Formiamo giovani qualificati. [Elbareport 30 giugno 2004]
Attraversiamo senza dubbio l’anno che definitivamente palesa una marcata tendenza recessiva che, a livello elbano, è in atto già da un tempo di per sé troppo lungo.
Un’interessante reazione, questa volta, arriva dalla Banca dell’Elba che, a livello dirigente è fortemente caratterizzata, e non potrebbe essere diversamente, dall’imprenditoria turistica. […]La Banca dell’Elba si propone sostanzialmente come una vera e propria cabina di coordinamento turistico quantomeno sotto l’aspetto squisitamente economico finanziario. Non a caso, l’attività alberghiera di molti soci e dirigenti della banca, unita alla possibilità di sondare il terreno a livello economico e la capacità di misurare i flussi finanziari possono senza dubbio rappresentare il luogo ideale per dare inizio ad una nuova fase di coordinamento di tutti gli operatori dell’isola d’Elba.
Un forte apprezzamento per quanto proposto dalla Banca deriva anche dalla consapevolezza che dovranno essere gli stessi Lavoratori (finalmente, questa volta, con la lettera maiuscola al pari degli Ospiti, è già un successo!?!, altre volte dimenticati, certe altre volte bistrattati: parlo degli uni e degli altri!) a prendere parte al progetto.
Proprio dai Lavoratori, i quali potrebbero anche organizzarsi e scegliere un loro rappresentante in questo “laboratorio”; al di fuori della classica rappresentanza sindacale, potrebbero arrivare le idee migliori e sicuramente più facilmente attuabili e forse molto più innovative.
Pensate a quanti dipendenti alberghieri lasciano l’Elba per la stagione invernale e rientrano sull’isola per la successiva stagione estiva: abbiamo mai chiesto loro cosa hanno visto, cosa hanno imparato, come hanno lavorato, quali tecniche hanno visto applicare in contesti sicuramente diversi ma di egual caratura e in egual settore?
Ritengo che il miglioramento del rapporto prezzo/qualità dei servizi investa principalmente il Lavoratore, che ormai viene ritenuto, almeno a livello teorico, non più un mero elemento da incasellare tra i fattori produttivi ma un soggetto fondante e fondamentale di una realtà aziendale matura e al passo coi tempi.
Certo di questa realtà mi chiedo quanto abbiano puntato le istituzioni, le associazioni di categoria, il mondo produttivo elbano sulla formazione delle figure professionali, in particolare di quelle residenti all’Elba. Quante borse di studio abbiamo assegnato ai diplomati più promettenti
licenziati dalle nostre scuole superiori? Perché non si è preso in considerazione l’insegnamento della lingua tedesca sin dalle classi elementari?
Abbiamo incentivato in qualche modo i giovani elbani allo studio delle tecniche turistiche? Quanti corsi di aggiornamento professionale sono stati organizzati e pubblicizzati in maniera incisiva? Abbiamo offerto ai nostri giovani laureati dei masters al termine dei quali potrebbe essere loro garantito un periodo di stage (meglio se incentivato a livello economico) in aziende alberghiere o
addirittura all’interno delle stesse associazioni di categoria?
In conclusione ritengo che uno dei punti deboli che caratterizza l’offerta elbana sia proprio da riferirsi ai mancati investimenti nella formazione, nel non aver puntato sulle risorse umane disponibili in gran numero e nel non aver ritenuto il lavoratore Lavoratore.
Annoto positivamente questo passo avanti, come ho annotato che gli elbani, non solo quelli turismolegati, hanno con il voto più recente, puntato su scelte politicamente alternative ma allo stesso tempo su forze significativamente più giovani.
L’idea quindi che modestamente vorrei avanzare è quella di investire puntando sui giovani, formare una nuova classe dirigente altamente qualificata, guardando oltre il domani, senza porre correttivi del momento spesso più costosi e che non incidono significativamente sulle tendenze. Non correre ai ripari ma puntare con coraggio sul futuro e sull’individuo rendendo quest’ultimo consapevole della sua centralità in questo progetto grazie alla fiducia che sapremo riporre sulle sue potenziali capacità.