Paolo Iabichino ha lasciato il segno a Firenze
Se internet è un mondo virtuale io sono Napoleone. Diciamo che vogliono farlo diventare virtuale con leggiucole, tranelli e provvedimenti arcaici come spiega Riccardo Luna col suo Login su Wired di Novembre. Tutto normale ragazzi, non vi allarmate, siamo in Italia, abbiamo sempre protetto i mercati e in particolare i mercati dalle innovazioni. Avete letto bene, non abbiamo mai permesso alle innovazioni di permearci, sempre diffidenti, sempre spenti.
C’è da tutelare uno zoccolo duro di imprenditori spenti (sarebbero quelli opposti agli illuminati) che ritengono di bloccare le innovazioni come l’unico modo, per loro, di non restare indietro. Quindi anche con internet stiamo arretrando, essere gli ultimi dei moderati nella classifica European Innovation significa anche essere i primi tra quelli che arretrano. C’è però una parte di Italia oltre a quella che partecipa a I Love Internet che con questo mezzo ci lavora e ci produce una fetta significativa di PIL, una delle poche fette della torta che cresce e che permette all’Italia di rimanere, a livello economico, tra le prime potenze del globo (non so per quanto).
Ritengo sia per questo che Paolo Iabichino col suo intervento ha infiammato la BTO, l’abbia resa più viva di quel che è – e vi giuro che è parecchio viva – ed abbia reso un servizio ad internet facendolo diventare meno virtuale e, allo stesso tempo, mezzo per rendere il nostro approccio al mercato e al mondo del lavoro, quello si, meno virtuale, meno esasperato, più vivo di passione.
Dopo ore ed ore di tecniche, consigli, e appassionati racconti di scoperte e metodi lui è come se fosse uscito prepotentemente dal video dei nostri portatili, portandoci alla dura realtà e ci ha fatto capire due cose:
– Che non si può tirare ancora la corda, che dobbiamo trovare un nuovo modo di comunicare il nostro lavoro, di vendere, di fare pubblicità, che bisogna fare Invertising;
– Che il nostro è un lavoraccio, che il turismo non trova rispetto nelle decisioni di chi lo gestisce e per il lavoro di chi ci vive, come non poteva partire l’applauso quando Paolo ha detto, che Italia.it è un fallimento e che non si può dare il benvenuto ad un ospite con serenità se si è titolari di un contratto co.co.co e si percepiscono 600 euro al mese.
Mi sono accorto, non che gran parte della platea ha applaudito, ma che una porzione di essa non ha battuto le mani, sono gli stessi che vedono Tripadvisor come nemico (anche io invito dal diffidarne, di non abusarne e di prenderlo a piccole dosi, ma ragionando, spero). Lo combattono d’istinto sperando di fermarlo, così come fanno con internet, con i blog. Ecco, noi dobbiamo unirci a Paolo, diffondere queste idee, dobbiamo uscire da dentro il video e fare un po’ di evangelizzazione. Dobbiamo stare attenti perché di imprenditori spenti ne abbiamo alcuni vicino, dobbiamo accenderli, è l’unico modo per non farci spengere. Grazie a Paolo, da martedì, la definizione di internet è più semplice, anche gli studenti se la potranno ricordare meglio: Internet? Virtuale un cavolo!
Robert Piattelli mi ha segnalato questo post, scusa l'intrusione…
Chiunque tu sia, grazie per aver sintetizzato così bene il mio intervento al BTO. E' stato un piacere essere tra voi.
Complimenti ancora per quello che scrivi e per come lo scrivi. Speriamo che tutto questo un giorno possa servire a migliorare le cose…
Grazie ancora e buon lavoro