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Ho letto con attenzione l’articolo Bugie a 5 stelle di Stefano Priolo su Wired di marzo sul tema delle recensioni false, un riepilogo delle solite polemiche trite e ritrite sulle recensioni. Tutto già noto, tutto estremamente scontato.

Ma c’è un passaggio determinante dell’articolo che sicuramente avrà fatto sobbalzare i lettori e che meriterebbe una attenta “deception detection”.

“Un’inchiesta interna della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) ha dimostrato che i due terzi delle review su Tripadvisor e su siti analoghi come Expedia e Booking sono farlocche”.

Ecco quindi che sono andato ad indagare su alcune questioni, ecco alcuni indizi che mi sono appuntato:
1) E’ bene precisare che, proprio in tema di recensioni, Expedia e Booking non sono affatto siti analoghi. Se sono infatti “somiglianti prossimi” Expedia e Booking, perché per recensire su questi siti si deve essere titolari di regolare prenotazione e effettivi soggiornanti, la cosa non è necessaria per recensire su Tripadvisor. Quindi definire analoghi i siti delle due OLTA e Tripadvisor è un errore abbastanza grossolano;2) E’ vero, su Tripadvisor fare una recensione falsa è possibile, e quindi non posso confutare il dato che secondo Fipe e ripreso dal giornalista, 60 milioni di recensioni dei 100 su Tripadvisor sono false, anche se mi pare abbastanza assurdo. E’ quindi probabile che, se SponsoredReviews piazza a 5 dollari al pezzo le recensioni false, il business derivato da Tripadvisor è individuabile, in 10 anni, a circa 300 milioni di dollari, ovviamente spesi dagli albergatori e ristoratori;3) Per fare una recensione falsa su Expedia è necessario effettuare una prenotazione. Ovviamente se voglio falsare la reputazione prenoterò una sola notte nel mio albergo. Vogliamo calcolare un pernottamento in stamberga o “topaia puzzolente” senza colazione a una media di 40 dollari? (Trivago fissa la media nelle capitali europee a circa 80/120 euro). La commissione su Expedia è circa al 30% ma voglio essere buono, calcolerò il 20%. Secondo Olery su Expedia ci sono 4 milioni di recensioni. Quindi 2/3 di 4 milioni = 2,6 milioni per 8 dollari (commissione 20% su 40 dollari) = 20,8 milioni di dollari spesi da coloro che hanno voluto inserire recensioni false, verosimilmente albergatori e ristoratori;

4) Per fare una recensione falsa su Booking.com è necessario effettuare una prenotazione. Ovviamente se voglio falsare la reputazione prenoterò una sola notte nel mio albergo. Vogliamo calcolare un pernottamento in stamberga o “topaia puzzolente” senza colazione a una media di 40 dollari? (Trivago fissa la media nelle capitali europee a circa 80/120 euro). La commissione su Booking.com varia dal 15% a oltre il 20% (la override commission va ben oltre) ma voglio essere buono, calcolerò il 18%. Secondo Olery su Booking.com ci sono 17,5 milioni di recensioni. Quindi 2/3 di 17,5 milioni = 11,6 milioni per 6 dollari (commissione 15% su 40 dollari) = 69,6 milioni di dollari spesi da coloro che hanno voluto inserire recensioni false, verosimilmente albergatori e ristoratori;

Wired-ita-03-2013

Con questi indizi e fidandomi dell’inchiesta interna di Fipe e delle parole di Priolo posso tranquillamente dire che l’industria delle recensioni false vale minimo 400 milioni di dollari (cifra calcolata per difetto, basterebbe infatti passare da una media prenotazione di 40 dollari a una più verosimile di 80 dollari per 2 e non una sola notte per poter superare agevolmente il mezzo miliardo di dollari)

L’ho sempre detto che avere una buona reputazione costa un sacco.

Sul tema recensioni, con riferimento sempre all’indagine FIPE e all’articolo di Wired si è espresso anche Francesco Tapinassi, uno dei più autorevoli cultori della materia in Italia.

PS1: per dovere di cronaca vi informo che, in data odierna, ho contattato Fipe per avere informazioni circa la metodologia usata per l’indagine interna. Vi terrò informati!

PS2: ho speso ben 2,5 euri per comprare il Wired cartaceo e poi l’articolo era anche online. Invio copia gratis (spese di spedizione a carico del destinatario) a chi me ne fa richiesta: info@officinaturistica.com
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*Istruzioni per l’uso del post: il titolo è privo di fondamento, il resto del post ha fondamento solo se avrà fondamento la parte imputata dal giornalista alla Fipe.

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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