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Sono 3.262 i turisti e viaggiatori che hanno risposto al sondaggio di Officina Turistica. Come viaggeranno i turisti nel post Covid-19?

In calo il gradimento degli hotel, aumenta l’appeal per le case vacanza. Non si rinuncia al breakfast in sala ristorante e le città d’arte restano nel cuore degli italiani.

Un campione abbastanza significativo che, premettiamo, è stato diffuso ai turisti tramite i canali di Officina Turistica, parte del network di The Data Appeal Company – Travel Appeal, che vanta un’utenza per la maggior parte impegnata nella gestione delle strutture alberghiere e gestori che hanno diffuso a loro volta il questionario sui loro canali.

Questo campione, che riguarda il mercato italiano che con tutta probabilità sarà quello di riferimento nel 2020, è per la metà rappresentato da viaggiatori tra i 45 e i 65 anni, e per un 39% dai 26 ai 45. Il 51% viaggia in coppia, il 40,5% in famiglia, un altro 30% con amici, 16,7% in solitaria e poco meno del 4% in gruppi organizzati.

La maggior parte degli intervistati si muove per vacanza, arte, cultura ed eventi (il cosiddetto leisure per gli addetti ai lavori), il 18,5% si muove per lavoro. Un terzo viaggia per altri motivi.

Prima della pandemia il 54,2% viaggiava dalle 4 alle 6 volte l’anno, un quarto meno di due volte e il rimanente 25% era un viaggiatore frequente (più di 6 viaggi l’anno).

i turisti post covid

Come cambierà la scelta del tipo di sistemazione nel dopo Covid-19?

Il gradimento degli hotel scende dal 79,8% al 69%, in calo anche affittacamere e B&B che passano dal 27% al 22,4%. Scende anche il gradimento degli ostelli dal 5,3 al 3,4%. Sostanzialmente stabili i campeggi che passano dall’8,6 all’8,9%. Anche per gli agriturismi si passa dal 21,9 al 24,4%. In crescita l’appeal per le case vacanze che balzano dal 23,8 al 29,8%.

Gli affitti tramite Airbnb scendono dal 23,2% al 21%.

Il campione interrogato, che ripetiamo è stato interpellato tramite i canali social di Officina Turistica, ritiene importante il fattore umano e le relazioni per il 70%.

Come si sceglie e come si prenota l’alloggio?

Nella fase di scelta e informazione prima della prenotazione il sito dell’hotel riscuote un gradimento del 73,6%, le OTA del 66,3%, i siti di recensioni il 42,%, i consigli di amici e familiari il 32,9%, Google il 21,3%, le agenzie di viaggio il 7,7%, la carta stampata il 2%, la televisione e la radio lo 0,7%.

Nella fase di prenotazione la storia cambia: le OTA sono i siti più usati con un 63,8%, i siti degli hotel scendono in questa fase al 59,4%. Anche il telefono viene usato per prenotare, con un buon 36,5%, mentre usano l’e-mail il 34,5% delle persone e prenotano in agenzia il 9,4% (anche in questo caso la scelta delle risposte era multipla).

i turisti post covid

Quali destinazioni, appena si potrà viaggiare, una metà abbondante del campione (era possibile una risposta multipla) raggiungerà le città d’arte, con il 40% allineati mare (pari distribuzione tra spiaggia libera e stabilimento), montagna e piccoli borghi. La campagna attira il 13,2% dei 3.262 intervistati.

Misure di sicurezza per i turisti del post Covid-19

Tra le misure di sicurezza e distanziamento sociale il check-in/out online è particolarmente apprezzato. Il plexiglass (che noi di Officina riteniamo una soluzione improponibile) sarebbe comunque tollerato, tanta è la voglia di mare, tollerato anche un totem nella hall.

Sarà apprezzato un documento di certificazione dei prodotti utilizzati per la pulizia degli ambienti, molto di più del trattamento all’ozono. Il kit cortesia dovrà essere integrato con il gel disinfettante e le mascherine monouso. Apprezzata anche la busta monouso per il telecomando. Meno indispensabili, ma graditi, i guanti usa e getta.
Il 63% degli intervistati si sentirebbe rassicurato nel vedere il personale della struttura indossare mascherine e guanti, solo il 17% si sentirebbe a disagio.

Non è necessario un assistente vocale o smart speaker per il 64% degli ospiti, il 18% lo apprezzava anche prima della pandemia, il 18% lo gradirebbe d’ora in poi.

Solo il 20% degli intervistati rinuncerebbe alla prima colazione in sala preferendovi il servizio in camera. L’80% delle persone preferisce comunque consumare la prima colazione negli spazi comuni (!): metà di loro gradirebbe il servizio à la carte al tavolo mentre l’altra metà non la fermerà neanche la pandemia. E buffet sia!

Sanificazione, costi e tariffe post Covid-19

Il 67% del campione prenderà in considerazione prenotazioni con assicurazioni opzionali extra, come già fanno le compagnie aeree. La metà degli intervistati sottoscriverebbero un Holiday Bond a prezzi di favore, con date libere fino a fine 2022.

Secondo il 21% di coloro che hanno partecipato al sondaggio, i protocolli sanitari post Covid-19 potrebbero incidere sul prezzo finale fino al 10%, secondo il 31% tra il 10 e il 20% e il restante 48% immagina una crescita tra il 20 e il 30%. Nelle precisazioni libere a fine sondaggio però molti hanno fatto hanno aggiunto commenti in merito a questa scelta, che spieghiamo tra qualche riga.

