Il 19 maggio Hilton aprirà in Connecticut il suo Hotel Marcel New Haven, il primo hotel a zero emissioni negli Stati Uniti e uno degli unici dodici hotel certificati LEED Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design).
Il Marcel New Haven fa parte della Tapestry Collection by Hilton e fa avanzare il programma Travel with Purpose del gruppo, una strategia ESG (Environmental, Social and Governance) per promuovere viaggi e turismo responsabili a livello globale.
In zona Yale University, appena fuori dal centro di New Haven, questo hotel completamente sostenibile rappresenta il brillante recupero, da parte del progettsta e architetto Bruce Redman, di un edificio anni ’70, il Pirelli Tyre Building, icona dell’architettura brutalista.
Un edificio storico situato sul lungomare, a pochi passi dalla stazione Amtrak, repertoriato nel registro statale e nazionale dei luoghi storici.
Progettato da Marcel Breuer e costruito dalla Armstrong Rubber Co. a fine anni sessanta, acquistato poi da Pirelli nel 1988, e svuotato e abbandonato subito dopo, con l’intenzione di demolirlo parzialmente per ricavarne un parcheggio.
Un hotel a zero emissioni
Secondo il Global Status Report, tenendo conto sia del carbonio operativo sia di quello incorporato, il settore edile è il più grande emettitore mondiale di emissioni di carbonio e il rapporto speciale dell‘Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) descrive in dettaglio gli impatti significativi delle emissioni di carbonio del settore, sollecitando il World Green Building Council e gli organismi analoghi a decarbonizzare l’intera catena di approvvigionamento entro il 2050.
Partire dal recupero di un edificio esistente è quindi già un ottimo primo passo per raggiungere le zero emissioni, questo perché i progetti di riutilizzo adattivo e ristrutturazione storica preservano i materiali esistenti e il carbonio incorporato al loro interno, eliminando i rifiuti da costruzione e utilizzando meno energia rispetto ai nuovi progetti.
L’Hotel Marcel New Haven opererà inoltre indipendentemente dai combustibili fossili, con conseguente zero emissioni di carbonio. Solo energia solare per generare l’elettricità necessaria per le aree comuni, il ristorante, la lavanderia, i 12 Supercharger Tesla in garage, le sale riunioni e le 165 tra camere e suite.
Il sistema di illuminazione Power over Ethernet (PoE) riduce i consumi di oltre il 30%, le finestre a triplo vetro forniscono un isolamento ultra efficiente per mantenere stabile la temperatura interna oltre che il livello dell’inquinamento acustico, il sistema di misurazione della qualità dell’aria ne garantisce la purezza e monitora la vivibilità dell’ambiente. Tutti elementi che portano la valutazione dell’intensità d’uso dell’energia (EUI) dell’edificio a un 80% in meno rispetto a quella media degli altri hotel negli Stati Uniti.
Per limitare poi l’illuminazione artificiale, l’ultimo piano – uno spazio dedicato agli eventi – è stato ripensato come un cortile interno, con pozzi di luce che garantiscono illuminazione naturale agli spazi in comune sottostanti.
Anche il ristorante interno BLDG punta alla sostenibilità, con un menu biologico a km 0, vini biodinamici e biologici. Gli snack proposti al bar rispettano gli stessi criteri, con l’aggiunta di una stazione di rifornimento d’acqua potabile per gli ospiti.
L’interno è volutamente minimalista, ma innovativo, con forti richiami alle geometrie dello stile Bauhaus. In quasi tutte le camere e negli spazi comuni è stato mantenuto il cemento a vista lasciato al naturale, il vinile anni settanta, il legno di noce e tessuti naturali, il tutto arricchito da un’illuminazione decorativa particolarmente scultorea, ovviamente disegnata ad hoc. Le suite dell’ottavo piano sono state ricavate negli uffici della direzione e nelle sale conferenza, mantenendo le pareti rivestite in legno originarie.
Un’inaugurazione che mi riempie personalmente di gioia e speranza. Perché rappresenta un grande primo passo in questo settore e un esempio da seguire, anche dal punto di vista delle scelte gestionali.