Pochi giorni fa segnalai che nel rapporto e-commerce di Casaleggio e Associati, gli intervistati (responsabili marketing, professionisti ecc.) intravedevano le loro future strategie “legate al valore e alla credibilità del marchio, alla fidelizzazione dei clienti e finalmente incideranno meno che nel passato le politiche di prezzo“.
Solo illusione? Il rapporto di iPerception relativo all’ultimo quarto del 2011 dimostra che – purtroppo n.d.r. – il prezzo risulta essere l’ostacolo più importante che fa interrompere la procedura di prenotazione. La fetta di utenti che vengono “bloccati” dalla tariffa è pari al 30%. A questi si deve aggiungere un 12% di utenti che non hanno finalizzato la prenotazione perché il sito non era facilmente fruibile e deduttivo o perché si è verificato un errore nella procedura di prenotazione. L’8% si è rassegnato al fatto che non riusciva a trovare le informazioni richieste.
Tra coloro che hanno visitato siti di travel il 26% l’ha fatto con l’intenzione di effettuare una prenotazione. Uno su cinque è arrivato al sito in cerca di informazioni (l’info travel è tema tanto caro alla Prof. Milano guarda qui) sull’hotel e sui prezzi.
Mentre chi viaggia per piacere cerca più di altri informazioni, i viaggiatori d’affari sono quelli maggiormente portati al concretizzare la prenotazione. Il 28% degli utenti arriva ai siti internet digitando l’indirizzo preciso, il 27% grazie ai motori di ricerca.
Fonte: eMarketer digital intelligence
Al tuo 12%, per l'usabilita', in realta' devi anche aggiungere quel 9% di ran out of time e 4% di technical problems, che fa 25%, una bella parte. E ci risamo col "back to basics", eh?
R. Baggio
Grazie Prof. per la precisazione statistica e per il "back to basics" 🙂