Pil del turismo italiano: per capire quanto vale bisogna andare oltre i titoli e le sintesi
Alle attività turistiche sono direttamente riconducibili oltre il 5 per cento del PIL e oltre il 6 per cento degli occupati del Paese , un peso economico comparabile al dato della Spagna e superiore a quello di Francia e Germania (l’incidenza del turismo è maggiore in Portogallo e Grecia, anche in seguito alla debolezza degli altri comparti produttivi).
Sintesi del post
Il Conto Satellite del turismo
A quanto ammonta la spesa turistica in Italia?
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Nel 2015 i “turisti” stranieri (turismo inbound) hanno speso più di 48 miliardi di euro in Italia. Di questi, 45 sono stati spesi dai turisti veri e propri, 3 dagli escursionisti. Quasi il 50% di questo importo è stato destinato all’alloggio e alla ristorazione, mentre circa il 40% ha riguardato l’acquisto di prodotti non tipicamente turistici, inclusi quelli relativi allo shopping
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Il turismo domestico, con i circa 64 miliardi di spesa del 2015, costituisce il 57,2% della spesa interna turistica . Anche per gli italiani la spesa maggiore è quella per l’alloggio e la ristorazione (37,7%), ma l’incidenza del solo servizio ricettivo è inferiore di quasi 10 punti percentuali rispetto a quanto rilevato per il turismo straniero. Nel complesso il 12,3% della spesa domestica per turismo è sostenuta dagli escursionisti, ovvero colore che effettuano un viaggio senza pernottamento; all’interno di questa componente le quote più consistenti di spesa riguardano lo shopping e le spese varie che insieme raggiungono il 67,2%.
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Sommando la spesa degli stranieri a quanto speso dagli italiani in Italia si giunge ad un totale di circa 112 miliardi di euro.
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A questo ammontare, nelle regole seguite per la compilazione del CST, occorre, però, aggiungere anche quanto speso non direttamente dai turisti ma che si riferisce a viaggi per affari, servizi resi dall’utilizzo per vacanza delle seconde case di proprietà, consumi turistici collettivi sostenuti dalle amministrazioni pubbliche (ad esempio spese in promozione, spese per vacanze sociali, ecc.). Considerando anche queste componenti, si giunge a un totale del consumo turistico interno (cioè in Italia) pari, nel 2015, a più di 146 miliardi di euro. La spesa per consumi turistici concorre per il 76,8% (32,9% quella inbound e 43,9% quella domestica), mentre il restante 23,2% è costituito da consumi che vengono sostenuti dalle aziende per i viaggi d’affari dei loro dipendenti, da servizi abitativi figurativi e da servizi forniti gratuitamente.
Ottimo portare un po di chiarezza su questo tema. Grazie.
Attenzione tuttavia non possiamo concludere, come alcuni fanno, che se non ci fosse il turismo il PIL sarebbe ridotto del 13%. In particolare per gli effetti di sostituzione nei consumi delle famiglie.