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Sounds of Great Britain e Made in Italy. Quale funzionerà di più?

Sono di recente partite due importanti campagne pubblicitarie: quella di Visit Britain denominata Sounds of Great Britain, della quale vi ho parlato in un post precedente, e quella dell’Enit che punta molto sull’aspetto “su misura” della vacanza in Italia.

sounds_of_great_britain

La campagna d’oltre Manica è rivolta, guarda caso, alla possibilità di organizzare una vacanza seguendo i propri gusti, un po’ come tende a far capire quella italiana. I video della campagna italiana sono eccezionalmente più belli rispetto a quello degli inglesi, anche per l’aspetto musicale, ma resta il fatto che quello di Visit Britain è interattivo, mi chiede cosa voglio fare e prosegue come se fosse a mia misura.

made_in_italy

Certo che il “Made in Italy” è un marchio eccezionale perché garantisce qualità (nel settore turistico in generale, onestamente, non saprei quanto) ed è giusto utilizzarlo, ma come stiamo sfruttando questa campagna?

Ho provato a comprendere quali benefici si riflettono sui social grazie alle due azioni. Ho monitorato le due pagine Facebook: quella di Love Great Britain e quella di Italia.it.

Prima dell’avvio della campagna inglese, la “nanerottola” pagina Facebook di italia.it (100k Mi Piace) batteva regolarmente quella britannica (2.000k Mi piace): febbraio 17k vs. 13k, gennaio 15k vs 3k, dicembre 9k vs. 2k.

L’annuncio della campagna musicale inglese fu dato a metà febbraio. Dal primo di marzo ad oggi la pagina Facebook di Love Great Britain ha fatto oltre 400 mila nuovi Mi Piace. Nello stesso periodo l’Italia che ha comunque ottenuto una abituale buona performance ne ha fatti 12 mila di nuovi Mi Piace. Apparentemente nessuna attività si è intensificata nella bacheca british e allora cosa è successo?

E’ sucesso che alla fine del video interattivo della campagna inglese appare l’invito ad andare nella lovewall

lovewall

e in fondo alla lovewall appare l’invito di seguire i social network

lovewall_social

La stessa cosa potrebbe essere fatta dopo l’arrapante chiusa “Made in Italy” dell’ottimo Giancarlo Giannini, invitare a seguire i social di Italia.it. Lo so, è cosa diversa dall’Enit – che ha lanciato la campagna – ma l’Italia è una sola. Ma sul nuovo sito, dei link ai social non v’è traccia.

Si lo so, mi farete notare che gli inglesi hanno investito la bellezza di 2,5 milioni di sterline. L’Enit ha messo sul piatto 5 mlm di Euro però.

Ma perché è importante che l’Italia del turismo porti un forte incremento alla pagina Facebook di Italia.it? Ve lo faccio spiegare da Sandie Dave, Chief Executive of VisitBritain che, presentando i risultati di un sondaggio nel settembre scorso, tra le altre cose, ha fatto sapere che il 44% di coloro che hanno consultato la pagina Facebook hanno poi effettuato un viaggio.

In the survey of 2,349 people, 88 percent of respondents said they definitely remembered or think they remembered visiting the Love UK Facebook page between April and August 2013. A quarter, or 26 percent, of that group had already financially committed a trip to Britain. But 50 percent were considering or currently planning a trip. This suggests half of the respondents that remembered visiting the page had the potential to be influenced by it. The survey was conducted in September, one to five months after the respondents’ page visits, and asked the 50 percent of respondents who had been planning a trip at time whether they had visited or financially committed to a trip to Britain since their contact with the Facebook page. Forty-four percent said yes. The tourism board also reports that Facebook users stay twice as long in Britain (18.5 nights) as the average visitor (7.4 nights) and that 41 people of people that visit the Facebook page go from from a ‘possible’ visit to a ‘certain’ one.

Allora? Che si fa? Ci arrapiamo con Giannini e la finiamo lì, o imbastiamo (imbastire era usato molto dalla mia nonna sarta) una storia più lunga e duratura facendo un po’ d’engagement?

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P.s. per quelli che, giustamente, mi fanno notare che poi non c’è da stare a chiacchierare sui social, ché ci son da vendere le camere constato che, secondo Trivago, Londra fa registrare, per le previsioni di marzo, guarda caso, le tariffe più care degli ultimi 5 anni relativamente allo stesso mese. Tirate voi le somme…

tHPI_trivago_marzo_londra_2014

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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