In questi giorni ho avuto modo di leggere due importanti report: Il primo conto satellite del turismo per l’Italia curato dall’Istat e Le performance di vendita delle imprese del ricettivo a cura dell’Isnart.
Nel primo conto satellite ho notato che il contributo di alberghi (credo vadano qui anche i campeggi non citati) e ristoranti, al totale del VAT (valore aggiunto del turismo italiano) dell’industria turistica, è del 31,7%. Dato che il 23,2% è sostanzialmente VAT turistico prodotto da altre industrie non turistiche (che sia l’indotto?!) quanto è il contributo dell’industria dell’ospitalità al VAT?
La tavola 5 del conto satellite è particolarmente chiara. La produzione turistica degli alberghi (ripeto, credo ci siano anche i campeggi e gli ostelli) è pari a 32.865 milioni di euro con un VAT di 18.827 mentre le seconde case, con una produzione turistica di 20.786 milioni di euro hanno un VAT di poco inferiore a 18.783.
Insomma è un po’ una rendita di posizione, in proporzione si guadagna molto di più ad affittar case piuttosto che servire crepes flambé con posate d’argento.
Diversi sono i punti evidenziati dal conto satellite:
– Nel 2010 il VATI italiano è stato di circa 152 miliardi di euro, con un’incidenza sul totale dell’economia del 10,9%;
– Nel 2010 il turismo ha prodotto 82.833 milioni di euro, pari al 6,0% del valore aggiunto dell’Italia;
– Con un’incidenza del 6,0% sul totale del valore aggiunto nazionale il turismo si colloca tra i settori più rilevanti per l’economia italiana: a titolo di confronto si può considerare che nel 2010 tale incidenza è molto simile a quella del valore aggiunto prodotto dal settore delle costruzioni;
Ma questi dati sono buoni? In passato il turismo contribuiva molto di più. Non sarebbe stato male se al conto satellite 2010 avessero paragonato il 2009. Il 2011 del turismo credo sia stato archiviato con dati accettabili anche se la crisi si è fatta sentire. Ma il futuro? Il futuro lo potete vedere nelle due tabelle che seguono, estratte dalle statistiche dai sondaggi dell’ISNART:
Come si può vedere i dati del primo trimestre 2012 sono pessimi, in particolare nel settore Hotel dove anche i 5 stelle iniziano a sentire il morso della crisi (marzo -13,8) se poi si calcola la guerra delle tariffe e degli sconti a livello economico credo che l’impatto sui fatturati sia percentualmente maggiore. E il secondo trimestre 2012 come è stato previsto dall’ISNART? Ecco la seconda tabella:
Per quanto riguarda l’occupazione generale c’è una sostanziale stabilità, ma per gli hotel, i villaggi gli agriturismi e i B&B è durissima a livello d’occupazione delle camere. Ripetuta la considerazione fatta sopra in merito alle politiche tariffarie, credo che ci siano poche speranze che il VAT 2012 possa attestarsi su livelli accettabili.
Con il PIL stabile la quota del turismo continua a calare in modo deciso, i dati che vengono diffusi sono spesso letti con leggiadria e il fatto che ci sia voluto il cosiddetto conto satellite, per far prendere coscienza ai politici delle potenzialità del settore, è una vergogna.
Dopo queste considerazioni statistiche qual è il mio pensiero sul turismo italiano? Lo stesso che espressi in questo post nell’agosto 2010: speriamo che crolli del tutto!
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non sono statistiche quelle di Isnart, sono sondaggi/indagini a campione c'è la sua bella differenza
Hai ragione, ho corretto la parola statistiche con sondaggi. Per la precisione quello di ISNART è uno studio realizzato tramite interviste telefoniche su 5.000 operatori del ricettivo. La stratificazione del campionamento – dice ISNART – determina stime campionarie che hanno, ad un livello di confidenza del 99%, una margine d'errore dell'1,9%. Detto questo, spero tanto che i dati si capovolgano volgendo al bello, ma non ce la faccio proprio ad essere ottimista. Grazie per la tua segnalazione.