La sfida contro l’overtourism è un tema sempre più caldo. Secondo Responsible Travel, l’agenzia di viaggi online britannica emblema del viaggiare responsabilmente, nel mondo ci sono 98 destinazioni colpite dall’overtourism. Di queste, ben tre sono in Italia: Roma, Venezia e Firenze.
Ai viaggi non si rinuncia, anche perché, grazie alla maggior democraticità delle tariffe andata diffondendosi negli ultimi trent’anni, fanno ormai parte integrante dello stile di vita della stragrande maggioranza delle persone, di qualunque cultura ed estrazione sociale.
Le abitudini di spesa della Gen Z poi includono una quantità insolita di viaggi, indipendentemente dal loro budget. Stando ai dati Visa, la loro è l’unica generazione che negli ultimi due anni e mezzo, mese su mese, ha continuato a spendere di più rispetto all’anno precedente.
Parliamo di una generazione in cui tre ragazzi su quattro preferiscono una migliore qualità della vita piuttosto che denaro extra sul conto bancario.
Una generazione che sta viaggiando. Dati recenti di Morning Consult hanno infatti rilevato che il 52% di appartenenti alla Gen Z sono viaggiatori frequenti, contro il 41% della Gen X e il 35% dei baby boomer.
Inoltre, il 61% dei Gen Zers che viaggiano frequentemente proviene da famiglie con redditi inferiori ai 50.000$.
Ma c’è un risvolto della medaglia: città sempre più affollate che dequalificano l’esperienza dei viaggiatori, tariffe alberghiere ed extra-alberghiere in rapida ascesa, vita quitidiana dei residenti sempre più impattata dai flussi turistici e sostenibilità delle destinazioni stesse a rischio.
Overtourism o overcrowding?
Il termine overtourism è relativamente recente, nasce nel 2016, da un articolo di Skift, ed è diventato immediatamente virale e utilizzato in tutto il mondo. In un recente articolo però, pure Rafat Ali, il direttore di Skift, ha dichiarato che è giunto il momento di abbandonarlo e di questo hanno ampiamente parlato su Officina Turistica sia Mirko Lalli sia Antonio Pezzano.
È arrivato però il momento di affrontare il problema confrontandosi con chi da anni ne ha fatto la propria priorità. Mirko Lalli ne parlerà quindi insieme a Harold Goodwin, professore emerito e Responsible Tourism Advisor per il WTM, in un evento live gratuito in lingua inglese che si terrà il 30 maggio alle ore 17:00: Overtourism or overcrowding? A critical sustainable destination management challenge.
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“L’overtourism è un problema che va affrontato destinazione per destinazione,“ sostiene Harold Goodwin: non c’è una formula magica che vale per tutti.
D’altro canto, Mirko Lalli sostiene da sempre che “l’overtourism non esiste, ma esistono destinazioni mal gestite“.
Il webinar, sarà l’occasione per approfondire questa tematica, le best e le bad practice messe in atto fino ad oggi:
- Quanto contano le decisioni dei destination manager per gestire il problema?
- Esistono esempi attuali di destinazioni che hanno saputo gestire l’overtourism?
- Quali sono le buone e cattive pratiche?
- I dati: se e come utilizzarli per affrontare il problema?
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