Turismo italiano e megatrend internazionali: abbiamo risposto a tutte le domande che ci avete inviato per il webinar dedicato ai megatrend internazionali. E nel finale la registrazione completa!
Il 10 marzo Officina Turistica e The Data Appeal Company – Travel Appeal hanno organizzato un webinar dal titolo “I megatrend internazionali e il loro impatto sul turismo italiano”. Un giro del mondo in 45 minuti che ha toccato i temi Greta Thunberg e la vergogna di volare, le super app asiatiche, il Progetto Mar Rosso e ovviamente, l’emergenza Coronavirus.
Avete partecipato quasi in 300: esatto, non avete soltanto ascoltato, ma avete partecipato attivamente, inviando decine di domande a cui non siamo riusciti a rispondere.
Come promesso, anche se con un po’ di ritardo dovuto all’emergenza di questi giorni, pubblichiamo le vostre domande e le nostre risposte, aggiungendo nel finale la registrazione integrale del webinar, per chi se la fosse persa.
A breve, pubblicheremo anche la sessione di Q&A e il video integrale per il secondo webinar che abbiamo tenuto: “Le DMO in tempo di crisi: tutte le domande, tutte le risposte.”
Buona lettura e buon ascolto!
1. Come si chiama l’app per monitorare il consumo di carbonio del viaggio?
Silvia:
La più pratica è Klimatsmart Semester, frutto della collaborazione di partner pubblici e privati svedesi, tra cui l’Università di Göteborg e l’Università Chalmers. È uno strumento digitale che può essere installato gratuitamente su qualsiasi sito per aiutare i consumatori a ridurre il loro impatto sul clima. Gli utenti possono calcolare autonomamente l’impronta di carbonio del loro viaggio in base al livello di emissioni di CO2, quantificate in termini di ghiaccio che si scioglierebbe nell’Artico come risultato diretto del viaggio pianificato.
Esiste anche il calcolatore di carbonio Carmacal, sviluppato da ANVR e SNP Natuur Reizen. Carmacal mostra le emissioni di carbonio dei viaggi, considerando le diverse modalità di trasporto, attività e alloggio disponibili per consentire ai consumatori di fare la scelta più sostenibile.
La start-up svedese Fintech poi, in collaborazione con Mastercard, ha emesso la carta di credito DO Black, che tiene traccia e misura l’impatto delle spese dei consumatori in termini di emissioni di carbonio e fissa un limite di spesa basandosi su queste e non sulla disponibilità di valuta. Le carte di credito in co-branding con compagnie aeree, hotel e operatori finanziari sono la norma nel settore dei viaggi e Doconomy lavora affinché punti e riscatti siano sincronizzati con l’impatto del carbonio.
2. Come si chiama il sito ufficiale del Progetto Mar Rosso?
Silvia:
Red Sea Project, https://www.theredsea.sa/en/project
Partito come progetto per la sola Arabia Saudita, hanno ora raggiunto un accordo anche per lo sviluppo della sponda egiziana.
3. Potrebbe succedere che alla luce di quello che è accaduto a Venezia con acqua alta, ora con il C-19 che si passi dalla not-refundable alla insured-rate con totale copertura assicurativa per problemi legati alla salute e al clima. Ci siamo resi conto oggi che tutto l’on the book è estremamente volatile, liquido. Ora più che mai abbiamo bisogno di sicurezza per pianificare, progettare e realizzare i megatrend
Silvia:
Penso proprio di sì. Strumenti come Besafe sono già molto funzionali, anche se è da verificare quali siano le reali condizioni assicurative per gli ospiti stranieri. Personalmente ho già chiesto alla compagnia assicurativa che già copre il mio hotel su altri fronti di farmi una proposta in questo senso.
4. Ciao non so quanto sia in tema la domanda ma vorrei chiedere a Robi come si preservano posizionamento, reputazione e visibilità sulle ota e sui siti diretti durante la chiusura?
Robi:
Non comprendo il problema per quanto riguarda le OTA: se l’hotel è chiuso non verrà visto da coloro che chiedono date di soggiorno concomitanti con il periodo di chiusura. Nelle date in cui le vendite saranno aperte la visibilità sarà come sempre. Un po’ come gli alberghi stagionali.
