Triple bottom line, una sfida necessaria
Un’azienda o un’associazione di categoria non possono estraniarsi dall’ambiente che le circonda. Ne fanno parte a pieno titolo e devono condividerne le fortune e i doveri, collaborando con le azioni promozionali e di marketing della località, con le attività sociali e di beneficenza. Ne va del buon nome dell’azienda, della sua visibilità e del suo valore.
Ultimamente abbiamo preso in considerazione i metodi e le azioni da mettere in pratica on-line per costruire una buona brand reputation, ce ne sono anche off-line…
Alla pratica solidale, secondo me, non possono assolutamente sottrarsi le aziende dell’ospitalità, che proprio grazie all’ambiente che le circonda possono ottenere facilmente la tanto agognata differenziazione del prodotto offerto.
A questo proposito mi ricordo un capitolo del libro di economia aziendale dedicato proprio a questo: relazioni con l’ambiente esterno:
… le preferenze dei consumatori possono essere stimolate facendo in modo di offrire prodotti o servizi che le altre imprese non sono in grado di fornire.
Poi si è iniziato a parlare di Triple Bottom Line un indice comportamentale che amplia il precedente concetto di valore e considera, nella valutazione e nella capacità di produrre utili da parte di un’azienda, l’impatto che questa ha anche a livello ecologico e sociale.
Molte sono le attività che un’azienda dell’ospitalità può mettere in campo per raggiungere consapevolmente e con profitto un comportamento socialmente utile, in particolare sotto l’aspetto dei risparmi energetici e nel riciclo dei materiali utilizzati.
Riprendeva il famoso libro di economia aziendale:
… Si è infine sviluppata l’esigenza sociale di tutelare il territorio e di far carico alle aziende dei problemi del rispetto dell’ambiente naturale, attraverso la lotta all’inquinamento e la ricerca di soluzioni ecologiche.
Oggi ho letto un’interessante intervista su Hotelmarketingstrategies a David McConnel della Stafford Hospitality, un guppo alberghiero il cui motto aziendale è “Discover the difference“. In pratica l’intervistato elenca una serie di interventi che la sua azienda sta praticando nelle località in cui opera: con la partecipazione diretta dei suoi managers ad attività di beneficienza, attività di responsabilità ambientale e particolare attenzione al rendimento scolastico dei più giovani.
Tutto ciò ovviamente rientra ed è compatibile con il ritorno sugli investimenti, sull’accrescimento di valore, che rimangono l’attività e l’obiettivo principali dell’azienda.
Poter pubblicizzare on-line queste attività, magari con un blog o un magazine, è senza dubbio un segno di emancipazione che accresce il valore dell’azienda e la differenzia dalla concorrenza.
Terminava il capitolo del libro di economia aziendale:
…l’impresa deve perciò comunicare all’esterno quei dati che si rivelino utili per le decisioni delle persone direttamente interessate, sia delle persone indirettamente interessate…
Non solo ispirarsi alla Triple Bottom Line può aumentare la credibilità dell’azienda ma può anche rendere più fieri del proprio impiego i dipendenti, può rendere l’opinione pubblica sostenitrice dello sviluppo e dell’idea di compatibilità sociale dell’attività aziendale.
Seguendo questo link potrai trovare alcuni spunti e qualche idea per individuare un intervento che può essere praticato tra quelli perseguiti dalla Stafford Hospitality. Se tutto ciò nella tua mente rappresenta un costo senza ritorno, lasciatelo dire, riconsidera il fatto di cambiare professione. (vai all’intervista)