Siamo tutti abbastanza consapevoli del significato di smart city, dell’uso cioè delle tecnologie digitali e più in generale dell’innovazione tecnologica, per ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini rendendoli più efficienti.
Non solo ovviamente pensando ai cittadini residenti, ma anche cittadini temporanei, quali viaggiatori, turisti e oggi anche nomadi digitali e smart worker.
Il concetto di smart city però non può essere pienamente implementato, a mio avviso, se non attraverso l’uso intelligente di dati per capire in maniera oggettiva cosa è successo in passato, cosa sta succedendo in questo momento, più o meno in tempo reale, e, soprattutto, cosa potrebbe succedere in futuro.
Il concetto di sensori, telecamere e IoT (Internet of Things) è implicitamente collegato al concetto di smart city, per avere dati ambientali e rilevazioni della città o del territorio da monitorare, tuttavia oggi esistono soluzioni più facilmente implementabili, con meno frizioni e complessità tecnologiche e anche più sostenibili economicamente.
Diventa sempre più semplice utilizzare fonti dati disponibili anche senza dover installare migliaia di sensori, quali i dati online e i dati satellitari. Diventa necessario quindi trovare dei modelli interpretativi che estraggano valore da questi dati collegando informazioni “dirette” (il valore di CO2 o il traffico, ad esempio, che sono entrambi disponibili da fonti satellitari) con valori “proxy” o correlati, come le tariffe degli hotel o dei biglietti aerei, che sono modulate in base alle dinamiche della destinazione e l’andamento della domanda.
L’intelligenza artificiale semplifica questo processo, perché permette di estrarre informazioni dai cosiddetti big data e alternative data (i dati dei social media ad esempio), mettendoli anche in relazione con le fonti dati tradizionali.
Sempre l’intelligenza artificiale è utile nella definizione di modelli predittivi che, analizzando le serie storiche, e i segnali deboli all’interno di centinaia di fonti differenti, permettono di avere una proiezione – o una pre-visione – di alcuni fenomeni anche nel futuro.
Questo è per esempio di quello che facciamo in The Data Appeal Company: la raccolta e l’analisi di tutte le fonti di dati online, integrate a dati contestuali sulla destinazione, come gli eventi, il meteo, i prezzi degli hotel e la saturazione della OTA.
Questi dati online sono strettamente correlati a fenomeni fisici che accadono nel territorio, come il volume dei contenuti digitali è direttamente proporzionale al numero di persone presenti nel territorio stesso. La correlazione tra il volume di dati online e, ad esempio, i flussi ufficiali ISTAT è praticamente perfetta. Questo permette di avere una ragionevole confidenza nell’attendibilità dei risultati anche in tempo reale e soprattutto permette di costruire modelli predittivi sul futuro.
Questi i dati che analizziamo per comprendere il territorio:
- dati da Mappe Online;
- dati di percezione (recensioni, commenti, post, foto, ecc.);
- dati contestuali (meteo, eventi, prezzi, dati di spesa, mobilità sul territorio ecc.);
- dati sulle intenzioni di viaggio: ricerche e prenotazioni future. sia di voli sia di strutture ricettive.
La lettura in tempo reale di questi dati e delle loro correlazioni ci permette non solo di rappresentare quello che sta accadendo sul territorio, ma anche di prevedere appunto come alcuni fenomeni evolveranno nel futuro.
Data-driven destination: l’uso dei dati
Definizione strategica
I dati mettono in evidenza con maggiore oggettività i fenomeni del territorio e permettono di dare le giuste priorità e prendere decisioni più consapevoli. Quali sono le zone percepite più sicure? Quelle più apprezzate? Quali sono gli attrattori del territorio più rilevanti per ciascun mercato di provenienza? Come si muovono i francesi, gli americani o i tedeschi? Quali hotel scelgono, quali ristoranti o musei e in quali zone della destinazione?
Ecco come i dati aiutano a capire con maggiore oggettività le scelte dei visitatori e anche il perché di tali scelte d’acquisto.
Pianificazione Marketing
È la conseguenza della definizione strategica appena illustrata: in questo caso si cerca di capire se la strategia è stata progettata bene e/o implementata con efficacia, permettendo anche di correggere in itinere se qualcosa non dovesse funzionare.
Definire e pianificare le operazioni di marketing in maniera oggettiva e basata sui dati permette di focalizzare gli sforzi, ottimizzare il budget, minimizzare i rischi e monitorare i risultati delle campagne durante l’effettiva pianificazione, in modo da correggere eventuali scostamenti.
Inoltre analizzando semanticamente i contenuti si può capire la percezione dei viaggiatori di determinati mercati e modulare i messaggi promozionali alle specifiche sensibilità costruendo personas in modalità data-driven e non solo basandosi su assunzioni e intuizioni personali.
Pianificazione Operativa
Avere modelli predittivi che permettono di valutare scenari futuri permette altresì di pianificare le risorse in modo da migliorare l’esperienza dei turisti e allo stesso tempo ridurre l’impatto dei flussi sui cittadini residenti.
Gli operatori privati possono pianificare turni di lavoro, risorse e approvvigionamenti in base a flussi precisi, anche spingendosi nella scelta di acquisti e personale tarati su mercati specifici, loro lingua e gusti. Cioè, banalizzando, se i dati evidenziano una presenza importante di tedeschi in un determinato weekend magari ci si può accertare di avere in servizio chi parla tedesco e preparare il servizio ordinando quei prodotti, che dall’analisi dei dati, sono solitamente apprezzati dai tedeschi, e così via.
La governance della destinazione potrebbe potenziare i mezzi pubblici, allertare i vigili urbani e magari accertarsi che il servizio di pulizia delle strade, ritiro spazzatura e svuotamento dei cestini sia pienamente operativo anche durate quel weekend, così come i servizi di informazione turistica.
Ovviamente queste sono banalizzazioni ed esempi molto semplici che però danno immediatamente l’idea di come un uso intelligente della tecnologia, dei dati e dei modelli predittivi possano essere uno dei modi per riconciliare la dimensione dei cittadini residenti con quella dei cittadini temporanei, prima di cadere nuovamente nelle polemiche e malumori su quello che pre-pandemia si chiamava overtourism.