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L’impatto del settore Travel & Tourism nelle principali città mondiali

Il WTTC ha studiato l’impatto del settore Travel & Tourism nelle 72 città più importanti del mondo a livello di movimenti e flussi. In queste città è stato generato dal turismo il 6,7% del PIL totale pari a 625 miliardi di dollari.

Negli ultimi 10 anni la geografia dei viaggi nelle grandi città/destinazione è cambiata radicalmente con i flussi che si sono spostati da nord a sud e da ovest a est del globo.

Nelle classifiche delle principali città per PIL, la regione asiatica, con dieci delle 20 maggiori città per dimensione del mercato e sette tra le prime 20 per il contributo del PIL, la fa da padrona.

Come scriviamo spesso, malgrado si sprechino fiumi di parole attorno ai viaggi internazionali, anche per le città più grandi della terra la fanno da padrone i viaggi domestici. Esistono tuttavia alcune eccezioni, in particolare Venezia (unica italiana insieme a Roma che appare in posizione neanche tanto dominante nelle classifiche di questo studio) che resta una città/destinazione dove il turismo leisure sovrasta quello business. Addirittura i viaggi domestici rappresentano per le 72 città oggetto dell’indagine oltre il 70% della spesa globale. Ad esempio, a Shanghai e Pechino, la quota interna del PIL di Travel & Tourism supera l’87%

Analogamente, i viaggi per il tempo libero superano in misura significativa i viaggi di lavoro in termini di spesa, rappresentando il 78% della spesa totale globale. Il contributo dei viaggi e del turismo al PIL delle città è significativamente più elevato nelle città guidate dal tempo libero, a sua volta portando a una maggiore dipendenza sul settore. In effetti, le otto destinazioni meglio classificate tra le città, in termini di quota Travel & Tourism sul PIL totale, sono tutte destinazioni per il tempo libero.

Lo studio, per rasserenare quelli che “noi i turisti non li vogliamo”, prevede che la crescita totale dei flussi turistici in queste città tenderà a diminuire nei prossimi 10 anni.

Lasciando da parte le battute relative all’overtourism, lo studio cerca di comprendere qual è l’impatto della produttività delle attività turistiche nelle grandi città e quanto incidono queste attività sull’occupazione.

In generale la quota di occupazione generata direttamente dal settore Travel & Tourism tende a correlarsi con il contributo del settore al PIL cittadino, tuttavia l’occupazione direttamente generata tende ad avere un impatto più che proporzionale rispetto al PIL. In sostanza si può dire che a parità di PIL generato il Travel & Tourism tende a impiegare più lavoratori rispetto a altri comparti che concorrono al reddito globale della città. Ciò accade con maggiore incidenza in quelle città dove sono particolarmente sviluppati settori come quelli dei servizi finanziari e commerciali.

L’incidenza e la creazione di posti di lavoro saranno più incisive in quelle città (tra le 72 del campione) dove il segmento leisure è proporzionalmente più sviluppato rispetto a quello business. Questo è il caso di Venezia.

Come dicevo sopra, tra le 72 città dello studio solo due sono italiane: Roma è stata selezionata in due categorie (Capital Cities e Largest Cities), Venezia (Port Cities e Leisure Cities). Nelle classifiche generali le due italiane appaiono solo una volta nella top ten: Venezia è ottava per la quota percentuale di PIL cittadino prodotto che è pari all’11,4%. La precede, per esempio, Las Vegas che concorre al PIL cittadino per il 16,7%.

Roma compare anche tra le prime 15 città per arrivi nazionali con 9,4 milioni di italiani che la frequentano.

Nel periodo 2007-2017 (indicizzando i prezzi al 2017) Roma è passata da 8 mld di $ di fatturato ai 9,5 con una crescita media dell’1,7% l’anno. Nello stesso periodo Venezia è calata dello 0,1% annuo stabilizzandosi attorno ai 3,5 miliardi di dollari di fatturato.

