Ormai da qualche anno, tra dicembre e gennaio, mi diletto a individuare 10 trend in crescita e altrettanti in calo nel settore turismo. Quest’anno mi risulta particolarmente difficile, anche se l’anno passato avevo segnalato i problemi dei Tour Operator (l’immagine di un negozio Thomas Cook non era casuale), di dare un occhio ai treni che è da un po’ che li tengo d’occhio, anche prima dell’effetto Greta, così era prevedibile e necessario il calo dell’utilizzo della plastica negli alberghi e nelle destinazioni turistiche.
Quest’anno però come ho detto è molto più difficile. È difficile farlo quando ci si accorge che il mondo del turismo si avvicina sempre di più alla finanza. Lo è sempre stato, ma mai come adesso c’è una connessione stretta e pericolosa tra le piattaforme del turismo, i loro finanziatori e i loro azionisti.
Diciamocelo chiaramente: tutte le aziende del nuovo millennio particolarmente legate alla tecnologia hanno da gratificare i soci, molto più delle company old style, che erano customer first, customer care… ma per favore. O si cresce a due cifre o gli analisti ti purgano e come ti purgano!
Se c’è questo legame assai pressante tra finanza e mondo del turismo, è difficile immaginare che cosa accadrà in un periodo storico in cui peraltro, come dice Jim Leaviss, analista per il settore obbligazionario di M&G Investments, “molte tendenze consolidate e a lungo termine stanno per volgere a conclusione simultaneamente.”
Le tendenze che volgono al termine di cui parla Leaviss, sono nello specifico “Sette trend secolari: ovvero le tendenze demografiche, l’impatto della tecnologia sull’inflazione, l’indipendenza delle banche centrali, il capitalismo, la globalizzazione, l’austerità e il QE. Tutti questi trend hanno già molto meno peso rispetto al loro apice.”
Anche giocare con le parole nel turismo è pericoloso. Immanuel Kant nel 1764 scrisse: “C’è un genere di medici, i medici della mente, che pensano di scoprire una nuova malattia ogni volta che inventano un nome nuovo”. Adesso potremmo parafrasarlo con: “C’è un genere di specialisti, gli specialisti del turismo, che pensano di scoprire un nuovo modo di viaggiare ogni volta che inventano un nome nuovo”. Ma proviamo ugualmente a immaginare cosa potrebbe accadere nel 2020.
TRENO
Già da qualche anno le mosse delle OTA fanno presagire uno sviluppo interessante del treno, in particolare nel medio raggio. Adesso grazie all’effetto Greta la tendenza si consolida. Brillante ma non originale il lancio dell’Anno del Treno Turistico da parte del Mibact.
ENOGASTRONOMIA
Non se ne può più, già mi annoia, ma come per le esperienze è il nuovo filone e mai come in questo caso, per definizione, ci sarà da mangiarci un po’ per coloro che s’arrabattano nel turismo;
CONNECTED TRIP
Sarà il futuro delle OTA, se sapranno tradurre nelle piattaforme le eterogenee necessità del singolo viaggiatore, non solo nella fase della prenotazione ma anche durante il soggiorno e forse anche dopo il viaggio;
AIRBNB
Forse anche il 2020 sarà l’anno in cui l’IPO Airbnb si farà l’anno dopo, ne parleremo sempre molto anche se dagli ultimi rumors la società è valutata negli ambienti finanziari circa 40 miliardi di dollari (un anno fa si parlava di 50);
PAGAMENTI
Sarà un territorio minato, ignoto per molti operatori, ma avere coscienza delle commissioni che gravano sui pagamenti è un po’ come gestire al meglio la distribuzione. Quanti sono consapevoli della differenza di costi tra carte business e virtuali e quelle del viaggiatore privato?
