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Nel 2025, il settore dell’hospitality si trova ad affrontare una nuova ondata di trasformazioni organizzative: non solo nelle operation, ma anche nei reparti più silenziosi del back office. I costi del lavoro continuano a crescere, i margini si assottigliano e i modelli tradizionali di gestione del personale iniziano a scricchiolare, soprattutto per quanto riguarda le funzioni amministrative e finanziarie.

Negli ultimi anni, molti hotel hanno già scelto di esternalizzare alcuni reparti: housekeeping, marketing, IT. Oggi, sempre più strutture stanno estendendo questo approccio anche a contabili, controller e CFO. La parola d’ordine? Fractional finance.

Cosa significa “fractional finance” in hotel?

Un team finance frazionato è un gruppo di professionisti contabili e finanziari che lavora per la struttura in modalità part-time o on demand, spesso da remoto, portando competenze strategiche senza gravare sul budget con assunzioni full-time. Non si tratta solo di tenere i conti: questi team aiutano nella pianificazione finanziaria, nell’analisi dei flussi di cassa, nella reportistica evoluta.

Un modello già ben noto per revenue management, IT o comunicazione, ma che oggi trova spazio anche in una delle aree più critiche per la sostenibilità economica delle strutture ricettive.

Perché questo cambio di rotta?

  • Tecnologia abilitante: cloud accounting, strumenti collaborativi, software di gestione finanziaria evoluti rendono semplice lavorare a distanza con piena visibilità.
  • Carenza di figure specializzate: si è partiti dagli USA, dove mancano all’appello oltre 340.000 contabili rispetto al 2020, ma anche in Italia, secondo l’Osservatorio JobPricing, le posizioni in ambito amministrativo-finanziario sono sempre più difficili da coprire.
  • Costi da contenere: uno specialista contabile full-time costa all’azienda oltre 50.000 euro annui, considerando stipendio, oneri, benefit e formazione.
  • Esigenze non costanti: la mole di lavoro finanziario in hotel varia molto in base alla stagione, ai cicli di business, alla tipologia di struttura.

Nel mercato italiano, l’adozione di modelli “fractional” è ancora agli inizi, ma cresce velocemente. Già oggi, numerose strutture alberghiere e gruppi indipendenti si affidano a controller esterni per supervisionare i conti, gestire la reportistica direzionale o impostare i budget annuali. Alcuni si spingono oltre, coinvolgendo CFO in outsourcing per la gestione finanziaria complessiva e il dialogo con banche e investitori.

Questa modalità risponde anche al bisogno di flessibilità che molte PMI alberghiere hanno espresso dopo la pandemia: meno costi fissi, più capacità di adattamento.

Vantaggi del modello “a chiamata”

  • Strategia senior a costi contenuti: si accede a professionisti di alto livello senza doverli assumere.
  • Scalabilità: più supporto nei momenti caldi (budget, chiusure, alta stagione), meno nei periodi di calma.
  • Continuità operativa: i team fractional garantiscono copertura anche in caso di ferie o malattie.
  • Meno turnover: si riduce lo stress legato alla ricerca e formazione continua di nuove figure interne.

Alcune attenzioni da avere

  • Scegliere il partner giusto: meglio affidarsi a società con esperienza nel settore hospitality.
  • Definire bene ruoli e perimetri: chi fa cosa, quando, con quali strumenti e responsabilità.
  • Integrare il lavoro esterno con i sistemi interni: per evitare doppioni, errori o mancanza di trasparenza.

Il futuro della finanza alberghiera?

Meno legata a ruoli fissi, più flessibile, più strategica. Il futuro del reparto finance non sta nel ridimensionamento, ma nell’ottimizzazione intelligente: avere le competenze giuste, quando servono, dove servono. E liberare risorse (mentali ed economiche) per ciò che conta davvero: la visione, lo sviluppo, l’esperienza ospite.

In un contesto dove ogni euro speso (e ogni minuto impiegato) va pianificato con attenzione chirurgica, la fractional finance può diventare la chiave per un’hospitality più sostenibile e performante.

Takeaway per albergatori e operatori:
  • Valuta la reale esigenza interna in ambito finance: serve davvero un full-time?
  • Esplora il mercato dei professionisti in outsourcing: esistono realtà specializzate nell’hospitality.
  • Integra strumenti digitali per favorire il lavoro ibrido/remoto.
  • Pianifica budget e controllo di gestione con regolarità, anche con supporto esterno.

Perché anche nei numeri, come nell’ospitalità, la precisione è tutto.

 

Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998, per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico. Ha completato il master in Hospitality 360 e un corso in Tourism Management presso la Cornell University. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, affianca strutture ricettive e destinazioni come consulente in ambito hospitality e destination marketing, ed è consulente di Product Marketing per The Data Appeal Company. Ha curato le strategie di comunicazione e marketing per Destination Florence con Vertical Media fino al 2023 ed è attiva come speaker in eventi e corsi dedicati a intelligenza artificiale, management e marketing turistico. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel, con un blog dedicato ai viaggi indipendenti in solitaria.

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Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998, per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico. Ha completato il master in Hospitality 360 e un corso in Tourism Management presso la Cornell University. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, affianca strutture ricettive e destinazioni come consulente in ambito hospitality e destination marketing, ed è consulente di Product Marketing per The Data Appeal Company. Ha curato le strategie di comunicazione e marketing per Destination Florence con Vertical Media fino al 2023 ed è attiva come speaker in eventi e corsi dedicati a intelligenza artificiale, management e marketing turistico. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel, con un blog dedicato ai viaggi indipendenti in solitaria.

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