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La newsletter di Officina torna puntuale anche nel 2021!

Ci siamo lasciati un mese fa con il ministro Franceschini che, con convinzione, spiegava il fatto che “in altri settori la ripresa sarà più lenta ma nel nostro settore la ripresa sarà impetuosa e violenta”. Nel giro di una settimana in merito a ciò si è espresso Lars Feld – presidente dei “Fünf Wirtschaftsweisen”, i cinque consiglieri economici del governo tedesco che in quest’anno complicatissimo hanno sempre centrato le stime – che ha detto che “i settori più colpiti continueranno ad essere il turismo, la ristorazione, gli alberghi e la cultura”. Subito dopo ha sottolineato la presidente della Bce, Christine Lagarde: “La ripresa dei servizi rispetto al manifatturiero è, per definizione, più discontinua e lenta”. Se vogliamo essere meno esterofili in merito a ciò si è espresso anche Francesco Daveri, direttore del programma Full-Time MBA della SDA Bocconi School of Management che spiega: “A trainare la ripresa saranno i settori già ripartiti come farmaceutica e tecnologie mentre turismo e ristorazione andranno incontro a un’inevitabile selezione darwiniana”. Anche l’Istat nel quantificare i danni della pandemia e nella previsione sull’ultimo trimestre argomenta: “Anche gli indici di fiducia delle imprese sono in deciso calo, in particolare nel settore servizi mentre la manifattura sembra ancora beneficiare del rimbalzo estivo.” Detto ciò, applausi al ministro per il suo inguaribile ottimismo. Anche Elisabetta Fabri – presidente di Starhotel – ha definito un luogo comune il fatto che “prima o poi il turismo riparta”.

Forse un po’ troppe persone stanno buttando mente e cuore oltre l’ostacolo Covid-19 perché è obiettivamente imbarazzante dire la verità: il presente è difficile da gestire, ci vogliono costanza, pazienza, lucidità e soprattutto responsabilità verso gli altri e verso il bene comune. Ecco, in questo noi italiani non brilliamo granché… meglio gli inglesi con il loro storico keep calm and carry on, che tradotto pare sia “stai calmo e vai avanti”, non “guarda avanti”. Devi stare calmo per poter fare qualcosa adesso. Non forse dopo.

Sì, mi accuserete ancora di pessimismo, ma mi limito ad analizzare la situazione e fare quel che posso e soprattutto quello che legge e Dpcm consentono di fare. Continuo a pensare che è opportuno adesso tenere la situazione sotto controllo con limitazioni anche importanti, se necessario, per poter salvare la stagione estiva. Non è così semplice per due motivi: non sappiamo se effettivamente sia partita la terza ondata, se si stia mischiando con la seconda, oppure se il brutto deve ancora arrivare. Se volete un’informazione seria e scientifica sulla questione vi consiglio l’iscrizione alla newsletter de Il Sole 24 Ore e il Lab24 aggiornato con frequenza. In Spagna si parla di ritorno al turismo nella tarda primavera, ma il primo ministro si sentirebbe più tranquillo se ciò accadesse quando il livello di vaccinazione del paese sarà al 70% e quindi indicativamente a fine estate (case farmaceutiche permettendo). Quindi vediamo di adottare misure concrete e stringenti nell’immediato, per poter serenamente desiderare un’altra estate.

Ho provato a elencare, come faccio da anni, le parole che useremo di più o di meno nel turismo nel 2021, ma sono tutte abbastanza banali e scontate: passaporto sanitario, reopen, recover, sostenibilità, assicurazione, vaccino. Mi è sembrato invece più bello elencarvi una serie di piccole frasi che ho sottolineato nelle letture di questi ultimi mesi e che fotografano meglio il momento: ci manca “l’attrito dei viventi”, vediamo da ottiche strane “i colori spettinati degli umori della natura”, viviamo accompagnati dal “guazzabuglio di sentimenti”, e mi piacerebbe incontrare più spesso “le menti irrequiete”.

Ma torniamo alle contingenze. L’economista Piketty sostiene che “il covid è una catastrofe. Non penso che sia uno choc tale da cambiare il sistema: ha rafforzato le diseguaglianze”. Sulla stessa lunghezza d’onda, in ambito turistico, avevo nominato nella newsletter di ottobre “sua maestà” Ian Schrager. Questa volta, per ribadire il concetto, vi riporto il pensiero di Federico Rampini che a fine anno su La Repubblica scriveva: “Tonnellate di banalità retorica sul “mondo che non sarà mai più lo stesso dopo la pandemia” s’infrangono con la realtà: il mondo all’uscita dal Covid ha molte somiglianze con quello del 2019, accelera quel trend verso la centralità dell’Asia che è in atto da trent’anni.”

