. Inoltre si potrebbero organizzare una serie training camp di allenamento sul territorio in date contigue o meno all’evento principale;
- Costruire un modello di marketing integrato che utilizzi database, App di servizio, la creazione di un brand unitario sport friendly e un sistema di posizionamento che permetta di creare un’attrattività continua sul territorio.
L’obiettivo di questo sistema dovrebbe essere quello di creare un brand unitario e di distretto che possa poi essere posizionato in termini di marketing, sia tramite strumenti digitali che attività off-line a livello internazionale. Teniamo conto ad esempio, che per ciò che riguarda il mondo Bike l’Italia con la propria nazionale di Ciclismo e con la notorietà del Brand Federciclismo potrebbe diventare una destinazione importante e riconoscibile declinati su vari territori particolarmente vocati e brandizzati. L’idea di un sistema possibile emerge anche dai dati riportati di seguito frutto di una ricerca di Trademark Italia del 2018 e pubblicata su ‘Il Resto del Carlino’
Qui vengono riportati sia eventi a partecipazione diretta ed attiva del turista che eventi a partecipazione indiretta, come la motoGP o la SuperBike presso l’Autodromo di Misano, ma le 950.000 presenze turistiche stimate e gli oltre 168 milioni di euro di impatto economico annui sono certamente rilevanti e significativi di un trend positivo e di uno scenario di sviluppo ancora tutto da sondare ed incrementare.
Immagine Pixabay (1)
Ottimo articolo!