Il durante sta durando ancora e adesso, questa newsletter la scrivo in piena seconda ondata, scopro che ci sarà pure una terza. In sostanza una tempesta.
Tra qualche giorno sarà passato un anno in apnea da quando arrivarono i primi segnali di pericolo dalla Cina. Non si sarebbe mai pensato di stare senza fiato per un periodo così lungo. Vi ricordate il famoso “andrà tutto bene”? I canti dai balconi? Ci siamo sempre imbarcati, noi italiani, in missioni impossibili senza un giusto equipaggiamento. La campagna di Russia dovrebbe essere stata di insegnamento. Invece niente, pensavamo che sarebbe stata dura ma non così tanto, che sarebbe durata un po’ ma non così tanto.
Ci siamo quindi spinti a immaginare il futuro come sarebbe stato dopo il virus, quando invece l’innovazione vera sarebbe quella di inventare una sorta di boccaglio iper tecnologico che ci consenta di stare vivi in questo letargo che supera ogni tempo immaginabile o immaginato all’inizio di questa storia. Come affrontare il durante senza una durata certa?
Guardiamo ai politici e agli scienziati nella speranza di trovare un “vate” che sia in grado, appunto, di pronunciare vaticini, di avere una visione quasi profetica per affrontare il futuro, ma invece di un vaticinio abbiamo bisogno di un vaccino. Il durante si passa con un vaccino, saremo nel durante fino a qualche mese dopo l’arrivo del vaccino che, mica semplice, si sposterà per il mondo a -80° secondo Pfizer o a -2° secondo Moderna. Un giochino da ragazzi insomma. Tutte le previsioni circa le tempistiche del cosiddetto “recovery” o recupero sono basate dando per certa la distribuzione del farmaco entro il 2021, se così non fosse ci sarebbe da spostare tutto un po’ più avanti.
Il durante dei corridoi di viaggio, che anch’io ritenni un progetto ideale, è naufragato miserevolmente in quanto ormai sono molto pochi i paesi che possono essere visitati senza dover fare la quarantena al rientro dal viaggio.
Non so se, come ha detto il presidente della United, siamo alla “fine del nuovo inizio” o all’inizio della fine. Ma qualcosa di importante ho trovato: la depressione per le compagnie aeree durerà fino al 2024, le prenotazioni sono sempre più correlate ai focolai di coronavirus e i viaggi business cambieranno da “dipendenti giramondo verso i luoghi di congressi e riunioni” a nuovi “lavoratori da remoto che durante l’anno dovranno raggiungere la casa madre”. Sì la casa madre, non le hall degli hotel riconvertite in luoghi da lavoro agile.
La bella idea degli uffici temporanei negli alberghi – tutti hanno giudicato insuperabile l’offerta di Citizen M – cozza un po’ con con i risultati di una recente ricerca di McKinsey nella quale si scopre che: l’89% dei giovani e il 69% degli over 60 preferiscono produrre in remoto e sono disposti a rinunciare ad alcuni benefit. Ma l’ideale è un lavoro agile di due o tre giorni al massimo. La noia più grande è dell’andare al lavoro (la metà del campione impiega mezz’ora per andarci e il 40% sfiora un’ora per il trasferimento. Il 1o% sceglie di lavorare da remoto perché ha paura di affrontare il tragitto verso l’ufficio), perché dovrebbero venire nel tuo albergo? Per giunta, tra gli over 60 ci sono molti manager che hanno difficoltà a organizzarsi fuori ufficio. Tolti questi, quelli che rimangono sono la ristretta platea alla quale si rivolge l’offerta delle sale degli hotel come sedi per il lavoro agile.