Per passare all’operatività c’è da segnalare il grande peccato della Pfizer, che nel ridurre le quote vaccinali non ha solo fermato il buon ritmo dei programmi di prevenzione, ma ha anche contratto il numero delle prenotazioni. Da quando era partita la campagna vaccinale infatti, le prenotazioni erano iniziate ad arrivare superando per valore i budget nei quali forse ero stato troppo cauto, ma ve lo assicuro: campagna vaccinale e condizioni di assenza di penalità e caparre, rinviate a tempi migliori, avevano reso il mercato reattivo come nel periodo precedente l’estate scorsa. Peccato!

Aggiungo un po’ di cose a caso, che pare vi interessino più dei miei ragionamenti economico alberghier-turistici, la prima è l’intervista di Elisabetta Fabri (Starhotels) sull’inserto economico del Corriere. Significativi i passaggi nei quali dice: “Questo fermo macchina deve diventare l’opportunità per gettare nuove basi e rafforzare la percezione dell’Italia agli occhi del mondo” e poi lamentando l’assenza di interesse da parte delle istituzioni verso il turismo teme che mote aziende nostrane possano cambiare bandiera e diventare proprietà di gruppi stranieri. L’altra cosa a caso sulla quale gioire è che Usa e Europa si stanno organizzando per arginare lo strapotere delle varie piattaforme ma, come spesso accade, i più tempestivi sono stati i regolatori cinesi, che hanno cancellato all’ultimo secondo l’IPO di Ant Group, il colosso della finanza digitale di Jack Ma, che a novembre avrebbe dovuto completare la quotazione più ricca della storia. Secondo La Repubblica, in Cina si sta lottando contro una “espansione disordinata del capitale” e i primi fatti sono arrivati, scrive Filippo Santelli da Pechino: da una stretta sulla finanza online a nuove regole sulla privacy, passando per una inedita sanzione antitrust ad Alibaba e Tencent.

Ultima segnalazione ma molto carina. Se non avete letto La cura di Hermann Hesse fatelo subito. Racconta del primo soggiorno del filosofo al Verenahof di Baden nel 1923 (nel libro l’hotel è rinominato Heiligenhof). Dalla difficile trattativa per la maniacale scelta della camera all’arrivo, situazione classica del cliente più noioso e difficile, al primo furto provato in sala colazioni che da Hesse non vi aspettereste mai. “Alle nove, ospite pallido e silenzioso, entro in sala da pranzo, mi siedo a un piccolo tavolo rotondo, saluto senza parole la gaia e graziosa ragazza che mi porta il caffè, m’imburro un panino, me ne ficco un altro in tasca…” e poi quel panino verrà utilizzato nel parco poco dopo “…e sbriciolar quel pane e darlo in pasto a fringuelli e cince”.  Un soggiorno partito male: “Lei ha portato il maltempo” – l’incauta frase della ragazza del bureau. E poi i mille dubbi e turbamenti e la diffidenza che si sciolgono come neve al sole fino alla fine: “Quando lasciai Baden l’addio mi riuscì effettivamente penoso. Mi ero legato verso cose e persone… mi ero affezionato alla mia camera, al mio albergatore, alle gentili e graziose cameriere Roesli, Trudi e le altre,” e poi un ricordo del “bellissimo commiato che mi dette il padrone dell’Heiligenhof” che si disse certo a Hesse: “Lei sarà un nostro cliente abituale, tornerà di sicuro”. Nel libro scrisse che non ne era certo di tornare, ma in realtà Hesse soggiornò nei tre decenni successivi al Verenahof di Baden con regolarità.

Continuo a ripetere che quello che siamo oggi e la capacità di superare questo momento non dipende da come sarà il futuro, ma da come abbiamo operato negli anni passati. È il momento di coltivare i rapporti umani di valore, di affezionarsi alle persone e alle cose ben fatte, è il momento di fare l’inventario delle cose che contano veramente, è il momento del pensiero lento e profondo. È il momento forse, in cui la fedeltà dopo aver teso da anni verso zero, sta riguadagnando un sacco di punti. Poi torneremo a parlare di revenue, cancellation policy e release. Abbiate cura di voi e non mollate proprio adesso perché, ne sono sicuro, i nostri ospiti torneranno tutti e, sempre più, diventeranno nostri ospiti abituali.

Immagine di Voyager su Wikimedia Commons

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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