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Germania-Italia: da sempre un rapporto di “amore e odio” 

Roberta Milano, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Academic Advisor per BTO, la scorsa settimana, mi ha chiesto di commentare un post dove si denuncia la pericolosità in chiave turistica dell’atteggiamento anti tedesco di una buona parte dell’elettorato italiano. Vado al sodo. Al momento, non credo ci possano essere conseguenze negative sul turismo italiano.

Prima di tutto, Italia e Germania hanno un precedente. Nel 2003, a seguito delle frasi ingiuriose verso i tedeschi di un sottosegretario leghista, l’allora cancelliere tedesco Gerard Schroeder cancellò le sue vacanze in Italia. Questo fatto seguì la più nota lite tra Berlusconi e Schulz e mise in allarme gli operatori turistici. Tuttavia, in un sondaggio il 76% dei cittadini tedeschi dichiararono che non si sarebbero lasciati influenzare nella scelta delle vacanze (ci credo…. a luglio, erano già in vacanza). Come andò a finire?

Alla fine del 2003, a fronte di un incremento della spesa dei turisti tedeschi in Europa (+5,2%), l’Italia perse poco (-1,5%) come persero altri paesi mediterranei. A incrementare il bottino fu l’Austria (+12%). Perché? Quell’anno fece molto caldo e probabilmente chi non aveva ancora prenotato le proprie vacanze, decise di andare al fresco (per chi è interessato chi sono solide evidenze empiriche su questo punto). L’anno dopo (2004), che ricordo essere il primo dove la Germania si riprese da una crisi economica severa (per gli standard tedeschi e del tempo), la spesa dei turisti tedeschi in Europa diminuì rispetto al 2003 (-2%), con punte del -15% in Italia. Ritorsione dei tedeschi contro l’Italia a scoppio ritardato? Sono più propenso a credere che i prezzi alti del turismo italiano (all’epoca il differenziale con la Spagna e con altri paesi del mediterraneo era molto più elevato di adesso) acuirono gli effetti verso l’Italia del restringimento del portafoglio dei turisti tedeschi.

Non è facile determinare le cause delle variazioni dei flussi turistici verso un paese. Dal 2016, la stampa di mezzo mondo si è esercitata ad addossare a Trump le colpe del rallentamento dei flussi turistici internazionali verso gli USA. Ma la questione è molto più complessa e ha a che fare con tassi di cambio e situazione economica nei mercati di riferimento.

Più in generale, boicottare le destinazioni turistiche è diventata una pratica comune. Si calcola ci siano stati circa 146 tentavi di boicottaggio di destinazioni tra il 1948 e il 2015. Tuttavia, non ci sono prove però su quanti boicottaggi hanno funzionato e fino a che punto.

Il rapporto (compreso quello turistico) tra Italia e Germania è ancora molto saldo. E’ vero che l’Italia non è più la destinazione turistica più popolare in Germania. I tedeschi preferiscono la Spagna per motivi molto noti, e tra questi non c’è il boicottaggio. La buona notizia è che seppur non siamo i più popolari, la nostra fetta di torta di spesa turistica è pari quasi a quella di Spagna e Austria (più popolari) di noi.

Questo non significa però che il futuro possa somigliare al passato. A prescindere da come siamo veramente, a lungo andare l’atteggiamento ostile verso il diverso rischia di modificare per sempre la nostra immagine di paese ospitale e accogliente.

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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