Tingo, chi è costui?
Tutti stanno puntando gli occhi sul fenomeno 100 milioni di recensioni ma ci sono altri due aspetti che secondo me potrebbero garantire un futuro ancor più brillante per Tripadvisor, nel mondo del travel online e al Nasdaq.
Il primo sta nel fatto che Tripadvisor è sempre più usato da mobile (seconda app di viaggi più scaricata) e quindi anche come geolocalizzatore. E’ per questo che invito sempre i gestori delle strutture di controllare se sono correttamente posizionati sulla mappa di Tripadvisor.
Il secondo è una buona notizia per il gufo, un po’ meno per gli albergatori. La sua succursale Tingo, controllata tramite Smarter Travel Media, si sta approssimando alla significativa cifra di 400 mila dollari restituiti ai turisti. E’ da un po’ che seguo il contatore di Tingo che, dopo un ritmo abbastanza sonnacchioso, negli ultimi 15 giorni è passato da 355 mila a 390 mila dollari. Tutto questo ad un annetto scarso dal lancio del sito. Ciò fa sembrare non impossibile il fatto che, solo gli americani, se questo marchingegno fosse esistito da sempre avrebbero ottenuto economie, da quando comprano sul web, per 300 milioni di dollari. E Tingo funziona solo con gli allotment di Expedia (almeno questo è quanto mi è dato sapere).
Dato per chiarito il fatto che le strade di Tripadvisor e Expedia si sono divise, non solo per lo spin off, ma in particolare per il fatto che Liberty è diventata maggioritaria in Tripadvisor comprando quote da Diller – e che quest’ultimo con Expedia ha conquistato Trivago – potrei azzardare una situazione di sostanziale futura indipendenza per Tripadvisor che, non più condizionato da Expedia, potrebbe far funzionare Tingo pescando anche dagli inventari delle altre OLTA.
In questo caso a che velocità potrebbe iniziare a girare il contatore di Tingo? Non mi pare una preoccupazione da poco anche perché più gira quella ruota e meno incassano gli albergatori.