Anche quest’anno il Prof. regala ai lettori di Officina Turistica una bella lettera, anzi una lezione, che sono onorato di poter pubblicare. E’ un appello forte che vi invito a condividere il più possibile e magari a commentare sul blog. Grazie!
Mi preme lo sviluppo di questo Paese
di Rodolfo Baggio. Docente di Informatica presso l’Università Bocconi di Milano dove coordina l’area di Sistemi Informativi e Tecnologie di Comunicazione al Master in Economia del Turismo
BTO2011 si è chiusa da poche ore e mi corre l’obbligo di fare un paio di considerazioni.
La prima, e più importante, riguarda le condizioni del nostro turismo online. Al di là delle spesso sbandierate crescite a due cifre, i valori assoluti dell’eTourism italiano mi paiono preoccupanti.
PhocusWright ha mostrato bene come il mercato europeo si avvii a raggiungere quello USA, ma l’Italia resta su dimensioni veramente scarse. L’impressione è che il divario sembra allargarsi e i nostri operatori ne soffrono. Certo, abbiamo problemi di infrastrutture, di banda larga, di frammentazione, ma a volte mi pare che il problema non sia quello. Quello della BTO è un pubblico privilegiato, attento e attivo (non sempre ma molto più di tanti altri). Però, nonostante migliaia di partecipanti abbiano seguito con attenzione e partecipazione i diversi interventi durante la kermesse fiorentina, vedo ancora poca “attività”. Vedo, e sento, ancora troppe reticenze, troppe indecisioni, ancora troppo cavillare su sottili quistioni legali: una volta sulle recensioni, una volta su chi è autorizzato o no a vendere prodotti turistici, e così via. Ancora troppe timidezze nel lanciare idee nuove, nel sostenere quelli che si mettono in gioco.
Alcuni “illuminati” come H-Farm cercano di offrire un supporto. Splendida iniziativa. Ma le decine o anche centinaia di migliaia di euro per finanziare una start-up impallidiscono di fronte a notizie come quella dei 15 milioni di dollari raccolti da Gogobot (vedi: http://hotelmarketing.com/index.php/content/article/social_travel_start_up_gogobot_raises_15m). Come possiamo pensare di competere? Dove sono gli “imprenditori”? Qualche anno fa molti hanno sottovalutato quanto stava accadendo e il treno dell’intermediazione online è stato perso (vedi: http://www.officinaturistica.com//2010/12/back-to-future-una-lettera-del.html).
Ora lamentarsi serve a poco. Servirebbe agire. Molti sono interessati, ma stanno a guardare e aspettano che qualcuno dia loro la soluzione dei loro problemi. La richiesta di soluzioni pratiche, di “cassette degli attrezzi” sono sempre più frequenti. Giusto e naturale che sia così, ma questa sindrome dell’Artusi è pericolosa. Le ricette sono comode: non bisogna pensare, si seguono le istruzioni, e se qualcosa non va si sa a chi dar la colpa. E comunque, come il maestro diceva, seguire una ricetta pedestremente non serve: “La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.” e poi: “Il miglior maestro è la pratica sotto un esercente capace.” Internet oggi (ma anche prima) non è la cucina di casa. La storia dovrebbe averci insegnato che questo è un mondo di sperimentazione, di errori, di tentativi, di fallimenti e di successi. Esistono sì delle linee guida, delle metodologie di approccio. Ma guide sono, non ricette.
Se un messaggio arriva chiaro (ancora!) da BTO è che idee e strumenti ce ne sono a volontà. Possono dare molto, ma è difficile vincere se non si gioca. E come rispose Euclide a Tolomeo I
“non esistono vie regie”. Le regole (non scritte) del gioco dicono che oggi bisogna innanzitutto cambiare radicalmente atteggiamento. Il problema, spesso, non è la tecnologia, ma piuttosto che modelli di comportamento vecchi non funzionano, anzi sono devastanti se usati con strumenti come quelli che oggi sono a disposizione. Come usare una cartolina postale di buona memoria per chiedere informazioni online.
Il gioco richiede energie, tempo e capacità non indifferenti. E per la natura stessa della Rete non è pensabile fare da soli combattendo contro tutto e tutti. Anni fa l’ecologo americano Garrett Hardin ha mostrato molto bene come l’esclusiva cura dei propri interessi possa portare alla distruzione dei beni comuni. Lui parlava di ambiente, ma se guardiamo a quel che succede oggi online vediamo riproporsi lo stesso problema. Continuiamo a voler fare da soli e continueremo molto generosamente a far emigrare fette consistenti delle nostre risorse, che potrebbero essere magari più utilmente ed efficacemente impiegate a far crescere il nostro turismo. Non voglio assolutamente sembrare autarchico, ma mi preme lo sviluppo di questo Paese, soprattutto oggi.
BTO, come altri, possono offrire molte “pillole rosse” di conoscenza, ma bisogna abbandonare reticenze e decidere. E soprattutto, non ci si può limitare a inghiottire la pillola turandosi il naso. La pillola rossa bisogna che ci piaccia e che la si faccia propria con convinzione (riguardate questo, meditando bene: http://www.youtube.com/watch?v=K6WklAL_j2k).