Cosa c’entrano gli hotel con i supermercati?
Sabato, mentre facevo la spesa mi è venuto in mente che se si vuol capire il futuro della distribuzione degli hotel, bisogna studiare quanto è successo nella grande distribuzione. And so what, direte voi?
Avremo un mercato di vicinato (il corrispettivo in campo turistico è il week-end), cioè un mercato definito dalla distanza in tempo di auto/treno dei luoghi di vacanza dalle grandi aree metropolitane. In questo mercato conta il passaparola e la cura della relazione “amicale” con il cliente. E’ un mercato dove si compete con le strutture extra-alberghiere ed in particolare con gli agriturismi.
Poi ci sarà il mercato del Tempio cioè mercati di nicchia, dove si vendono ville, hotel di charme, hotel di design. Un esempio calzante sono i luoghi esclusivi per i prodotti enogastronomici come Peck a Milano e, in un certo senso, Eataly (in molte città).
Per tutto il resto, ci sarà la GDO, la grande distribuzione. Le OTA oggi, Google e Amazon domani, faranno come l’Esselunga (per citare quella e me cara, ma pensate al vostro supermercato preferito) ha fatto con i suoi prodotti. Ci saranno tre tipologie di distribuzione.
- Nelle grandi città assisteremo al consolidamento delle catene alberghiere. Quindi, i prodotti con un forte brand (quelli delle grandi catene alberghiere) continueranno ad esistere con la loro identità e avranno un rapporto di amore e odio con il distributore, ma è binomio di cui non si può fare a meno.
- Per il resto, gli hotel indipendenti, cioè la stragrande maggioranza degli hotel italiani si aprono due strade. Prima, diventare un terzista di prodotti di qualità (tecnicamente i private label). Per intendersi, nel mio esempio, quelli firmati da Esselunga con Esselunga, Esselunga Top, Esselunga Bio, ecc.
- Seconda, diventare un terzista di prodotti di primo prezzo (i mitici prodotti Fidel nel caso di Esselunga, i low cost prima di Ryanair).
Nelle grandi città, il consolidamento è già in atto. Secondo un recente articolo del WSJ le maggiori catene americane raddoppieranno nei prossimi anni il numero delle camere in Europa.
Per gli hotel “indipendenti” la loro dipendenza dalle OTA è tutta in queste parole di Dan Waslolek di Morningstar:
in Europe independent hotels represent about 60% of the market versus only 30% in the US. Because these boutique hotels are too small to effectively market, their dependency on the OTAs for marketing and distribution is greater and stickier. These boutiques are unlikely to use multiple online distribution channels, because their size does not allow staffing to actively manage inventory and relationships with multiple partners.
Piccolo è e sarà bello solo se si è capaci di giocare nel mercato del tempio o in quello di vicinato.
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