Come ci si sente spesso ripetere, creatività e innovazione sono gli elementi sui quali oggi più che mai si gioca la competitività (e il successo) di aziende e organizzazioni in tutto il mondo, soprattutto nel turismo, ambito spesso poco considerato da questo punto di vista, se non, appunto, per gli innumerevoli appelli.
Una prima domanda sarebbe quella di capir bene come e quanto innovazione conti e se poi sia davvero così importante.
La recente pubblicazione del rapporto sul Global Innovation Index (GII) del World IntellectualProperty Organization (WIPO, agenzia speciale dell’ONU) con Cornell e INSEAD, permette una bell’analisi.
Il rapporto deriva il GII da una serie di indicatori che considerano elementi delle economie di 142 Paesi considerati abilitanti per le attività innovative: istituzioni, capitale umano e ricerca, sofisticazione del mercato, sofisticazione del mondo business, output tecnologici e output creativi. La classifica vede l’Italia al 29° posto.
Per quanto riguarda il turismo, un buon riferimento è il Travel and Tourism Competitiveness Report (TTCI) pubblicato dal World Economic Forum. Considera elementi come policy e norme, sostenibilità ambientale, sicurezza, salute e igiene, priorità data al turismo, infrastrutture dei trasporti aerei e terrestri, infrastrutture turistiche, ICT, competitività nei prezzi, risorse umane, risorse culturali e risorse naturali. Qui l’Italia è al 26° posto.
E’ interessante allora confrontare le due situazioni. Ne esce un grafico come questo:
Come si vede la correlazione è strettissima. E l’Italia non brilla…
Per inciso, questi sono i primi 10 Paesi per entrambi gli indicatori (la scala GII è da 1 a 100, quella TTCI da 1 a 6):
Ogni altro commento mi pare superfluo.
Immagine di copertina MaxPixel (1)