“A world of solo travellers”!
Il viaggiatore solitario è sempre esistito, ma negli ultimi anni si è visto un incremento significativo. Molti sono i fattori che spingono le persone a intraprendere un viaggio in solitaria e ognuno di essi è molto soggettivo.
Riprendendo lo speech che ho portato lo scorso novembre a Firenze in occasione di BTO22 con due numeri uno dell’ospitalità, Catherine Gilvarry, Head Marketing & Events in Hostelworld e il CEO di Ostello Bello, Carlo Dalla Chiesa, il dato che emerge a livello mondiale e sul quale va posta molta attenzione è che quello dei “solo travellers” risulta essere il segmento con la maggior crescita.
La ricerca condotta da Generator Hostel nel 2019 ha fatto emerger un incremento del 19% dai 4 anni precedenti analizzati. Hostelworld ha invece dichiarato essere raddoppiato nel post pandemia, ciò significa che in soli 8 anni si è vista una crescita di questo segmento di circa il 40%.
Per ovvi motivi i viaggiatori solitari prediligono gli ostelli per il loro alloggio (78%), questo per due ragioni principali: il prezzo del soggiorno – il quale diventa solo una parte della loro intera esperienza di viaggio – e perché il solo traveller non vuole stare solo. Sembra un paradosso, ma viaggiare da soli non significa voler stari da soli. Significa innanzitutto libertà e possibilità di modificare i propri piani in qualsiasi momento e un ottimo modo per incontrare nuove persone.
Nella provincia di Trieste – dati booking.com – i viaggiatori solitari incidono “solo” per un 9,87%, contro un 67% delle prenotazioni della stessa categoria in ostello.
Quando mi chiesero di portare a Firenze uno speech che parlasse degli ostelli avevo appena fatto un’analisi sull’ostello che dirigo e iniziai a studiare se quegli stessi dati fossero prettamente nostri o condivisi a livello globale.
Sorprendentemente scoprii che, come a Trieste, in tutto il mondo la percentuale di solo traveller erano costituita principalmente da donne. Si tratta di un bel 67% (48% nel 2019) a livello globale e addirittura il 78% (52% nel 2019) sul territorio nazionale. Dati confermati dai manager di Ostello Bello e Hostelworld.
Sempre più donne scelgono di viaggiare da sole. Evidentemente si sentono più sicure durante i loro viaggi solitari rispetto al passato. Inoltre, molte agenzie di viaggio e strutture ricettive offrono servizi specifici per le donne che viaggiano da sole, come ad esempio camere d’albergo o letti in camere condivise riservate alle sole donne, tour guidati, incontri di gruppo e app per viaggiatrici solitarie.
I dati di Hostelworld ci dicono anche dell’altro:
- l’86% dei solo traveller hanno oltre i 35 anni
- l’82% degli intervistati vorrebbe viaggiare da solo, contro il 43% che preferisce viaggiare in gruppo
- Il 38% spende tra i 1000 e i 2000 dollari a settimana (viaggio aereo escluso)
Nelle città dove sono sorti nuovi ostelli, il portale ha visto una crescita significativa di questo segmento. Tuttavia, credo che chi non abbia un ostello debba pensare a come attirare il 22% delle persone che prenota altrove. I social sono invasi da post di persone che viaggiano sole, solo su Instagram l’hashtag #solotraveller conta 1 milione e 200 mila post, quello con una L sola (#solotraveler) 2 milioni e 500 mila, senza contare tutte le declinazioni “woman”, “selfie”, e l’aggiunta della nazione da dove il viaggiatore sta postando, ad esempio: #solotraveleritaly.
Qui alcuni spunti per provare ad attirare questo nuovo trend che, a mio avviso, continuerà a crescere negli anni a venire:
- Scegli le immagini giuste per chi viaggia da solo;
- Crea un copy per attrarre questo target;
- Aiutalo a pianificare il suo viaggio;
- Offri tutte le informazioni utili sulla tua destinazione (trasporti, ristoranti, pub, musei);
- Suggerisci un’esperienza di viaggio ad hoc;
- Sii flessibile su tariffe e cancellazioni.