Rappresentanti di consorzi, associazioni di categoria, politici e tecnici responsabili di destinazioni più o meno piccole, quasi sempre arrivano alla “brillante” idea di farsi un portale per consentire alle piccole imprese italiane del turismo di disintermediare. L’idea non è innovativa e nasconde insidie sempre più grandi, quella della visibilità per esempio che è la battaglia più dura e importante.
Questi muri stanno creando forti pressioni sugli albergatori, in particolare su quelli italiani, che hanno a che fare con margini aziendali molto risicati a differenza delle holding del travel on line che snocciolano ogni quadrimestre dati di bilancio impressionanti: Tripadvisor esprime margini operativi pari al 50% del fatturato, Priceline ha capitale disponibile pari a oltre cento dollari per azione. Se non bastasse queste aziende investono costantemente in ottimizzatori/comparatori che consentono alla OLTA di acquisire il cliente grazie alla garanzia di scovare la tariffa più conveniente e di garantire alla piattaforma controllata di realizzare la transazione.
Ma torniamo a coloro che vorrebbero, con l’ennesimo bel portale, provare a disintermediare. Quali potrebbero essere gli ostacoli più difficili da affrontare in questa impresa?
– I canali b2b sono spesso ignorati, ma le stesse OLTA stanno cercando di rendere fruibili i propri contingenti agli altri intermediari (i dettaglianti per intenderci) anche questo livello di iperintermediazione è da considerare visto che le OLTA lo praticano grazie all’allargamento delle percentuali e delle basi commissionali. Non tenere conto, in una nuova piattaforma di vendita, di canali preferenziali per i dettaglianti sarebbe una grave mancanza. C’è inoltre da scontare il fatto che – come mi ricorda spesso il prof. Baggio – non si sia mai pensato a raggiungere un benché minimo accordo su standard interoperabili per la rappresentazione delle informazioni e per le transazioni. Ciò pone grossi problemi tecnici a chi voglia assemblare offerte e disponibilità di operatori diversi, e soprattutto quando queste possono cambiare con alta dinamicità;
– la gestione dei social network e quella delle recensioni o più in generale dei contenuti generati dagli utenti. Attivare una piattaforma di booking on line senza avere strategie per presidiare ambienti social e gestire le recensioni degli utenti sarebbe un ulteriore fattore di debolezza e inefficacia. Per esempio sono molti gli albergatori che chiedono a Tripadvisor di certificare le recensioni ma molto pochi quelli che sostengono contenitori di recensioni certificate;
– la formazione degli operatori è determinante, senza una corretta gestione delle politiche tariffarie sui vari canali qualsiasi portale seppur bello e usabile diverrebbe incapace di convertire il traffico in transazioni;
– la fruibilità della destinazione. Se la destinazione a livello di collegamenti non è facilmente raggiungibile, se i mezzi di comunicazione sono scarsi, inaffidabili e non prenotabili on line, il portale risulterà anche in questo caso inefficace;
– ultima ma non meno importante la capacità e la volontà di collaborazione tra operatori, essenziale se si vuol raggiungere una massa critica che si possa permettere le risorse (non solo soldi ma anche persone e skill) per rendere efficace un’operazione del genere, soprattuto nel mondo 2.0.
Se siete ancora intenzionati a metter su un bel portale e avete tenuto conto e valutato tutte queste situazioni riuscirete sicuramente a vendere una destinazione… sempre che abbia una buona reputazione. Ma questa è un’altra storia.
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