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Quanto durerà il boom del turismo?

L’aumento dei prezzi di qualsiasi bene è ormai dato per acquisito. Costa tutto di più, soprattutto le vacanze.

I ristoranti sono sempre più cari in tutta Europa. Il ritmo dell’aumento dei prezzi (che ancora persiste) è calato da febbraio 2023. Ritmo che in Italia (linea verde) è stato costantemente un po’ più basso degli altri Paesi area euro (linea rossa).

Quanto durerà il boom del turismo?

Tuttavia, in Italia si sono registrati i rincari delle tariffe aeree più elevati d’Europa. I prezzi, che sono praticamente raddoppiati rispetto al 2021 già la scorsa estate, sono sempre in aumento anche se a tassi inferiori rispetto agli scorsi mesi, ma comunque a un ritmo sempre più alto rispetto a quello registrato in altri Paesi europei.

Quanto durerà il boom del turismo?

Gli aumenti ci sono anche nel settore ricettivo. In media nei Paesi dell’area Euro, una camera che nel maggio 2021 costava 100 €, ne costava 114 nel maggio dello scorso anno e 126 nel maggio di quest’anno. Un soggiorno nella stessa camera dovrebbe costare 130 € questa estate. L’Italia registra variazioni simili alla media dell’aera euro, ma ci sono Paesi come Spagna e Grecia che hanno rincari molto più consistenti.

Quanto durerà il boom del turismo?

Mi soffermo sul settore ricettivo al fine di comprendere meglio le cause di questi aumenti e le prospettive di mercato. Tuttavia, prima desidero farvi vedere l’inflazione del settore in una prospettiva storica. Poniamo di fissare il tasso di aumento dei prezzi (quindi non il livello) a 100 nel 2005, anno in cui si consolida la ripresa economica globale (dopo la dot-com bubble della fine degli anni ’90) e l’importanza delle OTA.

Quanti anni ci sono voluti per quel tasso per superare certi livelli in Italia e alcuni Paesi Europei? La risposta la trovate nella tabella sotto.

Quanto durerà il boom del turismo?

La tabella racconta almeno due storie interessanti. I prezzi nel settore crescono per strappi in Spagna e Francia. Ci sono periodi di forte crescita e periodi di stabilità. Diversamente da Spagna e Francia, in media i prezzi del settore ricettivo italiano sono cresciuti davvero poco fino allo scorso anno. Pertanto, se la storia si ripete come nel recente passato, dobbiamo aspettarci che la crescita dei prezzi in Italia si fermi prima di altri Paesi. Perché?

Dal punto di vista dell’offerta, l’aumento dei prezzi delle camere non ha origine solo nell’inflazione generale e quindi nell’incremento dei costi delle forniture di beni e servizi, ma anche in un aumento dei costi legati alla forza lavoro. Il costo della manodopera aumenta sia perché chi lavora si aspetta di guadagnare di più per recuperare l’inflazione, sia perché dopo il Covid si è registrata una vera e propria contrazione della forza lavoro. In questo quadro, sebbene l’inflazione per i prossimi mesi è prevista al ribasso e quindi le forniture costeranno di più di oggi, ma non molto di più, le richieste dei lavoratori potrebbero anche aumentare. Gli albergatori aumenteranno quindi i prezzi delle camere. Il mercato è in grado di assorbire questi rincari?

La domanda di turismo fin qui si è mostrata molto ricettiva e ha assorbito senza batter ciglio aumenti molto consistenti. I più ottimisti sostengono che ci siano buone possibilità che questa bonanza duri anche per altri mesi, considerato che il volumi di traffico turistico (numero delle vacanze e pernottamenti) non sono ancora in tutti i mercati ai livelli del 2019. Tuttavia, lo stesso dato può essere letto in altro modo. Si fanno meno soggiorni e pernottamenti perché ci sono prezzi molto alti e un vincolo di bilancio da rispettare.

Nell’ipotesi che con questa estate il tesoretto accumulato nel Covid sia stato speso nelle vacanze del 2022-2023, con il passare dei mesi, l’inflazione continuerà a erodere i salari (che non crescono di pari passo) e quindi il reddito disponibile per le spese discrezionali tenderà ad assottigliarsi. Pertanto, come sostiene l’Economist, dopo un’estate gloriosa (quella in corso), l’appetito per le vacanze potrebbe crollare tanto velocemente quanto è aumentato. Le banche centrali sono seriamente intenzionate a combattere l’inflazione e aumenteranno ancora i tassi costringendo i vacanzieri a farsi più di due conti per farli tornare.

I primi a rinunciare alle vacanze potrebbero essere proprio gli italiani, il cui reddito disponibile è molto più basso di quello degli abitanti di altri Paesi europei. Poiché la domanda interna pesa ancora molto sul fatturato delle nostre imprese del settore ricettivo, sospetto che come in passato, vedremo di nuovo i prezzi stabilizzarsi a un certo punto, almeno per quella fascia di imprese non luxury. E questo con i costi che continuano ad aumentare costringeranno in molti a rivedere il modello di business.

Ma questa è un’altra storia.

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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