La reputazione dovrebbe restare immutata, sono poche le recensioni che arrivano durante il periodo di chiusura. In ogni caso reputazione e visibilità dipendono dalla rilevanza e dalla qualità delle azioni fatte online, non è il momento di vendere camere (che detto da me suona strano!) è il momento di riallacciare rapporti con i nostri ospiti.
5. Pensate che potrebbe esserci un boom di prenotazioni last minute o last second?
Silvia:
Non credo. Parzialmente, per quanto riguarda il mercato di prossimità e interno e sicuramente la fascia business che ripartirà molto rapidamente. Leisure e gruppi penso vedranno una ripresa più lenta, anche perché non stanno aspettando l’Italia/Europa per organizzare la stagione estiva.
Potrebbe però esserci un’ottima marginalità autunnale e anche invernale, con viaggi da paesi dove i calendari scolastici/lavorativi sono più flessibili. Sempre che le destinazioni si attivino in questo senso…
Robi:
Ho risposto nel post I release vi uccideranno: “Ci curiamo con una rigorosa serrata generale, alla fine ne veniamo fuori, non avremo stranieri che nel frattempo saranno ancora lì a leccarsi le ferite, e il nostro mercato interno rifiorirà e all’ultimo minuto… sdeng fior di prenotazioni, telefoni che squillano come ai vecchi tempi, gente che “se mi trova la camera le porto un regalo”.
6. Si è parlato di misure previdenziali da parte del governo per aziende che operano nel travel. C’è qualcosa di concreto o è ancora fuffa per ora?
Silvia:
I 19 marzo si è tenuto un webinar proprio dedicato a questo tema, che ha dato delucidazioni in merito. Lo trovi a questo indirizzo insieme agli altri webinar che abbiamo condotto in queste settimane.
7. Personalmente penso che la fetta di mercato estera per quest’estate sia compromessa e che la nostra clientela sarà principalmente Italiana. Cosa ne pensate?
Silvia:
Sono assolutamente d’accordo. Potrebbero però fare la differenza sul last minute le operazioni delle varie compagnie aeree che investiranno sicuramente per dare un’accelerata alla loro ripresa.
8. Non pensate che gli altri paesi europei avranno stesse dinamiche di contagio ma diversa comunicazione verso l’esterno e questo avrà un diverso impatto anche sui loro flussi turistici nel post emergenza?
Silvia:
Più che altro penso che vivranno la stessa identica situazione, ma in ritardo di qualche settimana. Tra i 9 e i 20 giorni.
Poi ovviamente, laddove le istituzioni sono più forti e centralizzate e il turismo è da sempre considerato industria, è chiaro che le iniziative di rilancio potranno essere più mirate e strutturate e per questo probabilmente più efficaci.
Mi auguro solo che in queste settimane/mesi il nostro paese realizzi cosa implica per il settore turistico e possa per questo quanto meno iniziare un processo di svolta.
9. Essendo stati i primi ad attuare restrizioni e ad aver subito la situazione, gli operatori italiani potrebbero essere i primi ad uscirsene. Quali sono le iniziative più efficaci per fare in modo che sia così?
Silvia:
Saremo probabilmente i primi ad uscirne, se la gestione sanitaria nelle prossime settimane sarà ottimale, ma proprio per questo dovremmo poi chiudere le frontiere all’esterno per contenere il virus e non subire ricadute.
Quanto alle iniziative, data la situazione, dovranno essere centralizzate e dall’alto, almeno nella fase iniziale (vedi domanda precedente).
Robi:
Dobbiamo chiudere tutto prima possibile, ma veramente tutto. Poi per un periodo successivo alla nostra completa guarigione evitare ingressi in Italia dal resto d’Europa: i nostri confinanti sono circa 40 giorni in ritardo sulla presa di coscienza e la reazione al virus, ormai è palese che Francia e Germania hanno colpevolmente sottovalutato l’evento e taciuto sui numeri effettivi della loro situazione sanitaria.
