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2025: come l’AI e le nuove tendenze stanno ridisegnando il futuro del turismo. Ecco un sunto di quanto discusso insieme a Mirko Lalli nel corso della prima puntata dell’anno del podcast Data Appeal Byte-Size Trends.

Il 2025 si prospetta come un anno di trasformazioni profonde per il settore turistico, con impatti su ogni aspetto dell’esperienza di viaggio: dalla ricerca online all’accoglienza in hotel, dal marketing alla formazione del personale, fino alla scelta delle destinazioni. Per imprese turistiche, DMO (Destination Management Organization) e operatori italiani, comprendere e anticipare i trend emergenti sarà cruciale. In un contesto in cui l’Intelligenza Artificiale (AI) è il vero motore dell’innovazione, la capacità di coniugare tecnologia, autenticità e calore umano diventerà il principale vantaggio competitivo.

Di seguito, analizziamo alcune tendenze chiave per il 2025, citando fonti e offrendo spunti pratici.

1. AI come motore diiInnovazione: oltre il digitale tradizionale
Secondo Phocuswright, nel 2023 i finanziamenti alle startup travel hanno toccato minimi decennali, ma verso il 2025, con l’inflazione sotto controllo e nuovi fondi in arrivo, l’AI emergerà come fattore cruciale per la crescita. McKinsey Digital stima che l’integrazione di AI e analytics possa aumentare l’EBIT del 15-25%. Ciò implica che strategie SEO “classiche” non basteranno più: i contenuti dovranno essere ottimizzati per rispondere efficacemente a query di motori di ricerca conversazionali (es. ChatGPT, Bard di Google).

Esempio: Un hotel in Toscana potrebbe creare schede prodotto arricchite con dati strutturati e informazioni chiare sulle esperienze locali (degustazioni di vino, tour in e-bike) affinché gli assistenti AI le “comprendano” e le suggeriscano direttamente nei risultati vocali. Questo approccio è discusso nei report di Amadeus Insights Travel Trends 2025.

2. Agenti AI, assistenti vocali e One-Click Trips
Come visto nell’ultimo post prima delle feste, le nuove generazioni di agenti AI non si limitano alle FAQ: possono verificare disponibilità, consigliare itinerari, prenotare voli e alloggi (fonte: Expedia “Unpack ’25”). Le cosiddette “Travel Shops” di Expedia, curate da influencer, permettono ai viaggiatori di acquistare viaggi con un solo clic. Inoltre, assistenti vocali AI (come Alexa o Google Assistant) diventeranno veri receptionist digitali h24, riducendo gli attriti nel processo di acquisto.

Esempio: Una DMO italiana potrebbe integrare nel proprio sito un agente AI capace di proporre “pacchetti weekend” personalizzati per coppie o famiglie in base alle preferenze espresse dall’utente, attingendo a fonti di dati interne e a feed di disponibilità aggiornati in tempo reale.

3. Nostalgia, “Detour Destinations” e autenticità
Il fenomeno “New Heydays” (fonte: Amadeus Insights Travel Trends 2025) vede i turisti ritornare ai luoghi dell’infanzia o a destinazioni alternative meno affollate, le cosiddette “Detour Destinations”. Expedia “Unpack ’25” rileva che il 63% dei viaggiatori è disposto a visitare mete meno note. Questo favorisce il turismo nei borghi italiani, nei comprensori enogastronomici nascosti, nelle piccole città d’arte fuori dai circuiti classici.

Esempio: Una DMO regionale potrebbe promuovere itinerari nella Bassa Parmense, valorizzando i caseifici e i mercati locali. Le fonti di questi trend e consigli emergono dai rapporti di Crystal Ski Holidays (2024), secondo cui il 60% dei britannici vuole ricreare le vacanze dell’infanzia, e dal boom di Airbnb con esperienze a tema anni ’90.

4. Goods getaways e shopping esperienziale
La Gen Z cerca prodotti locali introvabili a casa propria (fonte: Expedia “Unpack ’25”). Che si tratti di formaggi DOP, cioccolato artigianale o artigianato locale, mercati e negozi tipici diventano tappe imperdibili.

