Skip to main content
Reading Time: 6 min

Prosegue l’analisi di Andrea Maggini sulle conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul settore degli eventi (leggi il primo articolo), passando in rassegna ogni casistica.

Sport professionistico

Il settore è capace di catalizzare milioni di appassionati negli stadi, negli autodromi, nelle piste, negli specchi di acqua e lungo le strade e sentieri. Dalla finale di Champions League a Milano (26 milioni di euro di indotto secondo Calcio e Finanza) alle singole partite di serie A, B, C ed altre categorie, gare di altri sport, il Gran Premio di Formula 1 a Monza, il MotoGP al Mugello ed Imola, l’Italia Open di tennis al Foro Italico, il Giro d’Italia e decine di migliaia di altri eventi di varie dimensioni. Non è facile però portare un numero complessivo in assenza di analisi delle varie Federazioni ma rileviamo alcune stime.
Secondo la FederTennis gli Internazionali di Roma generano 67,3 milioni di euro (120-150 milioni è il valore di mercato, secondo “Il Sole 24 Ore”). Il Giro d’Italia di bici prof, ormai centenario, ‘lascia’ sul territorio attraversato, da 1,5 a 3 milioni di euro a seconda della tappa, se location di partenza o di arrivo. In questo caso è il territorio stesso (inteso come Comune, Destinazione o Regione) a investire da 100/200.000 euro fino a qualche milione pur di rendere protagonista i propri luoghi e bellezze per uno o più giorni. Gli inizi di alcune edizioni del “Giro”, per più tappe, quando in Olanda, Israele, Sardegna o Irlanda, non avvengono assolutamente per simpatia o per scopi filantropici… Anche il settore motoristico è interessante. Il GP di Formula1 a Monza genera circa 50 milioni di euro (per metà in entrate dirette, il resto in indotto territoriale) secondo la CCIAA di Monza e Brianza. Ancor più illuminante la stima sull’Autodromo del Mugello che genera 130 milioni di euro per tutto l’anno (dal MotoGP a tutti gli altri eventi e/o utilizzi dell’impianto) offrendo occupazione a ben 675 persone! Ritornando in ambito calcistico, le partite di cartello delle grandi squadre nei loro stadi (Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Lazio, etc) possono arrivare a superare i 4/5 milioni di euro in biglietti ai quali aggiungere i consumi diretti sul territorio. Interessante anche conoscere l’interesse delle località di montagna, soprattutto quelle del Trentino che investono risorse per ospitare la preparazione estiva delle prime squadre fino alle giovanili e garantirsi l’impatto delle tifoserie più calde che potranno così soggiornare per varie settimane (di solito 2 o 3) grazie alla ‘motivazione’ dell’appartenenza a quel club e quei colori. Per quella motivazione, organizzo la mia settimana, mi godo il paesaggio, acquisto corsi di parapendio o escursioni per i sentieri con degustazioni e la sera vado ad assistere alla preparazione dei miei beniamini e alle loro partitelle. Per esempio Trentino Marketing, società pubblica, investe ogni anno 742.000 euro per ospitare nella propria provincia autonoma vari club di serie A, B e C. La tifoseria del Napoli può garantire 38.000 presenze mentre quelle di Roma ed Inter circa 32.000. Secondo Eurac di Bolzano (2015) il ritiro dell’Inter a Riscone di Brunico ha generato oltre 11 milioni di euro di indotto nelle settimane di preparazione estiva. E non si parla di gare ma solo di un treno di passione a fianco di una squadra ad inizio stagione (nell’attesa della vera competizione). Nel suo piccolo il Pisa Sporting Club, grazie all’enorme fede dei tifosi nerazzurri, sfiora il milione di euro ogni anno a Storo.

