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Mentre nel panorama del turismo italiano c’è chi crede ancora ai “portafogli con le gambe”, c’è chi invece si rimbocca le maniche e cerca di trovare il bandolo della matassa. Spesso abbiamo ragionato che se una determinata località è governata bene, non deve fare altro per diventare una località turistica di successo.

Se la circolazione in paese è ben organizzata, se il servizio idrico e tutti gli altri funzionano, se la sanità è buona, se le aiuole sono fiorite e le spiagge son pulite, se i ragazzini prima di gettare una carta a terra ci pensano due volte e  trovano il cestino dei rifiuti si è già ospitali.

L’ha anche detto di recente Carlin Petrini di Slow Food: “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza” (dal blog di Roberta Milano).

Tutto questo preambolo per segnalarvi che in Liguria è nato il progetto “Il turismo che vorrei” che potrete analizzare nel suo insieme sul sito della Liguria. In sostanza tutto gira intorno a un blog, inteso come piattaforma di scambio. E’ un bloggone mi verrebbe da dire. Un progetto che sottende una larga partecipazione da parte di chi in Liguria ci abita, ci lavora, fa turismo. Possono partecipare tutti coloro che pensano di poter dare il loro contributo in merito a: turismi, imprese e operatori, accessibilità, organizzazione turistica, informazione e accoglienza, mercati, web, comunicazione e promozione.

La creatura nasce da un progetto dell’Assessorato al Turismo della Regione Liguria ed è sviluppata dallo Studio Giaccardi e Associati di Ravenna. Questa iniziativa, per la sua caratteristica principale, quella della partecipazione dal basso e come luogo di ascolto, è la prima nel suo genere in Italia ed è finalizzata alla redazione di un documento con il quale verrà progettato il futuro turistico di un territorio.

Il blog è stato presentato il 19 gennaio scorso ed è già partecipato, adesso sta nella capacità dell’istituzione, nel modo di porsi e di “incitare” alla responsabilità che ogni cittadino deve assumersi per migliorare se stesso e i luoghi dove vive poi… il turismo arriva, non c’è dubbio.

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

4 Comments

  • gerad white ha detto:

    Non possono che farmi piacere questi progetti attenti alle evoluzioni del nostro vivere sociale. Responsabilizzano, perché mettono in prima battuta l'accento sulla nostra possibilità ( lungimirante) di voler bene al territorio in cui operiamo, di viverlo, usarlo , suonarlo, assaggiarlo, rispettarlo, custodirlo e quindi più facilmente trasmetterlo. Non esiste modo migliore per passare dall'ospitalità all'accoglienza turistica, da un luogo a una destinazione turistica, del responsabilizzare gli abitanti, del renderli anche parte di un progetto comunicativo. Non c'è migliore biglietto da visita per una destinazione che i propri abitanti che cooperano e mostrano e comunicano quanto si possa e come si possa vivere la regione in cui vivano :-))) Bene così, l'Australia non è poi così lontana 🙂

    Giovanni Sedda

  • Paolo Ratto ha detto:

    Ciao Robi,
    mi hanno informato del progetto, di cui ho letto le prime specifiche proprio nel tuo ottimo articolo. Ti chiedo solo una cosa: perchè non lo hanno aperto ai social network? Strategia difensivista anti-crisi social?
    Io ne ho parlato qui… http://paoloratto.blogspot.com/2012/01/la-liguria-emula-il-mulino-alla-ricerca.html

  • Lidia Marongiu ha detto:

    Caro Robi grazie per il bel post!
    @Paolo La tua è un'ottima osservazione ma non c'è dietro alcuna strategia difensiva ma solo l'intento di concentrare la discussione in un unico spazio per non disperdere i contributi e le conversazioni che ne derivano. Questo perché la fase di ascolto e raccolta dei contributi per la stesura del piano triennale durerà solo sino ad aprile/maggio. A questo si aggiunge un altro motivo: abbiamo bisogno di idee, proposte e opinioni "strutturate" e un po' meno di like e complimenti:)
    Sappiamo bene che lasciare un commento o un contributo su un blog è più impegnativo rispetto all’estemporaneità di un commento su FB: bisogna avere un'idea e saperla anche esporre. Su altri social a volte ce la si cava con un like o con un retweet: utili alla viralità della comunicazione, meno all'emersione di contenuti forti.
    Ti anticipo però che il blog dopo la redazione del piano triennale si evolverà rimanendo come piattaforma di confronto e partecipazione aperta con molte e possibili integrazioni…
    Detto questo credo però che le tue osservazioni siano davvero molto stimolanti e quindi credo che insieme ad altre riflessioni che ho trovato in rete le presenteremo al prossimo incontro con l'Assessorato. Del resto la filosofia bottom-up su cui ci siamo basati serve non solo alla co-creazione dei contenuti ma alla stessa struttura del progetto.

    Grazie, Lidia Marongiu
    Resp. Progetto Il turismo che vorrei in Liguria

  • Paolo Ratto ha detto:

    Grazie a te Lidia. Davvero molto esaustiva. Le motivazioni sono più che comprensibili. Quindi… un passo alla volta.

    Paolo

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