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Ls sostenibilità applicata al settore turistico è un argomento che ho già trattato, ma qualche settimana fa ho avuto l’opportunità di approfondirlo nel corso di una puntata di Hospitality Now espressamente dedicata all’ospitalità sostenibile, con due grandi professioniste esperte in materia: Maria Olazábal, CEO e fondatrice di Eco Hotels & Resorts, e Lucia Loposova, direttrice di GREEN Hospitality.

From sustainability to purpose, uno dei punti chiave degli ultimi due anni, che come i principali megatrend in atto pre-pandemia, ha vissuto una forte accelerata su scala globale fin dal primo lockdown.

Perché adottare pratiche sostenibili nel turismo?

Perché è giusto, semplicemente, ma non solo per questo. Adottare pratiche e strategie sostenibili serve l’immagine di un’azienda, sostiene determinate strategie di revenue e, se fatto correttamente, riduce le spese e aiuta a preservare le attrazioni che portano ospiti alle strutture ricettive.

La maggiore consapevolezza a cui ho accennato prima sta velocemente trasformando le esigenze e i bisogni dei cittadini in quanto consumatori e sta portando sempre più aziende, anche nel nostro ambito, ad adottare strategie e pratiche sostenibili.

Nello specifico, l’idea di prenotare una vacanza e divertirsi a spese della natura, della fauna selvatica o dei residenti di una determinata destinazione turistica non sta più bene a gran parte dei viaggiatori, che operano sempre più spesso scelte consapevoli, filtrando l’offerta di conseguenza. 

Il turismo, a qualsiasi latitudine, si basa sulle risorse naturali, culturali e sociali che attraggono i turisti diventando spesso unico motore di crescita e sviluppo dell’economia locale. Si va in Islanda e alle Maldive per la natura incontaminata, a Firenze o Praga per il patrimonio storico e culturale, in Borgogna e nelle Langhe per quello eno-gastronomico e nel sudest asiatico o in America Latina per quello socio-etnografico.

Destinazioni estremamente diverse tra loro, ma il cui valore turistico è spesso messo a rischio dal turismo stesso e chi le visita ne è ora consapevole.

La scelta di una struttura turistico-ricettiva è sempre più influenzata dai valori aziendali in termini di sostenibilità: sociale, economica, ambientale e culturale. Pagare di più un alloggio, un prodotto o un qualsiasi servizio turistico in base alle sue pratiche sostenibili è il trend del momento e sarà lo standard del prossimo futuro.

In base a un sondaggio di fine 2019 di TripAdvisor, nel corso dell’anno il 62% dei viaggiatori aveva selezionato hotel, ristoranti e trasporti più rispettosi dell’ambiente e il 69% degli intervistati ha affermato di voler fare scelte di viaggio ancora più sostenibili in futuro.

Per le nuove generazioni il lusso non è più ciò che si possiede, ma quello che si è.

ospitalità sostenibile

Ma nel concreto cosa vuol dire ospitalità sostenibile quando si gestisce una struttura ricettiva?

La prima cosa che viene in mente è il risparmio energetico, riducendo i consumi attraverso la formazione del personale, attivando strumenti di regolazione e controllo automatizzati, installando sistemi di illuminazione ad alta efficienza energetica, passando a impianti ed energie rinnovabili e poi sì, anche lasciando in camera cartellini con istruzioni per gli ospiti, a cui però difficilmente si può trasmettere un valore come questo con un messaggio standardizzato e anonimo che invita a non far cambiare i teli bagno ogni giorno…

Viene poi la lotta all’inquinamento. Sappiamo che il turismo è responsabile dell’8% delle emissioni di carbonio, ma questo non è dovuto al solo trasporto come molti sono portati a pensare, produzione, trasporto e smaltimento delle forniture hanno in realtà il maggiore impatto.

Si tratta quindi di utilizzare prodotti biologici e/o a km 0: prodotti per le pulizie, prodotti alimentari, kit cortesia e non solo. La scelta di imballaggi e materiali per confezioni varie porta alla riduzione degli sprechi: eliminando plastica e altri materiali non riciclabili e non biodegradabili si limita la produzione di rifiuti.

Essenziale anche la riduzione degli sprechi idrici, tramite strumenti tecnologici e filtri che consentano di risparmiare sui consumi, e poi la riduzione dello spreco alimentare, tema trattato con grande chiarezza da Lucia Loposova nella case history presentata nel corso del suo intervento, dedicata a una delle varie strategie elaborate da GREEN Hospitality per una catena alberghiera in Asia.

Perché non adottare pratiche di sostenibilità per strutture ricettive?

Tra le obiezioni più frequenti quando si parla di ospitalità sostenibile, gli operatori lamentano/temono in particolare il peggior servizio che si andrebbe a offrire agli ospiti.

Analizzando bene in realtà si vanno spesso a offrire servizi migliori, che peraltro gli ospiti stessi danno oramai per scontati perché già entrati a far parte del loro stile di vita: dalla domotica che aiuta anche a ridurre i consumi energetici efficientandoli, alla raccolta differenziata dei rifiuti fino all’assunzione di personale del posto e all’offerta di prodotti locali che consento di vivere esperienze più autentiche e supportano le comunità locali.

Lo sanno bene a Eco Hotels & Resorts, per cui tutto ciò rappresenta proprio il punto di forza.

Hospitality Now: ospitalità sostenibile

Nel corso dell’evento la tematica è stata affrontata da angolazioni molto diversa e ne sono emersi spunti e riflessioni molto utili per chi opera nel nostro settore. Vi consiglio quindi l’ascolto di quanto presentato da Lucia Loposova e Maria Olazábal.

Innovazione e sostenibilità vanno di pari passo e crescono esponenzialmente e con andamento similare, per questo la terza puntata di Hospitality Now affronta proprio quest’altro argomento.

 

* foto di copertina di Silvia Moggia – cortile di una guesthouse sull’Inle Lake, Myanmar

 

Silvia Moggia

Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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Italo-argentina cresciuta alle Cinque Terre, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Francia in Mediazione Culturale e Gestione dello Spettacolo, dopo un anno presso l’agenzia internazionale IMG, ha iniziato a lavorare alla direzione della programmazione e artistica dell’Opéra di Parigi nel 1998 per poi essere nominata direttrice di produzione e programmazione al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia nel 2005. Dal 2011 è tornata in Italia per motivi familiari riconvertendosi nel settore turistico e ha da poco ultimato il master in Hospitality 360 presso la Cornell University, dopo il corso in Tourism Management presso la stessa università. Gestisce il boutique hotel di famiglia a Levanto, si occupa di promozione e sviluppo per altre strutture ricettive e destinazioni, è Data Storyteller & Strategist per The Data Appeal Company e per Vertical Media è incaricata delle strategie di marketing e comunicazione di Destination Florence. Nel tempo libero viaggia ed è web writer nel settore travel e scrive un proprio blog di viaggi indipendenti in solitaria.

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