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Ecco perché le moratorie sugli hotel non sono una buona idea: le lezioni di Barcellona.

La limitazione alla costruzione di nuovi hotel è diventata una misura di politica urbana molto discussa e in alcuni casi adottata dai luoghi caratterizzati da elevati flussi turistici. Quali sono gli effetti potenziali ed effettivi di queste misure?

Due recenti studi condotti su Barcellona offrono alcune risposte e spunti di riflessione interessanti. Come ricorderete, il Comune ha adottato diverse misure, come i divieti temporanei nel 2014 e nel 2015, e ha approvato un piano urbanistico rigido nel 2017.

Entrambi gli studi hanno evidenziato come il divieto non abbia fermato il turismo. Il numero di turisti è continuato ad aumentare per diversi motivi. È cresciuta l’offerta di alloggi privati (oggi però regolamentata più rigidamente). I posti letto disponibili sono stati utilizzati più intensamente. Sono cresciuti gli escursionisti, cioè chi visita Barcellona ma dorme nei pressi della città e i croceristi.

Il dato più interessante e largamente aspettato è un aumento significativo dei prezzi degli hotel favorendo gli interessi degli incumbent. Considerata la struttura dell’imposta di soggiorno (una somma fissa) e le dinamiche del costo del lavoro in Catalogna, i prezzi si sono tradotti in maggiori profitti. In breve, le regole hanno aumentato i prezzi degli alloggi e degli hotel, ma non ci sono prove che questi benefici siano stati condivisi con i lavoratori del settore turistico.

In teoria, per avere un potenziale beneficio sociale, l’imposta turistica – da destinare interamente a progetti sociali – avrebbe dovuto essere una aliquota consistente e in percentuale al prezzo delle camere. Ma è pura teoria visto che, tecnicamente non è semplice comprendere quale possa essere aliquota che non scoraggia eccessivamente il pernottamento in città per spostarlo poco fuori. Inoltre, molto difficile da approvare sul piano politico.

In definitiva, l’esperienza di Barcellona suggerisce che la moratoria sui posti letto degli hotel è uno strumento debole per fermare i flussi turistici e molto dubbio sul piano socioeconomico. Se non disegnata bene, rafforza chi ha già una posizione, scoraggia innovazione e non porta alcun beneficio sociale.

Qui sotto i link agli studi:

 

 

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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