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Del trend delle super app vi avevo già parlato a fine 2019, al tempo del loro boom in Asia.

All’epoca WeChat, con già oltre 1 miliardo di utenti attivi mensili, aveva puntato per prima sullo sviluppo di una super app travel-lifestyle con servizi di pagamento integrati. Seguita a ruota da Gojek, l’app indonesiana inizialmente dedicata al mondo dei motociclisti, quindi dalla cinese Meituan Dianping e dall’app più popolare del Giappone, Line, che con oltre 80 milioni di utenti attivi mensili era passata da app di messaggistica a un’infrastruttura di lifestyle.

Cosa sono le super app

Ormai la tecnologia al nostro servizio nel palmo della tua mano è un dato di fatto e parte essenziale del nostro quotidiano. Da anni siamo abituati a utilizzare applicazioni varie per fare la spesa, ordinare pasti a domicilio, ma anche vestiti, mobili, dispositivi elettronici. Le usiamo per prenotare posti a sedere al cinema, biglietti del treno o ancora per gestire i nostri conti bancari. Ogni applicazione un servizio.

Una super app è invece una piattaforma che somma più servizi e consente di gestire tutto senza mai uscirne: dalle chat tra amici all’acquisto di biglietti aerei allo shopping.

Si tratta di PWA, ovvero progressive web app che funzionano su qualsiasi dispositivo e sistema operativo. Potenzialmente consentono il collegamento di infinite API (Application Programming Interface), garantendo sviluppi sempre più complessi lato servizi, ma sempre più integrati e funzionali per l’utente che può così usufruire di una gamma più diversificata di servizi.

Proprio lo sviluppo su cui puntò WeChat: da app di messaggistica a app di riferimento per qualsiasi cosa, inclusa l’integrazione governativa che ne consente l’utilizzo come documento d’identità.

Un caso particolare ed estremo, premiato da un numero strabiliante di utenti in partenza e dal contesto cinese, ma anche altrove puntare su una super app può essere la scelta più lungimirante e promettente.

Più servizi portano maggiori download, più tempo e soldi spesi sulla piattaforma e maggior fidelizzazione degli utenti, che vengono profilati in maniera più pertinente e precisa.

La super app targata Uber

Uber la conosciamo tutti, anche se in Italia il servizio è limitato e non fruibile ovunque. L’app fu rilasciata nella sua prima versione nel 2009, e dalla sua sede a San Francisco vide un vero e proprio boom internazionale in poche settimane.

Il fondatore, ed ex CEO, Travis Kalanick, ebbe una visione che segnò l’inizio di una rivoluzione nel mondo del trasporto, con integrazioni successive e lo sviluppo di UberEats, per la consegna di pasti a domicilio, e Uber Freight, per corrieri e spedizioni.

Uber e il trend delle super app

© Uber Technologies

La società californiana è però in costante fermento e, dopo vari test e servizi sospesi, a inizio marzo ha lanciato la versione beta della sua nuova super app Uber Explore, attualmente disponibile solo in alcune città statunitensi (San Francisco, Los Angeles, Seattle, New Jersey, Dallas, Houston, Memphis, Atlanta, Minneapolis-St. Paul, New Orleans, Orlando e San Antonio) e a Città del Messico.

Uber Explore è integrata sia con Yelp sia con PredictHQ e oltre a suggerimenti circa locali ed esperienze, filtra anche offerte personalizzate e consente di prenotare attività turistiche, ristoranti ed eventi, pagabili tramite Uber Wallet & Payment.

Gli utenti del Regno Unito potranno invece a breve noleggiare auto, prenotare biglietti ferroviari (Eurostar incluso), viaggi in autobus, voli e hotel. Una versione beta di Uber Technologies dedicata all’acquisizione del viaggio end-to-end e realizzata in collaborazione con altri provider già operativi nel settore.

Se i mesi estivi saranno positivi in termini di risultati, dal prossimo autunno potremmo utilizzare questa nuova super app anche in altri paesi, partendo sicuramente dalle Americhe.

Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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