Esempio: Un hotel boutique in Umbria può proporre “shopping tour” guidati in botteghe di ceramiche, cantine vinicole o frantoi, da integrare nelle risposte fornite dagli agenti AI. Questo è coerente con i suggerimenti emersi nei dati di Amadeus Insights e Hotels.com.

5. Evoluzione dell’All-Inclusive e Food&Beverage 
Gli all-inclusive di nuova generazione non sono più standardizzati, ma offrono esperienze gourmet e servizi personalizzati (fonte: Hotels.com e Expedia “Unpack ’25”). La Gen Z apprezza questa formula per la semplicità e l’assenza di costi nascosti. La ristorazione interna diventa un asset strategico, con un +40% di recensioni positive sui ristoranti d’hotel (fonte: Hotels.com).

Esempio: Un resort sul Lago di Garda potrebbe utilizzare l’AI per suggerire abbinamenti tra vini locali e piatti creati dallo chef, il tutto proposto dall’assistente vocale in camera o dall’agente AI sul sito web.

6. JOMO Travel, fenomeni naturali e itinerari su misura
Secondo i dati di Vrbo (“Unpack ’25”), il 62% dei viaggiatori cerca JOMO (Joy Of Missing Out), ovvero tranquillità in case vacanze private. L’80% vuole una sistemazione con vista su fenomeni naturali (es. aurora boreale, bioluminescenza). Strutture e DMO che si propongono come “consulenti di viaggio” offrendo itinerari su misura riducono la dipendenza dai grandi portali e creano un rapporto più diretto con l’ospite.

Esempio: Un agriturismo in Alto Adige potrebbe suggerire passeggiate guidate all’alba, osservazione di fauna locale, o hot-tub panoramici, rendendo queste proposte facilmente scopribili dagli agenti AI consultati dal viaggiatore prima della partenza.

7. Realtà aumentata e formazione del personale
L’AR (realtà aumentata) consente agli ospiti di orientarsi nell’hotel o nella destinazione visualizzando informazioni interattive (fonte: Accenture Travel Insights). Questo libera tempo al personale, che può concentrarsi sulle relazioni umane. Nasceranno nuove figure ibride, come il “Commercial AI Integration Lead” o il “Guest Experience Data Specialist”, per integrare competenze tecnologiche, analitiche e di ospitalità (fonte: McKinsey Digital).

Esempio: Un hotel a Roma può offrire una mappa AR, visibile sullo smartphone dell’ospite, con segnalazione di eventi culturali, mostre, mercati stagionali, aggiornata in tempo reale.

8. AI come alleato strategico, non sostituto
L’obiettivo non è rimpiazzare il tocco umano, ma liberarlo dai compiti ripetitivi. Secondo Phocuswright, le aziende che investiranno in AI, formazione e tecnologia vedranno benefici in termini di redditività ed efficienza. L’ospitalità italiana, forte di qualità, tradizione e calore umano, potrà emergere se saprà coniugare questi asset con le potenzialità dell’AI.

Nel 2025 non basterà “avere la tecnologia più avanzata”: occorrerà saperla usare con intelligenza e sensibilità. Le DMO e gli operatori italiani devono:

  • Rivedere strategie e contenuti per l’era dell’AI (fonti: Amadeus Insights, Expedia “Unpack ’25”, McKinsey Digital).
  • Integrare agenti AI, assistenti vocali e AR, offrendo percorsi personalizzati e riducendo gli attriti.
  • Investire nella formazione continua, creando una cultura aziendale aperta all’innovazione.
  • Puntare su autenticità, nostalgia, prodotti locali, itinerari su misura.

Chi saprà unire la tradizione dell’ospitalità italiana, la ricchezza del territorio e l’efficienza dell’AI conquisterà il viaggiatore moderno, offrendo esperienze memorabili, empatiche e su misura. Il futuro del turismo è già cominciato, ed è nelle mani di chi saprà anticipare i trend e abbracciare con coraggio l’innovazione.

Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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