10. Adesso credo si debba creare un piano marketing, che non c’è mai tempo per elaborarlo, cioè concentrarsi sulla relazione e sull’elaborazione dei piani
Silvia:
Assolutamente: marketing e forse per molti anche gestionale, dalla selezione dei propri target in poi…
Bisogna essere pronti, snelli, flessibili, perché la ripresa sarà improvvisa, arriverà a tratti, non sempre con la stessa forza e con la stessa origine. Abbiamo visto come in questi contesti le aziende troppo poco flessibili soffrono di più.
11. Esiste il Pain Pricing. Ad esempio: aumenta lo spread ti faccio lo sconto, piove per tutta la vacanza ti rimborso tutto…
Robi:
Ognuno può fare quel che crede, personalmente (e lo dico da venditore puro) ritengo che quando non c’è domanda puoi fare qualsiasi prezzo, tanto non vendi. Come dico sempre l’overbooking si può gestire, è la miseria che è un problema
12. La relazione con il cliente deve essere salvaguardata, fino all’anno prossimo…
Robi:
La relazione con il cliente deve essere sempre salvaguardata anche in periodi di normalità.
13. Ha senso programmare commercialmente uno sviluppo per il 2021, adesso?
Silvia:
Sì, i voli ad esempio aprono con 15 mesi d’anticipo e se si ha un target intercontinentale c’è sempre chi prenota la tariffa aerea migliore e poi fa lo stesso con gli hotel, sempre che portino avanti strategie di revenue corrette, con tariffe early bird etc.
14. Io ho un’azienda di souvenir, lavoro con tutta Italia, e i miei clienti sono i negozi di souvenir… ecco in questo momento i nostri clienti ci chiedono la merce per un ipotetico futuro e vorrebbero pagare se incassano.
Silvia:
Anche qui si tratta di scelte imprenditoriali individuali e comunque non sono esperta di retail… il conto vendita è una formula flessibile che in questo momento ai clienti più affidabili nel tempo è doveroso mettere a disposizione.
15. Volevo chiedere proprio a Veltroni quanto secondo lui si protrarrà…
Robi:
Sono passati molti giorni dalla trasmissione del webinar e questa risposta merita un aggiornamento rispetto a quello che avrei detto e scritto una decina di giorni fa. La situazione è molto peggiorata negli ultimi giorni e i blocchi sono aumentati. Nonostante ciò la situazione permane di grande preoccupazione e come molti giornali hanno scritto, e dai dati in mio possesso, poter parlare di stagione estiva e immaginare una qualche azione di mercato a oggi è praticamente impossibile. Finita l’emergenza c’è da capire quanto durerà la “convalescenza”. Ipotizzare un giorno nel quale tutto questo sarà finito e riunirci socialmente non sarà più un pericolo, in questo momento è disciplina per maghi, sprovveduti e perditempo. Parlano chiaro le previsioni apparse ieri su La Repubblica curate dal Cesvot che ipotizzano – se la situazione dovesse trascinarsi fino a dicembre senza sicurezze sanitarie – il fatturato alberghiero 2020 in calo dai 14,6 miliardi del 2019 a 3,9 miliardi. Per la ristorazione da 27 miliardi si passa a 19,6 e per i TO e le agenzie di viaggio si passa a 3,2 rispetto i 10,5 del 2019. Per riepilogare i dati apparsi ieri: se tutto si risolve per fine maggio la perdita del comparto turistico potrebbe essere di 22 miliardi di euro; se la crisi si protrarrà fino a dicembre la perdita salirebbe a 65 miliardi. Comunque la pensiate c’è da essere realisti e la domanda da porsi adesso è: quando tutto questo finirà, sarò in ordine per affrontare un mercato che non sarà più come quello di prima?
La registrazione completa del webinar
In queste settimane, abbiamo tenuto molti webinar ed venti live dedicati a queste tematiche e a supportare gli operator i del turismo in questo momento di difficoltà: potete trovare le registrazioni degli eventi passati e i link per iscriversi a quelli futuri a questo indirizzo: https://blog.travelappeal.com/it/learning-centre/tutti-i-webinar-di-travel-appeal