Parliamo di turismo dei festival, perché anche chi non frequenta festival avrà sicuramente sentito parlare del Burning Man, dello Sziget o del Sonar. Si tratta di eventi che, anno dopo anno, diventano sempre più mete iconiche per intere generazioni di ragazzi, al punto da rappresentare una vera e propria meta turistica.
Per dare un ordine di grandezza, l’Amsterdam Dance Event raggiunge da solo, in 5 giorni, circa 500.000 presenze, lo Sziget (a Budapest) circa 420.000 e Tomorrowland, in Belgio, di presenze ne raccoglie 400.000.
Guardando i video di questi festival, molte persone storceranno sicuramente il naso: musica elettronica che molto spesso corteggia techno, travestimenti a dir poco vistosi, e tutto l’insieme di comportamenti che normalmente si associa a questa tipologia di esperienze sono ben distanti da quel turismo di qualità ed elevata capacità di spesa che si intende raggiungere.
Eppure, per quanto alcuni stereotipi siano tutt’altro che lontani dalla realtà, c’è una dimensione culturale che rende questi eventi realmente importanti. E i numeri, sono una conseguenza, non una causa.
A eccezione del Burning Man, che si tiene nel deserto del Nevada, gli altri festival citati (tutti europei), conferiscono al luogo che li ospita un ruolo importante sotto il profilo culturale: quello di essere un punto di riferimento per una corrente musicale, condizione che incrementa il posizionamento strategico di quella città in modo realmente significativo.
Anche l’Italia vanta la presenza di alcuni festival interessanti in ambito di musica elettronica. Certo, non le stesse presenze che si possono trovare in altre zone d’Europa, ma si tratta comunque di numeri ragguardevoli (nel 2024, ad esempio sono state circa 90 mila quelle contate dal Nameless, e affini sono i numeri del Futur a Torino).
Il Sito Visit Italy dedica una pagina al tema festival, proponendo una serie di date di rilievo: FuturFestival a Torino, il Cinzella Festival in Puglia (prima nelle cave di Grottaglie, quest’anno a Brindisi), il Sudtirol Jazz Festival, il Cavart (nel borgo di Sennori in provincia di Sassari), il Festival Isole che Parlano (nel 2024 prevalentemente a Palau), l’Ortigia Sound System, l’Indiegeno Fest (Tindari), la Fèŝta de ra Bàndes (la festa delle bande) a Cortina d’Ampezzo, il JazzAlguer, ad Alghero, le tappe all’Auditorium Lo Squero di Venezia, il Romaeuropa Festival, Musica sulle Bocche festival jazz nel nord della Sardegna, il già citato Nameless Festival (tra Annone di Brianza e il lago di Como), Ferrara sotto le stelle, e il Breaches Brew Festival (Marina di Ravenna).
Una presenza dunque importante, che in estate si concentra soprattutto nelle mete balneari, e che tuttavia meriterebbe di essere incrementata e ulteriormente stimolata, anche come opportunità di implementare servizi pilota all’interno dell’insieme delle offerte turistiche nazionali.
Spesso si discute, ad esempio, di come la musica possa giocare una grande capacità di attrazione per il turismo. Altrettanto spesso si discute su come l’Italia necessiti di strategie volte a diversificare i flussi turistici, e indirizzare parte del turismo verso mete meno inflazionate.
Meno frequentemente si affronta tuttavia il tema di prodotti e servizi turistici complessi, in grado di coniugare tali riflessioni in una dimensione operativa.
Allo stato attuale, infatti, esistono numerose iniziative che, oltre al proprio valore più prettamente culturale, potrebbero acquisire una valenza di posizionamento internazionale per il nostro Paese.
Iniziative che vengono in genere promosse dalla società civile, con il sostegno di privati e con, più raramente, incentivi economici e finanziari da parte delle pubbliche amministrazioni.
Negli sporadici casi in cui tale incentivo viene concesso, esso assume la forma di un contributo che può essere più o meno significativo dal punto di vista economico-finanziario.
Non risultano, invece, speciali prodotti e servizi che Ministeri, Regioni e aziende di proprietà pubblica, mettono a disposizione per tali soggetti, al fine di incrementarne la visibilità, e, soprattutto, al fine di agevolarne lo sviluppo.
Una serie di “sostegni”, che il settore pubblico, attraverso le sue società, garantisce a Comuni che intendono favorire lo sviluppo turistico del proprio territorio attraverso eventi di natura culturale, e che associno al contributo finanziario, anche un insieme di servizi che sono già attivi nel nostro Paese.
Un pacchetto di sostegno realizzato attraverso società di mobilità nazionali, che consenta di fornire una soluzione di trasporto integrato e intermodale per raggiungere con semplicità ed efficacia il luogo dell’evento. Un’azione di comunicazione condotta dalle agenzie con cui il nostro Paese ha già in essere contratti per favorire il posizionamento del festival o dell’evento culturale all’estero. Un insieme di servizi attraverso società che affiancano la PA nella realizzazione di eventi, così che possano affiancare le organizzazioni spontanee e sviluppare maggiore know-how. Soluzioni logistiche di accomodation, anche attraverso accordi con società a controllo pubblico che si occupano di riqualificare immobili, per poter sviluppare servizi ricettivi temporanei. Azioni volte a creare maggiori connessioni imprenditoriali all’estero per poter raggiungere un maggior numero di partnership internazionali e far crescere la capacità di internazionalizzazione dell’organizzazione dell’evento.
Si tratta di soluzioni che nel nostro Paese sono già immediatamente disponibili, e che potrebbero favorire l’emersione di un fenomeno importante sotto il profilo della gestione dei flussi turistici, condizione che da anni tutti dichiarano di voler contrastare salvo evitare qualsiasi azione possa essere realmente efficace.
La mobilità potrebbe essere garantita attraverso Ferrovie dello Stato, che si occuperebbe di garantire un servizio di “trasporti on-demand” ad un numero ristretto di Comuni; Ales S.p.A. potrebbe sostenere l’organizzazione; ICE potrebbe gestire i rapporti internazionali; Invitalia (attraverso le varie società collegate) potrebbe sostenere gli investimenti in termini di trasformazione in strutture ricettive effimere.
Un obiettivo che più che incentivare esclusivamente il singolo festival, potrebbe rappresentare un progetto pilota per favorire in modo più efficace lo sviluppo dei rapporti tra Comuni, Regioni e Governo Centrale, con effetti forse più impattanti di quelli raggiungibili attraverso le varie “capitali”, avendo ad oggetto interventi specifici, consentendo una crescita “organica” dei luoghi, e non trasformare cittadine di piccolissime, piccole e medie dimensioni in location per una serie infinita di eventi.