Nel sondaggio abbiamo inoltre chiesto se, oltre alle solite norme su pulizia e igiene, i nostri ospiti volessero suggerire procedure più stringenti. Le risposte in tal senso sono relativamente poche (nemmeno il 10%) e sono le stesse che si ripetono.

Praticamente tutti concordano sul contingentare il numero degli ospiti a un 50% della capienza massima, con autocertificazione del loro stato di salute e termoscanner all’ingresso. Sempre all’ingresso viene chiesto un sistema di sanificazione delle suole o un sistema di stampo asiatico, con armadietti per le scarpe all’entrata, ma questo non è ovviamente gestibile ovunque per questione di spazi.

Viene suggerito anche un controllo puntuale e certificato dello stato di salute del personale e una normativa univoca che precisi una lista di prodotti da utilizzare in tutta la penisola, con garanzia di avvenuta sanificazione in loco.

Tutti concordano sul distanziamento sociale negli spazi comuni, con turni per la prima colazione e lettino/sdraio esclusivi per tutta la durata del soggiorno.
Altra richiesta ricorrente sono biancheria monouso o in buste sigillate, eliminazione dei materiali e accessori non disinfettabili, certificazione ad hoc a ogni check out per quanto riguarda la disinfezione di materassi e cuscini e nessun rassetto dell’alloggio durante il soggiorno, ma kit per le pulizie a disposizione dell’ospite.

Al di là dei costi, alcuni suggerimenti sono ottimi e più che comprensibili, altri decisamente di difficile gestione e di fatto non sono garantiti nemmeno in seno al sistema ospedaliero…

A fine questionario abbiamo anche lasciato la possibilità di aggiungere commenti e riflessioni e qui abbiamo avuto un alto numero di risposte. Tante, ma quasi tutte concentrate sul tema prezzo, che di fatto ha visto il delinearsi di due fazioni contrapposte:

  • Data la situazione i prezzi devono assolutamente scendere
  • Data la situazione e le nuove normative/apparecchiature per garantire sicurezza è giusto che i prezzi salgano di conseguenza

Una considerazione a livello del tutto personale: quando esigiamo il prezzo stracciato, la differenza di tariffa tra quella corretta e quella che pretendiamo di pagare c’è sempre qualcuno che è costretto a sostenerla, per cui, o il gestore fa male i conti e fallisce o non paga i fornitori o abbassa la qualità di quello che offre o taglia altre spese, quasi sempre il costo del personale.
Inoltre, sarebbe un po’ come se, data la situazione, ci aspettassimo di avere prezzi più bassi su abbigliamento, elettronica o qualsiasi altro bene di consumo e ancora più bassi se le aziende produttrici avessero maggiori costi dovuti a nuove norme di sicurezza. Nel mese di marzo, secondo l’Istat, i prezzi al consumo in Italia sono sostanzialmente stabili. Il turismo non è diverso dagli altri settori produttivi, se non nel dover gestire beni deperibili…

Altre risposte hanno poi trattato il fattore psicologico: la voglia di viaggiare è tanta, ma come rilassarsi in assenza di una cura o di un vaccino? Si viaggia o, più semplicemente, si va al ristorante o a prendere un aperitivo al bar per concedersi momenti sereni e fuori dall’ordinario e non ha senso farlo se viene a mancare la spensieratezza. È vero, la penso così anch’io, ma qui si entra nella sfera del soggettivo e quindi ci saranno anche moltissime persone che non verranno frenate da considerazioni di questo tipo e, potendoselo permettere, prenoteranno subito una vacanza.

Un’ultima considerazione su un altro tema sollevato, in merito ai self check-in e check out e le relazioni umane. Molti si sentono infastiditi da questo tipo di automazione e molti altri la desiderano per questioni di sicurezza, ma hanno paura che si perdano le relazioni con le persone.
Ebbene, gestisco un piccolissimo hotel e i miei ospiti fanno già il self check-in online da qualche anno e il self check out dalla stagione scorsa e le relazioni con lo staff sono di molto migliorate! Le automazioni a questo livello minimizzano burocrazia e procedure noiose, sia per l’ospite (che può gestire il tutto quando e da dove preferisce) che per il receptionist che ha così più tempo proprio per relazionarsi con la clientela.

P.S. 1 Alla creazione e alla diffusione del sondaggio hanno collaborato Zeno Govoni, Simona Tozzi e Andrea Romanelli.

P.S. 2 Qualcuno ha risposto “W la Moggia!” Si palesi.

Photo by Anna Auza on Unsplash

Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

2 Comments

  • Simona Tozzi ha detto:

    W la Moggia (2)!
    Simona

  • Domenico Fort ha detto:

    Suggerirei norme uguali in tutta Europa per evitare furbizie suggerirei una azione a livello comunitario per permettere alle aziende di organizzarsi e partire da basi uguali e’ chiaro che i dilettanti dovranno sparire e i furbi essere puniti
    In Italia il comparto turismo e più importante che in altri paesi dobbiamo avere norme uguali e sono sicuri che le nostre eccellenze vinceranno
    Dobbiamo costringere l Europa comunitaria a redigere regole chiare df

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