Turismo Sportivo

C’è da considerare, oltre alle due forme di cui sopra, che il turismo sportivo in Francia supera ormai da quasi 20 anni il 35% del totale del suo turismo. Sia come spettatori di grandi eventi che come protagonisti di eventi di massa o semplicemente per praticare attività motoria individualmente o in gruppi (con gli sci o barca a vela o cavallo). Anche dimezzando tale quota per il nostro paese (in via estremamente riduttiva, converrete con me) il 17,5% del 12% del PIL nazionale generato dal turismo sono circa 38 miliardi. A cui aggiungere il riflesso commerciale da parte di chi si fa la settimana bianca in una delle tanti località sciistiche del nostro paese o una settimana di stage e raduno (sia per fare trekking che per vedere la propria squadra del cuore in ritiro). Pertanto la cifra può pure raddoppiare a 76, senza andare troppo lontano in nome di una motivazione di natura sportiva, collegata spesso a grandi eventi.

Eventi e Turismo in generale

Lo scorso 7 giugno, secondo Events&Live Industry (#Italialive), il settore degli eventi e del turismo organizzato in Italia tramite tour operator, agenzie organizzatrici di eventi, congressi e fiere, racchiude 13 mila aziende in grado di generare 20 miliardi di fatturato e 80 mila addetti diretti, per un indotto complessivo di 85 miliardi di euro e 650 mila posti di lavoro. Con il 40% di utilizzo delle strutture alberghiere, il comparto degli eventi costituiva il vero motore del turismo italiano, settore che con i suoi 232,2 miliardi di euro rappresentava il 13% del Pil nazionale e il 15% della forza lavoro. Numeri da incrementare se consideriamo poi l’incidenza sulla ristorazione, il commercio, i servizi, trasporti, etc. (ma davvero ci si avvicina ai 150/180 miliardi?). Sono però numeri del passato che avremmo dovuto imparare a verificare e gestire, farli sempre più nostri, correggerli, in presenza di un ‘vuoto’ analitico (un giorno dovremo spiegarci il perché) anche se si ormai parliamo di un’industria spazzata via dal coronavirus e non pienamente ancora sostenuta degnamente. Purtroppo quando ce ne renderemo conto non sarà come riaccendere un interruttore. Anche in questo caso ci vorranno anni per provare a rientrare adeguatamente sul mercato ai tempi pre-covid-19.

L’importanza per Istituzioni e territori

Le Istituzioni, gli Operatoti, le governance dei territori, dovranno sempre più misurare il ‘rischio di perdita’. Dalla chiusura di un museo, di una scuola fino alla rinuncia di un evento. Pensate a un inverno a Viareggio senza il suo carnevale. Ad inizio 2020 CNA Turismo aveva stimato un indotto da 60 milioni di euro diretto (120 milioni di indotto). Forse sovrastimato secondo alcuni addetti ai lavori, ma se fosse analisi giusta? Il lockdown ha interrotto il carnevale nella sua ultima settimana e tutto sommato è uno dei pochi eventi di massa svoltisi nel 2020. Ma a fine ottobre ci sarà in zona il Lucca Comics&Games. Evento che arricchisce non solo la città delle mura ma le città limitrofe. Mi diverto spesso a raccontare che “a Pisa la bassa stagione inizia il giorno dopo Lucca Comics&Games) evento capace di riempire le strutture delle città vicine (arricchendo anche quei Comuni di tassa di soggiorno a sforzo e stress pari a zero). Secondo il suo General Director Emanuele Vietina della società partecipata comunale “Lucca Crea”, intervistato da Marco Montemagno, l’indotto cittadino generato dall’evento è pari al bilancio comunale (sono andato a leggerlo e si parla di circa 80/90 milioni di euro). A cui aggiungere l’indotto nelle città vicine. Ecco, Lucca e città vicine quanto perderanno, qualora non si dovesse organizzare l’evento, il prossimo fine ottobre? Questo dopo aver perduto il Lucca Summer Festival. Ho fatto solo l’esempio di una città, che avrà poi altre centinaia di eventi, medi e piccoli. Ma se tutte le città, borghi, etc debbono affrontare questa situazione, quant’è la perdita del settore delle fiere all’aperto, mostre mercato, carnevali, i tanti pali e feste patronali con le loro rievocazioni storiche, sia sul fronte turistico che commerciale?

