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“Il continente riceve troppa attenzione dal mondo per riconoscere la propria irrilevanza”

La vera trappola turistica dell'Europa

Qualche giorno fa il Financial Times ha pubblicato un pezzo interessante del commentatore Janan Ganesh su un tema di cui parliamo spesso, e cioè i rischi per i paesi europei di puntare troppo su un turismo incontrollato e di massa che punti a monetizzare, con un approccio un po’ miope, tutte le cose meravigliose che si possono vedere e fare in Europa e che però mette in secondo piano tutto il resto.

Oltre a tutti i rischi noti legati a questo fenomeno, Ganesh ha evidenziato un altro aspetto e cioè che a forza di conservare per esporre ai turisti quello che abbiamo qui in Europa, rischiamo di rimanere fermi al passato.

Scrive Ganesh: «Questo è il primo secolo che non sarà condizionato dall’Europa. Persino il ventesimo secolo, quello americano, ha avuto come sfondo l’Europa per via delle guerre che si sono combattute qui e per la cortina di ferro che attraversava il continente. Anche le idee più fertili, quelle di Einstein e Keynes, furono concepite in Europa da parte di persone europee, così come le sperimentazioni più rilevanti, da quella di Picasso nella pittura, a Joyce nella letteratura, a Le Corbusier nell’architettura. Tutto questo rende la nostra attuale impotenza piuttosto fastidiosa.

L’Europa oggi non ospita grosse aziende di tecnologia, ha una quota sempre minore del PIL mondiale e non ha nessuna speranza di bilanciare i sussidi garantiti dalla Cina o dagli Stati Uniti alle proprie aziende.

In un mondo del genere, l’Europa ha un solo super potere: l’effetto Bruxelles, visto che le norme europee a un certo punto diventano degli standard globali. Anche se la frammentazione del commercio potrebbe privare l’Europa anche di questa influenza sulla forma del futuro.

Eppure, ditemi un po’ dove farete le vacanze? Qualcosa mi dice che andrete in Europa, vero?

Credo che queste due cose – l’irrilevanza del continente e la sua popolarità – siano legate. Dato che l’Europa attira ancora l’interesse del mondo senza fare alcuno sforzo, non riesce a capire quanto sia diventata marginale e come fare a rimediare.

L’Europa, infatti, può contare su livelli di attenzione che altri posti possono solo sognarsi e beneficiare di introiti dal turismo quasi unici nel mondo sviluppato. Nel 2019 il turismo contava il 12% del PIL spagnolo e il 7% di quello greco. Nessun paese occidentale al di fuori dell’Europa, ad eccezione della Nuova Zelanda, va oltre il 3%. Neppure il Giappone o Singapore.

L’Europa riceve apprezzamenti continui, e non soltanto dai turisti. Se un regime vuole ripulire i propri crimini attraverso lo sport, compra il Paris Saint Germain, non i Los Angeles Lakers. Se un imprenditore cinese, figlio di contadini, vuole esibire la propria ascesa nella scala sociale, acquista prodotti di Louis Vuitton e non i suoi equivalenti americani.

L’Europa, insomma, è stata adulata e viene ancora adulata fino al punto in cui non si rende più conto che il prossimo secolo si sta costruendo altrove. Ed ecco che le parole “la trappola del turismo” assumono un nuovo significato. Le persone intrappolate non sono i turisti, quelli ad avere un problema sono gli autoctoni. E quel problema si chiama stagnazione redditizia.

Si dice che il turismo depredi i luoghi. Ma questo può essere gestito in qualche modo. Venezia ha vietato i gruppi turistici più grandi di 25 persone. Barcellona ha aumentato nuovamente la sua tassa turistica. L’Europa potrebbe aumentare i prezzi senza perdere clienti perché, alla fine, nessun altro luogo può eguagliarla per la pura concentrazione geografica di ciò che possiamo chiamare “good stuff”.

Il turismo asciuga la tensione di un certo Paese a modernizzarsi. Premia invece l’ossificazione, la conservazione di quello che c’è già, perché appunto bisogna conservarlo bene per mostrarlo ai turisti e a chi viene da fuori per vederlo. L’Europa potrà sbagliare molte cose dal punto di vista della traiettoria politica e comunque riceverà soldi di turisti stranieri e attenzioni che gonfiano sicuramente l’autostima. Tutto questo è un privilegio esorbitante. E anche un bel modo per avviarsi verso il declino. »

La traduzione non è letterale, se volete leggere il pezzo originale in inglese (che è anche più lungo) lo trovate qui: Europe’s real tourist trap.

Anche questo articolo, molto correlato al precedente, anche se non parla di turismo, merita di essere letto: The US Invents and the EU Regulates: A Comparative Analysis of Innovation and Regulation in Technology”«Nel panorama in continua evoluzione della tecnologia globale, è emerso un netto contrasto tra gli approcci degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Mentre gli Stati Uniti sono stati storicamente la forza trainante dietro innovazioni rivoluzionarie, l’UE si è posizionata come pioniera nella regolamentazione completa delle nuove tecnologie. Questa divergenza di priorità ha plasmato le rispettive traiettorie di innovazione e politica in queste due potenze economiche….»

Mirko Lalli

Fondatore e CEO di The Data Appeal Company e Travel Appeal e co-fondatore di HICON. È stato Direttore della Comunicazione Corporate di Clouditalia SpA e prima Direttore Marketing e Comunicazione di Fondazione Sistema Toscana, dove ha ideato e coordinato i progetti “ToscanaLab” e la campagna di marketing e promozione della Regione Toscana “Voglio Vivere Così”, la prima campagna al mondo di marketing digitale per il riposizionamento di una destinazione. Speaker internazionale e docente in master e corsi di comunicazione digitale e management per il turismo in diverse università italiane. È Direttore Scientifico di MATIS, Master in Travel Innovation Strategy di H-Farm education. Ha fatto parte del Comitato Innovazione Turismo del Ministero del Turismo e fin dalla prima edizione ha collaborato all’ideazione e alla realizzazione di BTO - Buy Tourism Online; fa parte del Comitato Tecnico Scientifico di BTO Educational. Ha partecipato all'Executive Program di Singularity University in Silicon Valley, nel dicembre 2017.

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Fondatore e CEO di The Data Appeal Company e Travel Appeal e co-fondatore di HICON. È stato Direttore della Comunicazione Corporate di Clouditalia SpA e prima Direttore Marketing e Comunicazione di Fondazione Sistema Toscana, dove ha ideato e coordinato i progetti “ToscanaLab” e la campagna di marketing e promozione della Regione Toscana “Voglio Vivere Così”, la prima campagna al mondo di marketing digitale per il riposizionamento di una destinazione. Speaker internazionale e docente in master e corsi di comunicazione digitale e management per il turismo in diverse università italiane. È Direttore Scientifico di MATIS, Master in Travel Innovation Strategy di H-Farm education. Ha fatto parte del Comitato Innovazione Turismo del Ministero del Turismo e fin dalla prima edizione ha collaborato all’ideazione e alla realizzazione di BTO - Buy Tourism Online; fa parte del Comitato Tecnico Scientifico di BTO Educational. Ha partecipato all'Executive Program di Singularity University in Silicon Valley, nel dicembre 2017.

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