Il settore dei viaggi di Alphabet secondo gli analisti concorre all’EBITDA della società per 10 miliardi di dollari l’anno. E se Google volesse diventare un consulente di viaggi? Per rendervi conto del valore di tutto ciò, Google potrebbe comprarsi in 4/5 anni Airbnb senza indebitarsi di un solo centesimo, solo con la marginalità derivata dal comparto dei viaggi;
EXPERIENCE
Vedi Enogastronomia, cari designer e specialisti durerà ancora due/tre anni, poi tutti scopriranno che Experience is Nothing. A meno che i flussi di denari ritornino copiosi alle DMO allergiche alle metriche, allora il fenomeno potrebbe competere per l’immortalità;
COMPLESSITÀ E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Sono connesse. Più la seconda risolve la prima e più sarà semplice iniziare a vedere le piattaforme proporre veri e propri connected trip;
TURISTA
Se ne parlerà sempre di più, verrà definitivamente riabilitato, perché è lui che tiene in piedi l’economia del turismo, bisogna imparare a gestirlo, a parlarci… ma è grazie a lui se ci siamo;
AMAZON
Non so cosa, ma sta provando un sacco di cose nel turismo, ultimamente s’è messa a vendere anche i biglietti degli autobus, se arriva Amazon solo Google può bilanciarla. Chissà se le commissioni caleranno? Qualche avvisaglia è già arrivata (Booking.com, offre il 30% di sconto sulle commissioni sull’incremento del fatturato di marzo/aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019).
VIAGGIATORE
Un po’ come i turismi: il viaggiatore lo sognate anche la notte, vi piacerebbe che viaggiasse come viaggiate voi, pensate sia quello delle statistiche, degli studi, ma ve lo dico da amico: il viaggiatore non esiste;
UBER
Se ne parlerà meno perché all’azienda, a differenza di Airbnb, serve fare meno rumore possibile. Come mi disse un grande imprenditore: “La balena l’arpionano quando fa lo sbuffo” Ecco: penso che Uber, adesso preferisca restare in apnea;
UNICORNI
Nel turismo ne vedo sempre meno, il settore è sempre più in tensione finanziaria, c’è tanta liquidità ma comprimere le commissioni per entrare tra il mercato e le OTA è praticamente impossibile, a meno che non ti chiami Amazon o Google. Qualche eccezione sono le piattaforme affitta appartamenti ma non so quante potranno essere distruttive, tanto dipende dall’IPO Airbnb!
OTA
Quote di mercato in crescita lentissima, fanno meglio gli alberghi almeno da qui al 2023. Nota bene albergatore: per godersela bisogna esserci e esserci per bene. Qua alcuni consigli;
ONLINE
Che burlone che sono, l’online continuerà a crescere ma l’ho messo qua, tra le parole in calo, perché cresce lento, ché vendere le camere non è così facile e le esperienze stanno alle camere come il loglio al grano;
TRIPADVISOR
La vedo sempre più dura per il gufo e, a detta di una persona che stimo, l’accordo con la guida Michelin è l’ultimo sussulto di una piattaforma che le ha tentate di tutte negli ultimi anni, qualche volta anche un po’ a caso;
REPUTAZIONE
Se ne parla sempre meno ma stiamo attenti, perché a parità di prezzo o giù di lì, badate bene solo a parità di prezzo o giù di lì, pesa ancora moltissimo. Se ne parla poco perché finalmente abbiamo capito che deve essere gestita e monitorata ogni giorno, curata con attenzione certosina. Se continuate a parlare di reputazione e a non gestirla, per voi la vedo dura dura;
FEDELTÀ
Tende a zero, fatevene una ragione. Questa la disse diversi anni fa Diegoli, ma è come un vestito di gabardina, va bene per ogni stagione;
AEREI
Vedi effetto Greta;
NON RIMBORSABILI
In via di estinzione, meno male.
La raccomandazione è la solita: mettiamoci passione, misuriamo tutto quello che facciamo. È l’unico modo per sapere se stiamo andando nella direzione giusta, è l’unico modo per correggere la mira e per tornare sulla strada della redditività e delle soddisfazioni. Il turismo è business e ha motivo di esistere solo se funziona, se produce margini e posti di lavoro.
Vi auguro un 2020 con i fiocchi e i controfiocchi, con il vento in poppa e con Officina Turistica.
Grazie per avermi sopportato anche quest’anno!
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Foto di Willi Heidelbach da Pixabay