Riassumendo

Siamo ancora nell’era pionieristica di un’industria che non sa ancora di esistere e valere. Abbiamo dato un po’ di numeri, mescolando le mele (eventi) con i kiwi (turismo) e le banane (commercio ed altre filiere), ma attorno agli eventi avete visto le imponenti economie che vi girano intorno in aziende, professionisti e dipendenti oltreché le ricadute territoriali? Abbiamo quasi sempre l’intervento diretto del privato, raramente del settore pubblico. Perché il settore pubblico non inizia a considerare esempi virtuosi come quello di Lucca con “Lucca Crea” per arricchire la propria comunità (ed i propri bilanci)?
Avete tenuto il conto? 40 miliardi (dai matrimoni), 85 miliardi (il MICE con fiere e concerti indoor ai quali aggiungere gli effetti sul commercio, ristorazione, trasporti, etc.), i sottostimati 38 miliardi di turismo sportivo in buona parte legato ad eventi e poi eventi enogastronomici, concerti outdoor, le feste popolari e folcoristiche (centinaia e centinaia di edizioni di palio, carnevale, feste patronali, mostre mercato e rassegne alla LuccaComics&Games). Non saranno 200 miliardi ma… andiamo tanto lontano? L’11% del PIL, spalmato in varie voci (ricettività alberghiera ed extra-alberghiera, commercio, trasporti, ristorazione, cultura, sport, intrattenimenti vari, tassa di soggiorno, parcheggi autobus ed auto, bar, sigarette, guide, tickets ingressi musei e monumenti, etc). Senza cadere nell’errore della ‘perdita secca’ da contabilizzare nella consueta logica del PIL perduto visto che serve considerare quella parte di mercato domestico che potrà vedere destinare le risorse in modalità differenti dall’obiettivo “evento” in altre forme di consumi, investimenti o semplicemente rimandata al 2021 (matrimoni e concerti).
Ma il turismo non aspetta e per il 2020: “No motivation? No destination!” e la perdita è certa.

Nel prossimo articolo tratteremo dell’organizzatore degli eventi che in Italia assume i connotati di un “folle” in un paese dalla burocrazia, che definire ‘complicata’ rappresenta un eccesso di galanteria. In un periodo di attesa poiché, sia inteso, il distanziamento fisico e le lente riaperture saranno determinanti per i riflessi turistici e commerciali a valere nel medio periodo. Aprirsi ad eventi fino a 1000 partecipanti sarà oggetto di valutazione come per le riaperture delle strutture ricettive che coprono costi e guadagnano solo in presenza della quantità.

Andrea Maggini

Ha iniziato a lavorare nel controllo di gestione del gruppo Pozzi Ginori (1989) e affari esterni ricerca e sviluppo gruppo Menarini Farmaceutici di Firenze (dal 1992 fino al 2000). Dal 2000 diventa maratoneta per passione e dal 2003 iniziano le sue collaborazioni come responsabile marketing di aziende sportive ed organizza grandi eventi sportivi come prodotti turistici (è General Manager dal 2003 al 2019 della PisaMarathon). Dal 2008 iniziano i suoi seminari sul turismo sportivo, gli incarichi con le associazioni di categoria e le consulenze turistiche nei progetti europei (soprattutto verso il turismo accessibile). Oggi è incaricato da Toscana Promozione Turistica per la calendarizzazione degli eventi di Costa Toscana ed Isole ed è docente di materie aziendali e turistiche presso varie agenzie formative della Regione Toscana.

Leggi gli altri post di Andrea Maggini

Andrea Maggini

Ha iniziato a lavorare nel controllo di gestione del gruppo Pozzi Ginori (1989) e affari esterni ricerca e sviluppo gruppo Menarini Farmaceutici di Firenze (dal 1992 fino al 2000). Dal 2000 diventa maratoneta per passione e dal 2003 iniziano le sue collaborazioni come responsabile marketing di aziende sportive ed organizza grandi eventi sportivi come prodotti turistici (è General Manager dal 2003 al 2019 della PisaMarathon). Dal 2008 iniziano i suoi seminari sul turismo sportivo, gli incarichi con le associazioni di categoria e le consulenze turistiche nei progetti europei (soprattutto verso il turismo accessibile). Oggi è incaricato da Toscana Promozione Turistica per la calendarizzazione degli eventi di Costa Toscana ed Isole ed è docente di materie aziendali e turistiche presso varie agenzie formative della Regione Toscana.

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.