I buoni risultati – si fa per dire – relativi al terzo trimestre per le aziende turistiche hanno dimostrato che è l’estate che tiene accese – per adesso – le residue speranze di galleggiamento del settore nel medio periodo, sia che si parli di alberghi che di agenzie online. Solo un blocco efficace degli spostamenti durante l’inverno potrebbe avvicinare il tanto atteso vaccino ma anche un’estate, si spera, un po’ più lunga e un po’ più remunerativa rispetto a quella 2020. Un po’ tutti prevedono un buon terzo trimestre 2021: il CEO di Expedia e anche gli imprenditori italiani ed europei. Tornando ai buoni risultati del terzo quarto nei quali ci sono – guarda caso – luglio, agosto e settembre, sono certo che si scioglieranno come neve al sole da qui a dicembre:
Booking Holdings: Q2 -84% Q3 -48%
Expedia Group: Q2 -82% Q3 -58%
TripAdvisor: Q2 -86% Q3 -65%
Trivago: Q2 -93% Q3 -76%
MakeMyTrip: Q2 -95% Q3 -82%
Vogliamo parlare del rimbalzo dei titoli delle OTA quotate all’indomani dell’annuncio bene augurante di Pfizer e a quello più recente di Moderna, in merito ai progressi del vaccino? Ho analizzato un po’ movimenti azionari e ho notato che i titoli che hanno beneficiato maggiormente di questo balzo in avanti sono stati quelli delle piattaforme online; anche i titoli delle compagnie alberghiere hanno rimbalzato ma anche questi con minore efficacia – abbastanza logico visto che non beneficeranno granché del turismo di prossimità. Temo che il rimbalzo delle OTA sia caratterizzato da tre motivi: il grande accumulo di posizioni short (scoperto), la capacità per le OTA di beneficiare anche del turismo di prossimità, oltre al fatto che Biden abbia annunciato la costituzione di una task force affinché gli USA prendano finalmente sul serio la pandemia. Quarta ragione e forse la più importante è quella di alzare i multipli delle OTA in vista della, non più rimandabile, IPO di Airbnb grazie alla quale diversi investitori e finanziatori vogliono passare alla cassa.
Com’è possibile che il 9 novembre, giorno dell’annuncio di Pfizer, Biontech faccia “solo” il 13% e Expedia e Booking oltre il 20%? Non vi sembra strano? Per la verità Pfizer aveva beneficiato di un buon rialzo ma i manager lo hanno sfruttato per vendere buona parte delle azioni in loro possesso, facendo ritornare le quotazioni in linea con quelle prima dell’annuncio. Evidentemente ritenendo quella creatasi la massima opportunità economica nel medio periodo (secondo alcune fonti l’operazione sembra fosse pianificata e comunicata da tempo), anche per il fatto che alcuni competitor potessero essere più avanti e più efficaci nella sperimentazione (basti pensare all’annuncio Moderna).
Ma torniamo ad Airbnb. Molte sono le compagini finanziarie presenti nel capitale di Airbnb che non vedono l’ora di passare all’incasso con la prossima offerta pubblica e la conseguente quotazione in borsa. Fare in modo che Booking Holdings e Expedia abbiano capitalizzazioni del 20% più alte rispetto ai minimi oltre a multipli più elevati (rapporto prezzo/mezzi propri, fatturato, utile) consentirebbe di piazzare Airbnb con un valore pre IPO attorno ai 30/40 mld di dollari (adesso si parla di un valore attorno ai 18/20 mld). Insomma penso che questo exploit delle OTA quotate farà parte dell’ormai consolidata “agiografia di Airbnb” che da qualche anno non bada a spese di marketing e comunicazione e che, per completare la strategia, non avrà lasciato scoperto l’aspetto squisitamente finanziario. E pensare che all’inizio la chiamavate economia della condivisione.
Newsletter lunghina? Non te ne andare proprio adesso che arrivano i consigli!
Quindi cosa fare nel durante? La cosa più innovativa che immagino è difficile da realizzare: ha bisogno di tempi lunghi e di una logica di redistribuzione del lavoro e degli utili diversa da quella attuale (mentre c’è gente che fa la fame aumenta la raccolta dei fondi comuni azionari e nei conti correnti i depositi degli italiani sono arrivati a 1681 miliardi di euro); una fiscalità più giusta per chi paga e più severa per chi bara; un lavoro più flessibile e maggiore solidarietà tra lavoratori di diversi comparti. Aiutare un lavoratore meno fortunato potrebbe significare aver trovato un cliente per il futuro della tua azienda o un collaboratore ancora più felice.
Per adesso, se avete tempo, fate quello che non avete fatto prima. Fate anche cose a caso. Per esempio, sto leggendo una serie di libri che non ho mai letto o sto rileggendo quelli che non capii in prima lettura. Ultimamente ho riletto Siddharta – credo per la decima volta – ma continuo a non capirlo e tantomeno a ricordarmi il posizionamento della h nel titolo. Ho scoperto che se avessi letto a quattordici anni il Simposio di Platone avrei interpretato meglio qualche amicizia e avrei sofferto meno in amore. Oppure leggere la critica di Kierkegaard alla commedia “Il primo amore” di Eugène Scribe, e illuminarsi laddove la teoria del “primo amore” del filosofo barcolla quando “il suo primo amore era inflessibile sul fatto che il suo attuale amore fosse il primo”.
Anche il turismo e l’ospitalità nelle loro moderne evoluzioni, delle volte, non riesco a capirli ma temo che il bello sia proprio quello. Non sapere se finirà ma, soprattutto, come finirà.
Abbiate cura di voi! La prossima newsletter arriverà prima di Natale e spero di potervi fare un regalino.
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Photo by Tiko Giorgadze on Unsplash