Per anni, molti di noi hanno guardato con un certo sospetto le vacanze All Inclusive (e la sottoscritta ancora lo fa). Troppa abbondanza, poca autenticità, troppe braccialetti colorati e buffet chilometrici. Eppure, qualcosa è cambiato. Gli italiani – come molti altri viaggiatori europei – sembrano oggi più inclini a cercare esperienze vacanziere che, al di là della forma, offrano un contenuto chiaro: serenità, semplicità e sicurezza.
Club Med, che di questo modello è stato il pioniere, festeggia 75 anni e, in collaborazione con SWG, racconta come il concetto stesso di vacanza si stia trasformando. E lo fa intercettando quello che, più che un trend, è ormai una vera e propria filosofia: viaggiare per prendersi una pausa vera dalla complessità della vita quotidiana.
Le 4S del nuovo lusso: Spensieratezza, Sicurezza, Su-misura e Sogno
La ricerca SWG restituisce una fotografia piuttosto nitida: il nuovo lusso non si misura più in stelle, metri quadrati o numero di piscine. Oggi, “lusso” è sinonimo di tempo di qualità, protezione, cura nei dettagli e – soprattutto – assenza di stress.
Spensieratezza (60%), sicurezza (61%), su-misura (58%) e sogno (57%) sono i quattro pilastri che emergono, trasversalmente alle generazioni. Se i Baby Boomer mantengono un’idea di solidità e affidabilità, la Gen X valorizza l’equilibrio tra organizzazione e qualità. I Millennial chiedono sicurezza, mentre la Gen Z cerca soprattutto semplicità e facilità di accesso a destinazioni lontane, meglio se “Instagrammabili” e ben raccontate online.
Un ritorno che parla anche al mercato italiano
In Italia, la formula All Inclusive sembra parlare soprattutto alle giovani famiglie. Secondo i dati della ricerca, due genitori su cinque hanno già usufruito di Kids Club, e il 55% dei genitori italiani considera la sicurezza il criterio guida per la scelta della vacanza. Non è un caso che Club Med evidenzi come le famiglie rappresentino il 45% della sua clientela.
Ma il messaggio va ben oltre la demografia. Oggi, anche chi viaggia in coppia o in solitaria cerca vacanze facili da gestire, senza brutte sorprese, con un supporto esperto e un’organizzazione fluida.
In un contesto in cui il turismo domestico italiano continua a soffrire – causa stagnazione economica, calo del potere d’acquisto e mancanza di politiche lungimiranti – i player internazionali dell’All Inclusive si prendono sempre più spazio. Offrendo quello che, spesso, manca alle strutture indipendenti: un’esperienza lineare, facilmente prenotabile, trasparente nei costi e ricca di servizi accessori percepiti come “di valore”.
Il lusso? Meno oggetti, più esperienze
Un italiano su cinque è disposto a fare meno vacanze, ma più esclusive. Non è solo un cambio di rotta post-pandemico, ma anche un segnale di maturità del mercato. Stiamo assistendo – dati alla mano – a una desiderabilità crescente per le esperienze Premium, anche a scapito della quantità.
Questa tendenza ha un impatto anche sul turismo balneare europeo, che rappresenta ancora oggi una colonna portante dell’economia turistica. Secondo la Commissione Europea, il turismo costiero genera oltre il 40% del valore aggiunto del settore e il 64% dell’occupazione legata alla Blue Economy. Eppure, l’estate come “alta stagione indiscussa” è sotto pressione: per il cambiamento climatico, per i flussi poco gestibili, ma anche per una diversa distribuzione del tempo libero. Il vero lusso, sempre più, è partire quando gli altri restano.
Il futuro dell’All Inclusive passa per la personalizzazione
Le nuove frontiere del Premium All Inclusive non sono più legate a quanto si mangia, ma a come ci si sente. Le strutture che investono su format evoluti (menu à la carte, attività esperienziali, design sostenibile) riescono a rispondere a un pubblico esigente, che non accetta più standard anonimi, ma vuole sentirsi visto, ascoltato, coccolato.
E attenzione: il concetto di “all inclusive” può essere declinato anche su scala più piccola. Nei miei progetti di consulenza, vedo strutture indipendenti (anche B&B e agriturismi) che, attraverso piccoli accorgimenti, riescono a costruire pacchetti che semplificano la vita al cliente, elevano la percezione del valore e creano memorabilità.
Offrire una colazione ricca, un transfert, una cena con prodotti del territorio, una gita organizzata con guida locale: tutto questo è già una forma intelligente di All Inclusive, adattata al contesto italiano e alle nostre strutture, spesso a conduzione familiare.
Conclusione: vacanze su misura, ma senza ansia
Nel 2025, parlare di “vacanze senza pensieri” non significa tornare al passato. Significa interpretare il presente e costruire esperienze che rispondano al desiderio di fuggire dalla complessità, recuperare tempo e sentirsi realmente a proprio agio.
L’All Inclusive ha capito prima di altri questa esigenza. Tocca a noi, operatori turistici, capire come interpretarla – con i nostri strumenti, la nostra creatività e, perché no, anche la nostra proverbiale ospitalità.