Turismo spaziale: Il Lunar Hilton [seconda parte] e altre storie
Gli albergatori Hilton non furono gli unici a immaginare gli hotel nello spazio
Anche se i piani di Hilton per gli hotel lunari sembrano un po’ ambiziosi per gli standard odierni, egli era invece molto serio nel suo tentativo di renderli realtà. “Credo fermamente che avremo gli Hilton nello spazio” disse alla Società Astronautica Americana. “Forse abbastanza presto da farmi inaugurare il primo. Se invece il destino non collaborerà con me, potete scommettere il vostro ultimo dollaro che uno dei miei figli farà parte dell’Hilton Hotel System nello spazio.” Come sapete non è andata proprio così.
Sembra che anche altri avessero preso sul serio Hilton, proprio Hilton fece riferimento ad un agente di viaggio della costa orientale che a metà degli anni ’60 stava prendendo 10 dollari di caparra sulle prenotazioni per il Lunar Hilton.
Immediatamente dopo la presentazione di Barron Hilton – alla tredicesima conferenza della Società Astronautica Americana del 1967 – salì sul palco l’ingegnere missilistico tedesco Krafft Ehricke e spiegò il suo piano per un hotel in orbita spaziale, che chiamò Astropolis. A differenza del progetto di Hilton, l’hotel spaziale di Ehricke avrebbe ruotato per produrre gravità artificiale. Alcune aree dell’hotel avrebbero ruotato a velocità diverse rispetto ad altre, permettendo differenti ambienti di gravità che avrebbero riprodotto la sensazione di essere sulla Luna o su Marte. Secondo Ehricke, Astropolis poteva ospitare 1.100 ospiti alla volta, ma a causa dei costi di trasporto e di manutenzione l’hotel avrebbe creato un profitto di soli circa 5 dollari per ospite al giorno. I calcoli di Ehricke erano basati sulla convinzione che i costi del lancio sarebbero arrivati un giorno a circa 70 dollari per libbra, grazie all’avvento di veicoli di lancio riutilizzabili (Proprio in questi mesi Elon Musk con SpaceX riutilizza i materiali di lancio abbassando drasticamente i costi delle missioni) e migliori carburanti per razzi. Oggi costa ancora almeno 9.000 dollari per libbra di materiale lanciato nello spazio. Come vedete, per rendere accessibile a tutti il turismo spaziale c’è da superare questo primo grande ostacolo.
Sfortunatamente, nonostante l’instancabile ottimismo di Hilton ed Ehricke, i loro piani ambiziosi per gli hotel spaziali non sono andati molto oltre i pochi disegni abbozzati e a una manciata di materiali promozionali come una chiave dell’hotel e un modello di richieste di prenotazioni per il Lunar Hilton. La realizzazione più vicina al sogno di Hilton si sarebbe verificata nell’anno della sua presentazione, quando una Stazione Spaziale Hilton comparve in 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (foto di copertina).
L’idea di Barron Hilton ebbe una breve rinascita alla fine degli anni ’90, quando lo studio di architettura Shimzu disegnò progetti per un hotel orbitale spaziale con una capienza di 64 camere. L’hotel sarebbe stato composto da un anello rotante di circa 400 piedi di diametro, che avrebbe creato una gravità artificiale leggermente inferiore alla gravità sulla terra, così “i partecipanti al tour si sarebbero sentiti comodi e rilassati nelle loro camere.”
L’aumento di compagnie come Virgin Galactic e SpaceX ha reso questi progetti meno utopici rispetto al periodo in cui iniziarono a circolare.
Uno dei piani più recenti per un hotel spaziale è stato proposto dalla compagnia russa Orbital Technologies e svelato nel 2011. La stazione commerciale spaziale russa orbiterebbe a 250 miglia sopra la terra e ospiterebbe un massimo di 7 persone per volta per soggiorni da 3 giorni a 6 mesi. Il cibo verrebbe spedito sulla stazione spaziale in piccole quantità di razioni disidratate, ma al contrario degli Orbital Hiltons, l’alcol a bordo non sarebbe ammesso. Il piano era di rendere la stazione spaziale pronta a inziare a ospitare turisti per il 2016. Il 2016 è passato e il progetto ha avuto la stessa sorte del Lunar Hilton.
Fortunatamente non tutte le speranze sono perdute per gli hotel spaziali grazie a un altro tycoon dell’ospitalità: Robert Bigelow, proprietario della catena alberghiera Budget Suites of America. Pare che Bigelow sostenga di aver investito i suoi soldi nell’hôtellerie solo per finanziare i suoi progetti spaziali. Ma di questo parleremo nel prossimo post dedicato al turismo spaziale il 5 aprile prossimo. Nel frattempo se non lo avete ancora fatto leggetevi le puntate precedenti.
Gran parte di questa storia è liberamente tradotta da “The never ending quest to built a hotel in space” di Daniel Oberhaus.