Le previsioni per il 2027 vedono Roma raggiungere gli 11,7 mld di $ e Venezia arrivare a 4,2 mld di $.

Da considerare che nel periodo 2007-2017 con un rialzo del PIL turistico del 1,7% a Roma si è avuto un aumento dell’occupazione da 91.200 occupati a 129.400 pari a una crescita del 3,6% annuo. Quindi possiamo dire che la crescita percentuale dell’occupazione è più del doppio della crescita percentuale del PIL. Anche a Venezia, nonostante nel periodo 2007-2017 si sia registrato un calo di fatturato (ponderato alle tariffe 2017, questo è importante) dello 0,1%, l’occupazione è cresciuta mediamente dello 0,3%.

Nel 2027 Roma contribuirà con il settore Travel e tourim dal 5,3% del 2017 al 5,8% previsto del PIL cittadino, Venezia passerà dall’11,4% al 12,5%.

Poi, mi sussurra una persona che sta leggendo quello che scrivo, ci sarebbe il sommerso… Ma quello possiamo solo immaginarcelo, ognuno come gli và.

A questo punto, e dopo le infinite polemiche circa il sovraffollamento di alcune destinazioni italiane e, lasciando per un attimo da parte il sofisticato e delicato equilibrio dell’ecosistema veneziano, mi par di capire che non si tratta di questioni di eccessivo turismo. Si tratta più che altro di flussi non gestiti, di città poco organizzate a livello di infrastrutture e di tecnologie abilitanti mai applicate, di interessi di bottega che prevalgono sugli interessi generali di un’industria che, è dimostrato, genera quantità di posti di lavoro come nessun altro settore produttivo. Mentre non riesco ancora a comprendere un sacco di cose…

Di contraddizioni che vedono proliferare pubblicazioni dai titoli fuorvianti, dall’utilizzo di infelici neologismi anglofoni come il Detourism, il destagionalizzare e il delocalizzare, come le multe a monopattini in piazza San Marco, come Matera che si candida a capitale europea della cultura, poi cambia sindaco e sul New York Times passa il messaggio “Non vogliamo turisti”. Ché Matera non può reggere a tale impatto, ma su Airbnb oltre 100 concittadini del sindaco che “non vuole turisti” affittano 300 appartamenti vista sassi, dentro i sassi, sopra i sassi. Di vie dove guai se ti siedi ma dove devi anche stare attento ai ciclisti del food delivery che sfrecciano a bischero sciolto mettendo a rischio arti inferiori e superiori dei turisti lenti – quelli che vi piacciono tanto- assorti a rimirar l’arte italica.

Di amenità di marketing che magari portano a pensare che piattaforme come Airbnb siano più sofisticate di altre OTA per suddividere con precisione viaggiatori, turisti e “cittadini temporanei”. Arriveranno perfino a suddividere i visigoti dai ragni e poi, cercando di creare la vostra destinazione esclusiva – sì perché avete anche la presunzione di essere voi il miglior viaggiatore sulla faccia della terra alla quale uniformarsi. Ma finendo col creare, anziché un luogo esclusivo, un luogo escludente con i rischi che ne deriveranno a livello occupazionale e di prodotto interno lordo.

E pensare che, più di vent’anni fa, un’ospite in vacanza all’Elba mi regalò una pubblicazione sui Sassi di Matera dicendomi: “venga a trovarmi il nostro è un territorio in grandi difficoltà economiche ma molto bello e nessuno ancora ne sfrutta le potenzialità turistiche.”

Cari signori che parlate avventatamente di turismo, far passare all’estero il messaggio che luoghi famosi come Venezia, Matera, Cinque Terre, Firenze e qualche altra destinazione italiana sono in overtourism o non vogliono i turisti, è come dire che l’Italia intera non ha bisogno di turisti, un’Italia che, se va bene ha un’occupazione media del 50% (quando va bene) dovrebbe fare molta attenzione ai messaggi che lancia “oltremare” ché con questo “giochino” si impiega oltre il 10% della forza lavoro del paese.

Immagine Pixabay (1)

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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