E’ da giugno che avevo in mente questo post. Precisamente da quando un mio amico, gestore di un ristorante a Capoliveri all’Isola d’Elba, mi ha raccontato che, tutte le sere, quattro o cinque ospiti raggiungono il suo ristorante dicendo di aver conosciuto il locale on line, in particolare su TripAdvisor.
Immagine http://www.flickr.com/photos/michaeeel/5240727262/ |
Ritengo infatti che per le piccole strutture turistiche come ristoranti o piccoli alberghi a conduzione familiare, è più semplice e più proficuo progettare una strategia di social media marketing. Non ci credi? Proviamo a farlo insieme.
Primo passo: diamo per scontato che il tuo ristorante abbia già un bel sito on line, ben posizionato, molto accattivante, con delle grandi immagini del locale e nelle apposite sezioni delle belle immagini delle portate che servi in tavola. Poche pagine, ben strutturate. Iniziamo a dargli una “socialità”: dotiamo il sito, in ogni pagina, dei sistemi di condivisione. Conterrà anche una serie di link che permetteranno al visitatore di raggiungere i luoghi social dove avremo attivato i vari profili. Quali scegliamo? Non tanti, uno per ogni caratteristica che vogliamo esaltare: storie, immagini, filmati, localizzazione.
Secondo passo: Apriamo un blog? Aprire un blog non è cosa semplice, però ci sono migliaia di blogger, specialisti marketing e professionisti che spiegano come editare un blog, se hai pazienza sono tutti consigli che troverai on line. La sola cosa che ti raccomando è di scrivere solamente di temi e questioni che possano interessare i tuoi lettori. Molte volte ciò che dici non interessa, non influenza ed è superfluo, tutto ciò su internet è dannoso. Se non hai niente da dire esci e fai un po’ di foto, una passeggiata, leggi un libro…
La piattaforma più semplice e intuitiva per aprire un blog è quella offerta da Google e si chiama Blogger. Appena ti sarai impratichito di blogging, la piattaforma Blogger ti starà stretta è ti maledirai per non aver utilizzato WordPress. Cosa ti consiglio? Vai subito su WordPress, arrabbiati, fai qualche prova, prendi posto su questa piattaforma. I temi che potrai trattare sul blog saranno: la storia del locale, aneddoti e storie di colore accadute nel ristorante e nel paese dove è locato, la storia della città, ultime ma più importanti le ricette e i trucchi dei tuoi cuochi…
Terzo passo: il blog, come il sito internet, rimanderà ai vari profili che avrai attivato sui social media tra i quali ti consiglio:
– su Facebook apri una pagina pubblica dell’attività (non aprire un profilo personale) non c’è niente di più odioso di un pub o un ristorante che ti chiede: come stai? Tra le altre cose Facebook lo sconsiglia vivamente e corri il rischio che il profilo personale utilizzato con finalità aziendali venga sospeso. Guarda, questo esempio con le recensioni degli ospiti come pagina di benvenuto non mi pare male;
– attiva un canale su You Tube, dove caricherai video che riguardano il locale, la sua storia, riprendi e diffondi video dove i cuochi preparano e spiegano ciò che fanno, come questo. Non servono effetti speciali, le storie devono essere oneste, vere e originali;
– su Flickr pubblicherai le fotografie del locale, delle pietanze, delle materie prime che utilizzi, la foto del contadino e dell’orto dove ti rifornisci delle primizie di stagione, e tutto ciò che accade nella tua città…
– Twitter (solo per i più bravi) raccontare e interessare persone in soli 140 caratteri è meraviglioso e produttivo ma difficilissimo. Puoi usarlo per ritrasmettere quello che scrivi su altri social media ma il pubblico di Twitter non è lo stesso di Facebook e quindi è preferibile una comunicazione diversa tra l’uno e l’altro.
Quarto passo: adesso non resta che andare a controllare cosa si dice on line della tua attività. Ci sono degli strumenti che possono aiutarti, quasi sempre puoi iscriverti al servizio feed rss delle schede che riguardano la tua struttura su TripAdvisor e 2Spaghi per esempio (i due siti di recensioni più usati per giudicare i ristoranti. Il servizio è disponibile via mail oppure via feed rss (entrambi gratuiti) quando in una data pagina trovi il simbolo che vedi nell’immagine a lato). Anche se non lo sai è molto probabile che si parli di te nella rete. Come scoprire chi, dove e come parla di te? La via più semplice è attivare Google Alert, segnalando come parola chiave l’insegna della tua attività. L’abbonamento ai feed o alle comunicazioni e-mail dei siti di recensione e l’attivazione di Google Alert ti permettereanno di gestire una parte significativa della rete che ti interessa, controllare tutto è impossibile proprio come nella vita di tutti i giorni.
Quinto passo: arriviamo adesso ai siti che offrono servizi legati alla geolocalizzazione. A cosa servono? Servono a segnalare che la tua attività esiste alle persone che sono vicine a te e stanno cercando un ristorante o un albergo. Su Foursquare, ad esempio, posso scoprire che a due passi dal luogo dove mi trovo c’è il tuo ristorante, addirittura posso anche notare se i miei amici lo hanno frequentato e se si sono trovati bene, in alcuni casi è addirittura segnalato il piatto migliore o comunque quello che hanno maggiormente gradito e che consigliano. “Impossessati” della scheda della tua attività, sicuramente qualche avventore l’avrà già attivata. Una volta appurato che tu sei il gestore del locale, Foursquare ti consentirà di gestire la tua scheda inserendo anche delle offerte (sono quasi sempre finalizzate a invogliare gli ospiti a utilizzare il social network).
