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Dopo aver visto cosa innova i luoghi, è il momento di parlare di come si promuove l’innovazione dei luoghi.

La prima cosa che desidero dirvi è che non ho una idea precisa di come si faccia. Le mie esperienze dirette e le letture di casi di successo, come di studi sul tema, non mi hanno portato ad avere una idea chiara. 

Ci sono però due considerazioni che ritengo interessanti condividere con voi: la prima di questa mi viene dalla lettura di uno dei pochi papers accademici sul tema. Oggetto del paper è il piano di placemaking della Gold Coast, una delle mete più popolari del turismo domestico australiano. Si tratta di una località turistica che dopo diversi anni di stagnazione e tentativi di rebranding con grandi investimenti nella comunicazione, ha deciso di innovare investendo nella qualificazione dei luoghi e nello sviluppo di nuove attrazioni. 

Una delle cose più interessanti registrate dai ricercatori che hanno studiato il caso è la distanza tra le richieste del mercato e la visione degli operatori turistici locali. In estrema sintesi, gli operatori locali tendono a pensare che l’esistente basti o ci vogliono i miglioramenti richiesti dalla propria clientela. Questo tipo di situazione è molto evidente in località dove c’è una clientela abituale.

Le ricerche di mercato hanno invece evidenziato come la domanda turistica domestica sia molto sofisticata e richieda esperienze particolari come camminare sopra gli alberi per mezzo di una funivia o una skywalk. La conclusione a cui giungono i due accademici che hanno studiato il caso (e che sottoscrivo) è che la promozione dell’innovazione passa dal saper attrarre investitori provenienti dall’esterno della destinazione

“Broader consultation with investors and developers outside of the destination is therefore advisable to reduce local owner bias and resistance to proposals for more radical innovation.”

La seconda considerazione riguarda la concorrenza: una parola che fa venire l’orticaria alla maggioranza degli italiani e quindi a tutti i partiti politici. Come raccontano le recenti cronache, una delle aree del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) che ha reso necessario un colloquio tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e la Presidente della Commissione europea è proprio quella della concorrenza. 

Il PNRR firmato da Mario Draghi ha recepito molte, anche se non tutte, le indicazioni provenienti dall’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza (AGCM). Autorità che si è mostrata vispa solo quando è entrato in carica Draghi. Prima sarebbe stato inutile fare proposte. Infatti, sotto questo aspetto, questo è uno degli aspetti sui quali cioè una notevole differenza tra il PNRR di Draghi e quello di Conte. Tuttavia, le indicazioni del PNRR sono ancora generiche e su alcuni argomenti del nostro settore non si è proprio entrato nel merito. Si, mi riferisco alle concessioni balneari. 

L’innovazione dei luoghi riguarda anche il modo in cui sono raccontati e fruiti. In tal senso, anziché togliere dal perimetro della Bolkestein le professioni turistiche, ci sarebbe da studiare come abbassare le barriere all’entrata. Ma davvero si pensa che i limiti territoriali all’esercizio e sistemi di autorizzazione bizantini tutelino i turisti? Oppure, perché gli esercizi commerciali devono avere limitazioni agli orari e alle vendite straordinarie? In che modo i clienti (nel nostro caso i turisti) hanno dei vantaggi da queste normative che limitano la libertà di impresa? E che dire delle norme sul trasporto pubblico che per favorire la lobby dei taxi vincolano un sistema di mobilità che grazie alla tecnologia ha cambiato pelle. Mi sapete spiegare in che modo questi limiti aiutano il nostro turismo???

In conclusione, se davvero si intende promuovere l’innovazione nel placemaking ci sono due cose da fare: mettere in concorrenza le idee degli insider con quelle degli outsider della destinazione; fare pressione perché la politica promuova leggi e strumenti per aumentare la concorrenza. E non trovare scuse per evitare di adottarle. 

 

31© foto di copertina di Kon Zografos da Pixabay 

Antonio Pezzano

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo é fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

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