Sesto passo: il wi-fi free in sala da pranzo permette ai tuoi ospiti di comunicare “in diretta” le loro senzazioni e l’accoglienza che ricevono. Quasi sempre sono le sensazioni positive quelle che si trasmettono in prima battuta on line.
Questo è quello che devi mettere in campo per sfruttare al meglio e con un impegno relativo le opportunità che i social media possono offrirti. Più riuscirai ad interconnettere i vari profili e più il tuo network sarà efficiente e frequentato. Sarà molto semplice gestire le conversazioni sul tuo locale. Se il network è strutturato bene ti basteranno due tre ore alla settimana per parlare con i tuoi lettori/ospiti/amici, se tutto funziona addirittura inizieranno a parlare tra loro rendendoti un servizio che ha un valore elevato.
Non ti preoccupare, internet non è il diavolo e neanche i siti di recensione lo sono. Su TripAdvisor, per esempio, la stragrande maggioranza delle recensioni è positiva. Se il tuo cuoco non sa cucinare e tu tra i tavoli sei quasi sempre scortese, ti consiglio di non aprire i profili sociali e anche di evitare di controllare i luoghi on line dove si parla di te. Lascia perdere i social network, hai evidentemente altre priorità.
Se non sono stato chiaro o se vuoi approfondire il tema puoi commentare questo post oppure contattarmi sui vari social network.
eh… il problema è che il ristoratore medio non sa niente di tutto questo e quel che è peggio lo rifiuta!!
una volta 1 amico mi ha portato da un ristorante dicendogli parla con lei che ti da una mano a decollare.
dopo 30 minuti che parlavo con il ristoratore e fratello (che a sua volta ha una pizzeria) mi dicono: ma davvero la gente cerca su Internet i ristoranti? mmh.. mah.. io non lo farei.
finchè non si svegliano loro, si va poco lontano.
e dire che tantissimi lettori del mio blog vanno nei ristoranti che recensisco… e questi manco lo sanno!
La speranza è che qualche ristoratore ci legga e prenda coscienza della situazione. E' un momento epocale, con dei concetti difficili da digerire, ma tu mi insegni che la direzione è una sola, incontrovertibile e ineludibile. Dico sempre che ci sarebbe da chiedersi non quanto cosata esserci ma quanto costerà non esserci stati. Grazie Nelli per il tuo contributo.
bell'articolo
semplice, sensato e ti da la voglia di provarci per partire socializzare un'attività commerciale
sono molto curioso di vedere se c'è spazio per altri lavori (tipo il mio): ad oggi mi sembrerebbe proprio di no . . .
o mi sbaglio ?
Illuminatemi o seoguruS
🙂
Ciao Sabino, credo sia possibile socializzare in ogni campo. Ho dato un'occhiata al tuo profilo e ho visto che il tuo settore è quello medico. Ti faccio vedere cosa hanno fatto al Centro Iperbarico di Ravenna: un blog, una pagina facebook e connessioni a flickr, you tube, e feed rss. Spero di esserti stato utile e grazie per aver letto OT
Ecco il link per Sabino http://www.iperbaricoravennablog.it/
Davvero molto completo l'articolo. Diciamo che fornisce una strategia di base di visibilità a 360°, e per visibilità a 360° intendo branding e posizionamento (online e offline).
Molto d'accordo su tutti gli strumenti, soprattutto sulla necessità di creare un Network Aziendale, composto da sito + blog + presenze Social. Il contenuto peraltro risulta fondamentale anche in chiave SEO (e non è una banalità!). Se si ha qualcosa da raccontare (e un attività turistica sicuramente ce l'ha!) è un dovere fare di tutto per aprire il network creato all'esterno.
Un unico appunto. Io ho iniziato con Blogger e, ora che potrei tranquillamente passare per competenze a wordpress, resto a blogger. Innegabile il fatto che non sia mai down (wordpress qualche volta, raramente si) e che anche a livello SEO, venga guardato con un pò più "d'amore" dal motore di ricerca…
Complimenti per il blog.
Paolo
Grazie Paolo, faccio tesoro della tua segnalazione in merito all'aspetto SEO, per me meno congeniale rispetto a quello social. Sull'amore di Google per Blogger ovviamente condivido. Non sapevo dei down di WordPress, ho iniziato a usarlo da poco… vedremo!
é tutto spiegato in maniera dettegliata e semplice,utilizzabile da tutti,quindi complimenti,peró a mio avviso,viene trascurato un aspetto importante: tutto ció che é su internet,riguardo un locale,é sempre spontaneo e nato per la condivisione libera di tutti e per tutti,ma se i gestori di ristoranti iniziano ad usare i blog o social vari come veicoli pubblicitari,a mio avviso snaturano qualcosa che é nato come libero da condizionamenti,generato dalle semplici esperienze di chi é come noi per condividerlo , rendendo invece l'informazione un pó di parte,un pó come quelle riviste di vino che danno i voti alle aziende che fanno pubblicitá sulla rivista stessa. Forse é meglio osservarli,senza intervenire in maniera diretta,se non per spiegare le situazioni dubbie;e dico questo cosciente di tutti i rischi che comporta,perché molto spesso un tripadvisor puó essere positivo come molto negativo . Emanuele fontana
@Emanuele per coerenza ti copio il commento che ti ho postato su Facebook (potenza della condivisione). Credo che nell'evoluzione delle relazioni, il condividere da parte degli addetti ai lavori dubbi e segreti del proprio lavoro con gli ospiti serva a creare un'offerta migliore a beneficio proprio dell'ospite, ci sarà sempre un po' di intento pubblicitario, ma nelle relazioni bidirezionali come nel caso dei social network chi non è onesto e propositivo prima o poi viene "beccato". Grazie per aver commentato Officina.